Riceviamo dal sindaco di Orvieto Antonio Còncina e pubblichiamo. La reprimenda è relativa all’intervento dei gruppi di centrosinistra che gongolavano, in un loro intervento, per il rinvio del Consiglio comunale del 6 agosto.
“Il compiacimento maligno con il quale viene commentato il rinvio dei punti all’ordine del giorno del Consiglio comunale del 6 agosto scorso è una ennesima dimostrazione della modestia con la quale l’opposizione, confortata dal consueto allineamento di alcuni media, affronta i drammatici problemi di Orvieto. Una opposizione che ha vissuto per anni indebitando allegramente la città, secondo i principi di una colpevole democrazia della spesa non coperta da entrate adeguate, tesa soltanto alla ricerca di un consenso elettorale, raccolto demagogicamente tra i soliti compagni di merende, e mai responsabilmente partecipe (sia pure criticamente) delle scelte dolorose, rese obbligatorie dalle loro scelleratezze, oramai sotto gli occhi di tutti.
Nessuna bufera in maggioranza, nessuna apertura di “crisi” per la legittima richiesta dell’ondivago consigliere socialista. Nessuna maggioranza in frantumi.
Demagogica nota dell’opposizione, che non tiene conto delle puntuali argomentazioni chiarificatrici degli assessori competenti sui punti in discussione.
La “possibilità di portare contributi migliorativi” da parte dell’opposizione è stata sempre richiesta, da anni, e mai ottenuta a causa delle quotidiane beghe interne al PD e la consolidata incapacità di indicare un referente credibile.
Nessuno “scatto stizzito di ritiro” dei punti; solo una posizione di responsabilità, che dovrà consentire, almeno questo è l’auspicio, una gestione meno ostruzionistica dei lavori del prossimo Consiglio, magari con il famoso “contributo migliorativo” tanto sbandierato ma sempre assente.
Nessun “ritroso tra le fila” della maggioranza, dove le diverse sensibilità che sostengono il Sindaco trovano costanti occasioni di dibattito, senza (non ci crederete) “atti di arroganza” di antica memoria, ai quali forse la minoranza era abituata e che forse rimpiange.
Per completezza di informazione, nonostante qualche vacanziere, avremmo potuto approvare serenamente lunedì sera tutti i punti all’ordine del giorno, magari facendo le ore piccole. Non l’abbiamo fatto il 6, come non l’abbiamo fatto mai, proprio per rispetto della minoranza, per rispetto delle regole democratiche dei lavori consiliari (che credo non fosse stata la regola prevalente nel passato) e per rispetto soprattutto dei gravi problemi della città”.