di Santina Muzi
Cinquecentododici lanciatori nonché numerosi accompagnatori e famigliari provenienti da varie città del Centro-Nord, nei giorni 24 – 25 – 26 agosto si sono ritrovati sulle piste di lancio di ruzzolone Poscargano, nel comune di Narni, per disputare i campionati italiani organizzati da La Selva, circolo locale della Federazione Italiana Giochi e Sport Tradizionali. Tre giornate dense sotto il sole cocente, le piste coperte di polvere sottile, pulcini, ragazzi, allievi, juniores, adulti… hanno atteso il loro turno per entrare in gioco osservando, discutendo, sostando all’ombra degli alberi o dei gazebo, studiando con la fettuccia la direzione del vento che, seppure leggero, è sempre in grado di deviare la ruzzola perciò, mi spiegano, bisogna sempre lanciare contro il vento in modo che la ruzzola acquisti maggiore velocità. Ed infatti la ruzzola fila via superando di gran lunga i 100 metri, salta nell’altra corsia e finisce in buca, ossia nel percorso scavato tra le piste, dove l’addetto traccia con la segatura il semicerchio da cui il giocatore dovrà lanciare da fermo.
Il 25 e il 26, ininterrottamente a partire dalle nove del mattino e in contemporanea, hanno giocato le tre categorie “A”, “B”, “C” occupando tutte le piste. Chi va, chi torna. Ruzzole in ogni direzione. C’è chi passa “la palina” e fa una “biffa” perché la palina, o biffo, bisogna superarla dall’interno. Se invece la ruzzola supera il paletto dall’esterno, il giocatore deve rientrare lanciando dalla parte opposta. Considerando la tensione, il sole, la difficoltà di concentrazione, non dovrebbe essere molto semplice rientrare. Ed infatti c’è chi prova e riprova più d’una volta. Tempo perso perché l’avversario con due, tre lanci ben azzeccati riesce a coprire buona parte del percorso. Si potrebbe dire che le sorprese non finiscono mai perché quando sembra che una coppia o un giocatore siano nettamente in testa, ecco un errore, una biffa e tutto va a monte, come dice Fausto Serranti del circolo di Orvieto che nel corso delle due giornate di gara, in coppia con Fausto Fattorini, aveva vinto diverse manche facendo sperare nel successo finale:
<< Avevamo talmente tanto vantaggio e non l’abbiamo saputo gestire, di conseguenza l’avversario c’è passato avanti. Avevamo biffato, ossia eravamo passati fuori dal biffo. Nonostante tutto avevamo recuperato ma poi… Ci siamo dovuti accontentare del terzo posto, a pari merito con Casine, squadra del Modenese. Per noi il conseguimento del titolo nazionale diviene sempre più lontano, abbiamo uguagliato il piazzamento dello scorso anno, abbiamo perso un punto vinto e non ci siamo più ricomposti.>> Comunque ad onore della squadra va riconosciuto che, su un numero così elevato di lanciatori in categoria “A”, un terzo posto nella massima categoria è un piazzamento di tutto rispetto.
Ancora una volta la conclusione è “l’importante è partecipare”, per l’affiatamento e il clima di simpatia che si stabilisce tra competitori di diversa provenienza. L’Emilia Romagna, in particolare Modena e provincia, hanno avuto la maggiore partecipazione di circoli e di lanciatori. Tra questi trovo Gabriele Bedonni, della squadra SVS , che due anni fa aveva vinto il campionato nazionale di Spoleto. Gioca in coppia con Ricci, altro campione recente.
<<Sì, si viene qua per giocare ma anche per vincere. Ѐ una vita che pratico questo sport, avrò avuto 7-8 anni quando ho iniziato tramite mio padre, mio nonno, perché la passione per il ruzzolone viene da generazioni. Ci piace, non saltiamo una domenica anche per gare di qualificazione.>> Con lui però la catena generazionale va a concludersi perché l’ex campione ha una figlia, “una femmina”, e questo è un gioco riservato ai soli uomini! I maschietti sì, possono partecipare. Per loro si parte dalla categoria pulcini, seguono quelle dei ragazzi, gli allievi, gli juniores. L’emulazione è una molla potente e riguarda diversi componenti famigliari: ecco un ragazzo, 10 anni, entrato in squadra due anni fa al seguito dello zio, che si è piazzato così bene nelle gare di qualificazione da trovarsi a competere nel campionato nazionale. E c’è perfino un pulcino di soli 7 anni, piccolo e tenero che si diverte a passare la fettuccia intorno alla ruzzola del padre. Lui ha gareggiato, come i ragazzi, gli allievi e gli juniores, nella giornata del 25 ma non è rimasto molto soddisfatto perché si è trovato a competere con altri pulcini più grandi di lui. Però accanto al padre il bambino è felice e conta di crescere in fretta per giocare in coppia con lui.
Note
Pulcini: nati dopo il 2003; ragazzi 2001-02; allievi 1999 -2000; juniores 1997-98.