Le mie inclinazioni e predisposizioni naturali mi hanno sempre portato a prediligere gli studi umanistici a detrimento, e me ne duole, di quelli più prettamente scientifici. Verso codesta tendenza, una componente di primo piano è stata rappresentata dal clima primaverile che, in gioventù, ho respirato a pieni polmoni nel cerchio della mia famiglia d’origine, in seno alla quale, le “Humanae Litterae” ela SpiritualitàCristianasono stati i fondamenti incancellabili e inviolabili della mia formazione di uomo.
Ultimamente, un qualche approccio alle moderne tecnologie scientifiche è divenuto quasi inevitabile e, senza avventurarmi in modo specifico nei campi della matematica o della fisica o dell’ingegneria, mi sono gradualmente avvicinato a discipline a me finora sconosciute ma, non per questo, meno affascinanti.
La cibernetica può rientrare a pieno titolo nelle direzione appena descritta essendo, secondo i più accreditati cultori, la scienza che studia i fenomeni di integrazione tra esseri umani e strumenti artificiali, sia di macro che di nanotecnologia.
Il termine “cybernetics” fu coniato negli Stati Uniti, appena dopo la fine della seconda guerra mondiale, derivandolo dal greco “Kibernetes” che letteralmente significa timoniere, nocchiero, pilota. Platone, nel “De Republica”, estende il campo di applicazione del verbo governare e lo adotta anche per indicare la conduzione e la guida di navi o di carri, oltre che di popoli. Tra gli altri anche Senofonte, nella Anabasi, analizza e studia l’arte del governare in politica e attribuisce al Generale, comandante di eserciti, la definizione di “gubernator”, progenitore dell’attuale governatore.
Creatura primogenita della cibernetica è l’universalmente appellato “Cyborg”, o organismo bionico, e che indica un essere di forma umanoide costituito da un insieme di organi artificiali e di organi biologici. Nasce dalla contrazione dell’inglese “cybernetic organism”, per l’appunto organismo cibernetico.
Il termine è diffuso nell’ambito della medicina e della bionica, pur avendo avuto maggior successo nell’immaginario fantascientifico. Il “Cyborg” fu reso popolare, negli anni sessanta, in riferimento all’idea di un essere umano potenziato per sopravvivere in ambienti extraterrestri inospitali. Oggi, il confine tra essere umano e cyborg è sempre più sfumato; basti pensare ai progressi delle tecnologie applicate alle protesi e agli organi artificiali: una persona portatrice di un pace-maker potrebbe infatti già quasi corrispondere alla definizione di cyborg.
Alla luce di quanto illustrato, ne è discesa automaticamente una riflessione sull’attuale stato e condizione della politica italiana.
E’ un dato di fatto indubitabile che i partiti tradizionali, tutti indistintamente, da almeno un decennio abbiano intrapreso la perversa pratica dell’adozione di politiche nettamente conservatrici poiché non hanno avuto né la volontà e né il coraggio di autoriformarsi e di rinnovarsi, non hanno saputo investire sul potenziale delle giovani generazioni, non sono stati capaci di vedere ciò di cui aveva ed ha realmente bisogno la società italiana e allora, mi chiedo, se per avventura non abbiano necessità di un occhio bionico.
Onerose responsabilità a tal proposito le porta sulle sue spalle proprio il PD, solo in etichetta partito riformista, mentre in realtà appiattito su linee di condotta impopolari in quanto antipopolari e soprattutto perché, al suo interno, non esiste affatto un sostanziale e compiutamente realizzato pluralismo democratico: come a dire che il PD ha un cuore vecchio e malandato e, forse, sarebbe il caso di dotarlo di un moderno e funzionante pace-maker.
Ignazio Marino insiste ancora oggi, e ne ha ben donde, sull’immagine qui di seguito riportata: “Abbiamo da fare i conti con un partito bifronte; nella società si comporta come un bradipo che si muove così lentamente che gli cresce il muschio sul pelo; quando, invece, c’è da dividersi e spartirsi dei posti di potere, allora diventa un rapace predatore che cerca di occupare tutte le posizioni occupabili, seppur rimanendo statico e immobile. E’ l’esatto contrario di quello che vorremmo: un partito realmente democratico dove i migliori possano sperare di arrivare alla cabina di comando o, altrimenti, quelli che sono veramente migliori se ne andranno in quanto capiranno che non c’è alcuna possibilità di esistenza politica per loro”.
Se così è, e purtroppo così è, al PD mancano robuste e muscolose gambe per far camminare le sue pur discutibili proposte e, dunque, parrebbe necessario fornirlo di arti artificiali.
Non Vi nascondo che mi sto spaventando: come l’uomo cibernetico assoluto altro non è che un deforme androide, così il partito dal quale sono stato deluso si dipinge vieppiù delle fattezze di un indecifrabile “partitoide”, lontano mille miglia da quella forza politica naturale che, nei suoi connotati popolari e riformatori, sono andato vanamente inseguendo.
Sono quindi ritornato, e vi rimango dolcemente e senza rimpianti, ad immergermi nel “mare magnum” di un Umanesimo Integrale che, partorito dal fervido pensiero concettuale di J.Maritain, andrebbe quanto prima riscoperto e diligentemente rimeditato.