Riceviamo dal Gruppo che lavora intorno al progetto “Rifare Orvieto” e che è costituito da quanti hanno sostenuto la mozione che ha “sfiduciato” l’ex segretario Mariani. C’è anche un profilo FB, discutono, pensano, vogliono il rinnovamento dei dirigenti e delle idee. Rigiriamo ai lettori la nota che segue, il documento che pongono in discussione e li invitiamo a visitarli su facebook.
Nota stampa
Si è conclusa ieri ad Orvieto la Festa regionale del Partito Democratico, tradizionale appuntamento estivo che, pur in un periodo difficile come questo, ha visto una risposta da parte dei cittadini ampia e politicamente rilevante, ennesima dimostrazione del desiderio di ritrovare luoghi di partecipazione e di discussione dove affrontare problemi nazionali e locali .
Poter discutere idee e proposte, per disegnare un nuovo sviluppo del territorio; rigenerare la passione per la politica, espressione della società che cambia; determinare una politica non imposta dall’alto ma che sappia stare sulle questioni quotidiane e tra la gente. Questi sono stati gli intendimenti sulle quali abbiamo voluto, con forza, che si organizzasse anche quest’anno la Festa Democratica. I risultati ci hanno dato ragione.
Idee e nuove proposte stanno prendendo corpo, così come forte e chiara la richiesta di rinnovamento della classe dirigente e di un cambiamento di strategia che ci faccia trovare pronti ai prossimi appuntamenti elettorali con un Partito Democratico in grado di rispondere alle problematiche del nostro territorio.
Noi ci assumiamo la responsabilità di iniziare a lavorare per poter rispondere a queste esigenze. Sogniamo una Orvieto diversa, crediamo nella cultura del merito, nella solidarietà, nel rispetto delle regole, nei diritti uguali per tutti. Vogliamo liberare le energie migliori di questa città e costruire un partito che dia voce, forza e concretezza a queste idee.
Il paese sta vivendo una stagione di intenso cambiamento, il PD adesso deve essere capace di intercettare questa fase di rinnovamento, deve saperla interpretare e trarne forza, costruendo un progetto serio e condiviso per rilanciare una nuova idea di futuro.
Intendiamo far tornare la politica tra la gente per radicare e strutturare il partito nel territorio, per valorizzare il merito e per formare una classe politica di alto profilo, capace di innovare e rendere competitivo il territorio.
Vogliamo percorrere la via del cambiamento affinché il Partito Democratico, la più grande intuizione degli ultimi venti anni, possa poggiare su basi solide e possa tornare ad essere un progetto politico plurale ed aperto.
Dal documento presentato nel coordinamento comunale che ha visto le dimissioni del segretario, si parte per avviare la costituzione di una mozione per il congresso che si terrà in autunno così come stabilito e votato dal coordinamento comunale del PD di Orvieto. Siamo quindi entusiasti di poter pubblicare tale documento, che potrà essere trovato in forma integrale su facebook alla pagina “Rifare Orvieto” e verrà presto presentato a tutta la cittadinanza in una serie di incontri sul territorio orvietano.
Chi crede in un partito che sappia interpretare il desiderio di rinnovamento della società, deve assumersi l’impegno di essere protagonista nel difficile processo del cambiamento della classe dirigente e dei modi di far politica.
PARTITO DEMOCRATICO DI ORVIETO
DOCUMENTO POLITICO 2012
II grande cambiamento economico e sociale in atto sta investendo gran parte dei Paesi occidentali
ponendo grandi interrogativi sulla legittimazione e la fiducia delle sue istituzioni. L’Italia si ritrova
immersa in questa crisi con istituzioni arrugginite, uno Stato inefficiente e il peso di ceti parassitari
dediti all’evasione, oltre alla presenza asfissiante della criminalità in vaste zone del Paese, frutto di
un’innovazione mai affrontata e di una modernità mai sfidata.
