Ieri sera Toni Còncina ha inviato una lettera a Massimo Gnagnarini in risposta ad un suo intervento. Stamattina Massimo Gnagnarini risponde, con toni così pacati da farci pensare a ben più consistente “pacificazione”. Ne siamo lieti e pubblichiamo. Còncina ha risposto dopo qualche ora e pubblichiamo. Le “lettere” sono in ordine decrescente.
Per non creare confusione preghiamo gli estensori del carteggio di attendere un paio di giorni prima di riprendere la schermaglia.
di Toni Còncina
Nessuna ragione perchè “‘o Presepe” debba piacerti. Soprattutto perchè il Presepio che con i miei colleghi cerchiamo faticosamente di mettere insieme dobbiamo costruirlo su macerie apocalittiche!
Come sai, ricambio da tempo la stima che mi concedi, solo rammaricandomi ( e lo dico da tempo) che i tuoi preziosi contributi mi arrivino sempre via web e non direttamente. Ti saluto cordialmente, felicissimo che stavolta io ti abbia fatto cadere nella trappola dell’agiografia! A presto.
di Massimo Gnagnarini
L’Amministrazione comunale va male ed è frutto di un imbroglio politico.
Lo penso, lo scrivo e mi firmo perché la firma è importante più dell’appartenenza politica perché riassume la storia e la faccia di uno che si è sempre considerato libero e disinteressato.
Certo traggo ispirazione da un po’ di esperienza che mi son fatto in una breve carriera politica che iniziò a 19 anni in questo Consiglio comunale, dove mi mandarono 600 elettori orvietani della DC e si concluse 15 anni dopo quando con 5.850 voti di preferenza dello stesso partito non risultai eletto al consiglio regionale dell’Umbria.
Di affari e finanza degli orvietani mi sono occupato, da ormai 36 anni, solo in servizio presso la nostra banca locale cercando di svolgere al meglio i compiti assegnatemi.
Ma che te lo dico a fare. Per quanto poco mi conosci so che hai stima di me, come ne ho io verso di te.
Ma ti dico altrettanto sinceramente che, per il bene della città, prima si esaurisce questa stagione e meglio è.
Con affetto.
di Toni Concina
Oddio! Massimo Gnagnarini deve essere tornato dalle meritate vacanze. Ricaricato e pronto a inondare l’etere e la carta stampata con le sue “riflessioni”.
Facendo violenza alla regola aurea della comunicazione, secondo la quale non si deve mai replicare a chi è in cerca di visibilità e facendo violenza anche ai pareri di qualche amico smaliziato, mi permetto invece qualche commento al Gnagnarini Pensiero, al solo scopo di aiutarlo a decifrare meglio quello che lui chiama IL GRANDE IMBROGLIO!
Sostiene Gnagnarini che la mia proposta di taglio delle Commissioni era legittima (grazie!) ma irricevibile dal Presidente del Consiglio Comunale.
“Irricevibile”, orrenda parola burocratese! Sfugge al Nostro che la mia iniziativa era ed è ovviamente del tutto condivisa non solo dallo stesso Presidente ma ovviamente anche da tutto l'”apparatchik” della mia Amministrazione (Assessori, Capigruppo e Consiglieri). Nessun colpo di mano, quindi. Solo l’intenzione, ripetuta varie volte in Commissione e in Consiglio Comunale, di semplificare e razionalizzare i lavori delle ridondanti Commissioni da accorpare, composte peraltro quasi sempre dalle stesse persone.
Sentire poi parlare di imbroglio da chi ha assistito a suo tempo a ben altri misfatti appare francamente desolante.
Sostiene Gnagnarini che ci sono consiglieri appartenenti alla cosiddetta (perchè cosiddetta?) maggioranza che hanno raccolto, chi poco più e chi poco meno, 100 voti di preferenza dei parenti e di qualche amico personale. Non si scandalizzi, Gnagnarini! Al lordo dei parenti e amici personali, la gamma delle preferenze raccolte a Orvieto dai vari candidati nelle Elezioni 2009 va da un massimo di 375 voti per il mitico Stefano Olimpieri, 296 per l’altrettanto mitico Giuseppe Germani, fino a scendere ai rispettabili 82 voti dei valenti ed apprezzati professionisti Luciano Cencioni e Guido Turreni. Mi risulta piuttosto che (in tempi dove la parola “imbroglio” era bandita…) anche il Nostro, nelle sue antiche vicende elettorali, locali e non solo, raccolse un numero di preferenze non esattamente esaltante, che gli consentì comunque una importante partecipazione alla vita politica e soprattutto finanziaria del Comune.
