Riceviamo dal PD l’intervento di Giuseppe Germani in occasione del consiglio congiunto comunale e provinciale che si è tenuto lunedì scorso sul tema della soppressione del tribunale.
Intervengo a nome del Gruppo consiliare del Partito Democratico, che sostiene la proposta di revisione delle circoscrizioni giudiziarie in Umbria.
Su questo argomento vi è però un peccato originale, si è voluto affrontare la razionalizzazione di una materia così complessa con una legge delega, su proposta del vecchio governo, senza attivare la partecipazione degli organi amministrativi periferici quali regioni e comuni.
Probabilmente, altro dato importante, se gli stessi attori di oggi avessero costituito un tavolo di lavoro, nel quale proporre già più di un anno fa, alla Regione dell’Umbria, di attivarsi per governare il processo di riorganizzazione del territorio di competenza dei tribunali in un quadro complessivo, secondo criteri precisi quali popolazione amministrata, territorio, carichi di lavoro, probabilmente in questo momento avremmo maggiori possibilità di successo.
Noi siamo d’accordo, in linea di massima, con quanto sostenuto dall’Ordine degli avvocati perché non si tratta di semplice protesta, una difesa del campanile, ma di una proposta seria e di buonsenso, finalizzata ovviamente a mantenere in vita il Tribunale di Orvieto ma attraverso un processo di razionalizzazione dell’amministrazione della giustizia.
Si propone di accorpare ad Orvieto il Tribunale di Todi, che è già sede distaccata di un altro Tribunale, quello di Perugia, nonché la circoscrizione territoriale dei Comuni di Alviano, Guardea ed Amelia che al momento sono compresi nel Tribunale di Terni: i numeri ci sarebbero per giustificare l’esistenza del Tribunale di Orvieto e noi del Partito Democratico siamo convinti che questa sia l’unica via percorribile se si vuole tentare, con qualche speranza di successo, di salvare il Tribunale dalla imminente chiusura, senza pensare di prevaricare i confini amministrativi della Regione.
Con un’azione di questo tipo sarebbe migliorata
1. l’efficienza del “servizio di giustizia”,
2. riequilibrato il carico di lavoro dei Tribunali in Umbria,
3. mantenuto il decentramento, che rappresenta un valore,
4. e ottimizzate le risorse,
il tutto senza alcun aggravio di costi per lo Stato.
Con questa impostazione, che ci trova – lo ripeto – pienamente d’accordo, non si tratta solo di difendere un’istituzione cittadina, che di per sé non troverebbe alcuna ragione giustificativa di fronte al provvedimento generale di riduzione della spesa pubblica, e tanto meno di difendere una categoria che proprio per professione sa ben difendersi da sola, ma di riflettere su dati della cui oggettività nessuno può dubitare.
È ovvio che con la chiusura del Tribunale di Orvieto il servizio di giustizia per gli orvietani sarà meno facilmente accessibile e costerà di più.
È ovvio che con la chiusura del Tribunale vi sarebbe un problema di impoverimento della Città.
Altrettanto ovvio è che con la chiusura del Tribunale verrebbe meno un indotto economico significativo.
Ma queste argomentazioni, di per sé anche valide, sono ben poca cosa di fronte ad un processo di riorganizzazione della spesa pubblica che il Governo Monti, un governo d’emergenza non dimentichiamolo, ha dovuto affrontare per evitare che il nostro Paese cadesse nel baratro sul cui ciglio si trovava.
L’intera Nazione è chiamata a fare sacrifici per recuperare gli errori del passato e noi non possiamo presentarci alla Nazione difendendo un’istituzione cittadina solo perché sarà per tutti più gravoso rivolgersi al Tribunale di Terni.
Capite bene che con queste motivazioni le probabilità di essere presi in considerazione sono molto scarse.
Diverso è presentarsi con un progetto che dimostri, dati alla mano, che il provvedimento non produrrebbe quei risultati per i quali è stato posto in essere.
Noi del Partito Democratico siamo minoranza in questa Amministrazione comunale e siamo quindi consapevoli dei limiti del nostro ruolo, ma siamo comunque a sostegno di questa proposta, perché riteniamo che essa abbia in sé una valida ragione giustificativa.
Siamo parimenti convinti però che prima che arrivino altre emergenze, vedi ufficio Decentrato delle Entrate, sia compito della politica avviare una serie di azioni polarizzate
1. a difendere ciò che è rimasto nella Città
2. ad intercettare tutte le possibili ulteriori opportunità,
affinché un meraviglioso contenitore qual è Orvieto non rimanga senza contenuto.
Se non disegniamo da subito un progetto per il futuro di Orvieto, ci ritroveremo qui tra breve a difendere in extremis un altro pezzo di Città.