ORVIETO – Doccia fredda sugli swap. La Suprema Corte di Cassazione gela gli entusiasmi del Comune di Orvieto nella vertenza con Bnl dichiarando inammissibile il ricorso proposto dal pm di Terni contro l’ordinanza di febbraio del tribunale di Terni che aveva accolto la richiesta di riesame presentata nell’interesse di Bnl contro il decreto di sequestro preventivo emesso nei confronti dello stesso istituto di credito. La sentenza (la numero 25516) è dello scorso 28 giugno e stabilisce in pratica che resta valido l’annullamento del sequestro preventivo di 360mila euro nelle causa per truffa che il Comune di Orvieto ha intentato contro la banca. Aldilà delle cifre, è però significativo l’orientamento della Cassazione secondo la quale, è detto nella sentenza “nessuna violazione di legge sarebbe astrattamente identificabile nello stesso ricorso al contratto swap, nella configurazione di contratto standard Irs correttamente ritenuta dal giudice territoriale”. E ancora – scrivono i giudici – rispetto ai flussi finanziari a carico di ciascuna delle parti contraenti. “Si tratta – è detto nella sentenza – degli effetti della clausola Mark to Market, rispetto alla quale non appare però immotivato il rilievo del tribunale circa il suo carattere “virtuale” rispetto al pregiudizio ipotizzabile”. Infine, dopo alcuni rilievi alle osservazioni del pubblico ministero, i magistrati citano i “riferimenti normativi indicati in ricorso” che, dicono, “in parte si riferiscono a norme successive alla conclusione del contratto; in generale, sono invocate senza sufficienti indicazioni della loro possibile inferenza sulla validità della contrattazione”.
Il giudizio è netto e, considerando che arriva dalla Suprema Corte, c’è il rischio concreto che influenzi l’andamento della causa civile tuttora in corso ad Orvieto e che pure sta volgendo al meglio per l’amministrazione comunale.
Per questo l’opposizione consiliare sta già affilando le armi e ha intenzione di chiedere l’iscrizione all’ordine del giorno del consiglio comunale da convocare entro 20 giorni ci una formale presa d’atto della sentenza. Non solo. Alla luce della sentenza, la minoranza chiede anche uno stanziamento prudenziale di 1.200.000 euro a copertura degli oneri maturati e maturandi per il 2012 relativi ai pagamenti sospesi verso Bnl. “Si tratta – affermano compatti i capigruppo di minoranza in relazione alla decisione dei giudici – di una ampia confutazione delle più importanti ragioni che equivalgono a quelle poste alla base della causa intentata del Comune nei confronti di Bnl e tutt’ora pendente presso il tribunale di Orvieto in attesa di giudizio. Pertanto – sostengono – questo pronunciamento della Corte Suprema della Cassazione costituisce un pregiudizio sostanziale ad uno sperato esito vittorioso della causa civile intentata dal Comune di Orvieto contro Bnl e di conseguenza appare non solo prudenziale, ma del tutto necessario allo stato attuale, prevedere nel bilancio preventivo del 2012, di prossima approvazione, un apposito stanziamento a riserva per l’eventuale copertura di tutti gli oneri sospesi, maturati e maturandi, che potranno esser reclamati dalla banca”.
Si tratta chiaramente di una manovra politica per costringere il Comune di Orvieto a cercare un altro milioncino nella coperta troppo corta del bilancio che proprio in queste settimane si sta cercando affannosamente di chiudere. Ma la richiesta potrebbe non essere troppo peregrina, considerando che a pronunciarsi è stata la Corte Suprema di Cassazione.