Sostiene Gnagnarini che comunque il comportamento di costoro sia “sul piano formale, ridicolo [parola pericolosa, per i giornalisti orvietani! NdA] su un piano sostanziale, vederli ergersi a rappresentanti del popolo, esibendo stemmi e scudetti, formando gruppi consiliari indipendenti tra loro dopo esser risultati eletti sulla lista medesima e altri su quelle di altri partiti per poi cambiar bandiera.” Qui davvero siamo ai limiti dell’insulto, caro Gnagnarini/Savonarola… Cambiar bandiera! E allora Ibrahimovic?
Sostiene Gnagnarini che la mia elezione sia “avvenuta, oltre che per le simpatie suscitate e le qualità personali [ringrazio], con il concorso di tre equivoci di fondo”:
– nessuno o quasi mi conosceva (scusi l’arroganza, Gnagnarini: forse non conosciuto quanto lei ma certamente noto almeno ai miei vecchi compagni di scuola, dall’asilo al Liceo, e non solo.
– coloro che mi avevano “presentato (!) agli orvietani e anche eletti insieme ad esso se ne sono poi dissociati e dimessi dalle cariche”. A parte la discutibile sintassi, questo fenomeno delle dissociazioni e successive dimissioni non è legato a nessun equivoco di fondo ma anzi a chiare prese di posizione mie e dei miei ex Assessori.
– “La sfacciataggine del PD, o meglio di una consistente parte di esso, di votarlo e farlo votare nonostante fosse il candidato avversario solo per regolare le proprie faccende interne.” E’ la politica, baby, e davvero nè lei nè io possiamo farci niente…
Insomma un film sceneggiato e diretto dal Nostro e forse ispirato da qualche suo autorevole riferimento.
Sostiene Gnagnarini che “la risultante di questi tre equivoci è stata un quadro politico cittadino che, nelle intenzioni degli inciucisti iniziali, doveva solo essere transitorio, mentre adesso mano a mano stanno tentando di trasformarlo in una prospettiva politica che unisca i più paraculi di Concina e più paraculi del PD al fine di blindare i pochi ridotti posti (16) disponibili nel prossimo Consiglio comunale da eleggere.”
Altro film che non mi appartiene. Grato se potrò conoscere la lista dei famosi paraculi multipartisan (mi raccomando il linguaggio, Massimo, sennò mi perde il controllo come un mio prezioso Assessore!) per approfondire la pratica dell’inciucio, che purtroppo per ora mi sfugge.
Infine, stavolta seriamente, Gnagnarini espone il suo pensiero politico e avanza delle ipotesi tutte sue e tutte da verificare, sul futuro della nostra città, che valgono ovviamente come ogni altro pensiero e ogni altra ipotesi.
Sostiene Gnagnarini, sempre seriamente, che comunque sarebbe perseguibile il complicato puzzle che lui individua se “nel complesso questa intera classe dirigente da conservare avesse risparmiato a Orvieto i guai in cui la città si ritrova e se almeno fosse, in questa nuova fase, riuscita a rimediarli e se ci fosse un agenda politica per Orvieto adeguata e altri che non abbiano già ampiamente dimostrato la propria inadeguatezza”
Altrettanto seriamente, lo sforzo (forse inadeguato) messo in campo da me e dai miei colleghi per sanare antiche ferite e cercare di riequilibrare una situazione obiettivamente difficile (spero che qui sia d’accordo anche Gnagnarini) rimane uno sforzo doveroso, serio, trasparente, disinteressato.
Inadeguatezza è una parola forte ma accettabile. Si tratta di vedere dove si nascondano le legioni di persone adeguate.
Personalmente sto da tempo cercando di dialogare con qualche giovane intelligente ed emergente, indipendentemente da steccati ideologici..
Sostiene Gnagnarini infine che “naturalmente decideranno gli orvietani che, di sicuro però, la prossima volta potranno scegliere tra soluzioni anche diverse da quella, la peggiore, qui evocata.”
Chiusura pessimistica e poco propositiva. Ma difendiamo comunque Gnagnarini e il suo diritto all’Enciclica.
Cordiali saluti.
Toni Concina