ORVIETO – “L’alternativa sarebbe stata la chiusura dei nidi”. L’assessore alle Politiche sociali Roberta Tardani spiega così la rivoluzione in atto sul costo del servizio asili nido ad Orvieto che come anticipato ieri non è più calcolato in base alle fasce Isee ma diventa per tutti di 250 euro (180 fino alle 13 invece che fino alle 16). In questo il costo a bambino per il servizio è diventato di 800 euro contro i 1200 precedenti. “Un servizio – commenta l’assessore – che, malgrado l’azzeramento delle risorse per il sociale da parte dello stato centrale, l’amministrazione ha fortemente voluto mantenere”.
“Certamente – prosegue Tardani – abbiamo dovuto effettuare una modifica complessiva dell’intero servizio, tenendo conto delle risorse che l’amministrazione comunale ha a disposizione. Stiamo vivendo un momento di radicale cambiamento nell’erogazione dei servizi a domanda individuale e il confronto con quanto è stato fornito in passato non è più proponibile. Oggi, purtroppo, anche per quei servizi a forte valenza sociale, non si può prescindere dall’aspetto economico e allora va fatta una rigorosa comparazione tra risorse disponibili e capacità massima di copertura dei costi. La scelta di mantenere pubblico il servizio degli asili nido è stata comunque dettata dalla volontà di mantenere alta la qualità dello stesso, elemento che ha sempre contraddistinto gli asili nido del Comune di Orvieto”. “L’aspetto positivo dell’operazione – conclude l’assessore – è che il numero di posti negli asili nido è stato portato da 66 a 96 e viene data una risposta anche al quartiere di Ciconia con un nido di 24 posti presso la struttura Pane e cioccolata”.