Il segreto di una buona qualità della vita sta anche in una sana alimentazione. Lo sanno bene i sempre più numerosi consumatori responsabili che scelgono i prodotti salubri e tracciati, coltivati nel proprio territorio. Ed è proprio alla buona condotta alimentare e ambientale di questi cittadini attenti e consapevoli che guarda il protocollo d’intesa siglato oggi a Palazzo del gusto di Orvieto dal presidente nazionale della Cia-Confederazione italiana agricoltori, Giuseppe Politi, e dal presidente di Cittaslow International, Gian Luca Marconi. In questo modo, le due realtà si impegnano a lavorare insieme a progetti concreti che mirano all’educazione ai sapori locali, alla custodia delle produzioni agricole in via d’estinzione e a uno sviluppo sostenibile del territorio.
Con questo patto, si vuole stringere un’alleanza tra agricoltura e comuni per perseguire modelli virtuosi di produzione e di distribuzione, capaci di accorciare le distanze tra il cittadino e la campagna: il luogo, cioè, dove il suo consumo si fa “responsabile”. Oggi, la vendita diretta in azienda sta diventando un’abitudine per molti. Basti pensare -ricorda la Cia- che nei primi sei mesi di quest’anno “la spesa in campagna” ha già coinvolto più di due milioni di persone: un piccolo esercito di consumatori che opta per la qualità e la tracciabilità degli alimenti, senza dimenticare le esigenze del portafoglio.
E d’altra parte a questo rinnovato interesse dei consumatori per la campagna e per i cibi sani della nostra agricoltura i produttori italiani si stanno dimostrando attenti e propositivi, moltiplicando l’offerta e rendendola sempre più originale e appetibile, puntando spesso alla “custodia” di tutti quei prodotti in via di estinzione, ignorati dai canali ufficiali della distribuzione alimentare e custoditi solo dai pochi agricoltori. Queste rarità -secondo uno studio della Cia- sono uno dei motivi di maggior attrazione della vendita diretta. E ben il 52 per cento degli “abituè” dell’acquisto in azienda dichiara di recarsi in campagna proprio perché attratto dalla singolarità di questi cibi: più di mille prodotti agricoli “salvati” dalla spesa in campagna e “difesi” dalle circa tremila aziende che ne custodiscono la tradizione.
Ed è proprio dall’incoraggiante ritorno dei prodotti locali, straordinariamente capaci di conciliare qualità e risparmio, che la Cia e Cittaslow International vogliono partire per progettare azioni comuni ed eventi che promuovano ulteriormente il binomio agricoltura-territorio: da giornate di comunicazione e di diffusione del “made in Italy” nelle varie “cittaslow” europee ed extra-europee a laboratori enogastronomici e progetti di educazione sensoriale aperti alla cittadinanza, fino a conferenze e seminari sulla tutela del patrimonio agricolo e del paesaggio rurale. Tutte iniziative volte ad “armonizzare” il momento produttivo e il presidio ambientale svolto normalmente dall’agricoltore con la sensibilità e l’operatività di tante amministrazioni locali disposte a contribuire a un’azione comune sul territorio, che sia in grado di rispondere efficacemente alle attuali sfide nazionali e mondiali.
Sottoscrivendo l’accordo, i presidenti di Cia e Cittaslow International hanno voluto così ufficializzare un approccio comune, che mira a dare un sostegno alle aziende del territorio che lavorano alla qualità e alla custodia delle tradizioni enogastronomiche, offrendo al cittadino la possibilità di godere di efficienti servizi di distribuzione che conciliano vendita diretta, qualità e consumo consapevole.
“Da sempre la Cia -ha affermato il presidente Giuseppe Politi- porta avanti il suo impegno per la salvaguardia del territorio, per la tutela della biodiversità, del paesaggio e dell’agricoltura biologica e a basso impatto ambientale. E in questa occasione la Confederazione dimostra ancora una volta di credere nell’alleanza con gli enti locali nella programmazione partecipata di uno sviluppo ecocompatibile, sociale e culturale. Già con la ‘Carta di Matera’, sottoscritta insieme all’Anci nel febbraio 2011, abbiamo voluto costruire le premesse di una nuova politica agraria nazionale, partendo dal territorio e, quindi, dal supporto delle amministrazioni locali. Un documento importante, che ha trovato l’adesione di comuni del calibro di Torino, Milano, Roma e Napoli e delle regioni Puglia e Toscana. Questa volta, invece, il nostro impegno si rivolge ai piccoli comuni virtuosi della rete di Cittaslow, che si dimostrano interlocutori preziosi per il nostro modello di agricoltura ‘amica del territorio’”.
“La sfida di tutte le ‘cittaslow’ -ha ribadito il presidente di Cittaslow International, Gian Luca Marconi, sindaco di Castelnovo ne’ Monti (Reggio Emilia)- è quella di assicurare ai cittadini di domani condizioni di vita e di lavoro migliori di quelle attuali, nel rispetto delle proprie tradizioni e culture, attenti alle innovazioni e ugualmente alla sostenibilità delle nostre azioni. I sindaci delle ‘cittaslow’, attraverso la loro opera amministrativa, costituiscono un esempio di difesa del suolo fertile, del paesaggio agricolo e storico, delle città come comunità viventi che creano economia durevole. In questo approccio mutuato dall’esperienza di Slow Food, le ‘cittaslow’ hanno da sempre un’attenzione particolare al mondo dell’agricoltura, alle produzioni locali, alle filiere di prossimità, all’educazione al consumo e al gusto. Mediante questo protocollo che vuol essere un vero e proprio accordo di programma con la Cia, potremo essere ancora più efficaci in città e campagna con forme di buon governo condivise”: non dimentichiamo le parole di Carlo Petrini che dice: “saranno i contadini a salvare il mondo”.