La riscossa civica di cui il Partito Democratico, con molta fatica, intende farsi portatore, significa
innanzi tutto una riconquista del senso dello Stato, della giustizia sociale e dell’eguaglianza dei
cittadini.
Per realizzarla è fondamentale avere come obiettivo principale la realizzazione dell’articolo primo
della nostra Costituzione : ” L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro”.
La crisi della politica investe anche il nostro territorio e ha visto un crescente distacco tra la nostra
base sociale e le forze politiche ed istituzionali.
Il presente documento nasce dalla convinzione che stiamo vivendo una situazione non più
sostenibile e dalla volontà di avviare immediatamente un’azione diretta a creare le condizioni per un
patto di solidarietà, che intorno ad un’idea di Città aggreghi partiti, associazioni di categoria,
movimenti e singoli cittadini che si riconoscono nei valori di cui il centro-sinistra è portatore e che
abbia il Partito Democratico, maggiormente rappresentativo, al centro di questo processo di
ri unificazione.
Registriamo un diffuso senso di smarrimento nella collettività orvietana. Da un lato c’è
l’Amministrazione comunale, deludente nelle aspettative e pericolosa nelle strategie in atto,
soprattutto per gli effetti recessivi che esse stanno producendo, dall’altro c’è il Partito Democratico,
anch’esso deludente nelle aspettative per il ruolo di opposizione che non sta svolgendo e parimenti
pericoloso nella sua incomprensibile politica di rimessa.
E” nostra convinzione che ad Orvieto il tempo delle fìnte rivoluzioni e delle speranze vane abbia
corroso la coscienza popolare a tal punto da aver affievolito la capacità di riscossa e di rinascita.
Orvieto oggi si trova non governata nonché priva di un’idea e di una visione su cui fondare e
costruire il proprio futuro. Nella percezione dei cittadini il Partito Democratico si trova da troppo
tempo a giocare il ruolo dell’inseguimento, anziché quello dell’alternativa radicale.
La prima sfida che dobbiamo accettare è quella di rovesciare questa percezione e restituire un senso
di affidabilità, perché solo questo legame può costituire la base solida per la crescita economica,
culturale e sociale del nostro Comune e del nostro territorio, di cui come istituzione capofila siamo i
maggiori responsabili.
Per realizzare questo obbiettivo è necessario riconquistare un’autonomia politica basata su un
progetto di sviluppo che ci permetta di confrontarci con il Governo Nazionale, la Regione e la
Provincia e riallacciare un confronto costruttivo con i territori a noi limitrofi.
Il Partito Democratico di Orvieto ha urgente bisogno di un supplemento d’anima e d’identità,
entrambi messi fortemente in crisi dalla mancanza di autonomia politica e decisionale che
gradualmente il nostro partito ha sacrificato sull’altare delle logiche correntizie e delle mediazioni
calate dall’alto. La costituzione dell’organo politico che riunisce la rappresentanza di tutto il Partito-
1
PARTITO DEMOCRATICO DI ORVIETO
DOCUMENTO POLITICO 2012
II grande cambiamento economico e sociale in atto sta investendo gran parte dei Paesi occidentali
ponendo grandi interrogativi sulla legittimazione e la fiducia delle sue istituzioni. L’Italia si ritrova
immersa in questa crisi con istituzioni arrugginite, uno Stato inefficiente e il peso di ceti parassitari
dediti all’evasione, oltre alla presenza asfissiante della criminalità in vaste zone del Paese, frutto di
un’innovazione mai affrontata e di una modernità mai sfidata.
La riscossa civica di cui il Partito Democratico, con molta fatica, intende farsi portatore, significa
innanzi tutto una riconquista del senso dello Stato, della giustizia sociale e dell’eguaglianza dei
cittadini.
Per realizzarla è fondamentale avere come obiettivo principale la realizzazione dell’articolo primo
della nostra Costituzione : ” L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro”.
La crisi della politica investe anche il nostro territorio e ha visto un crescente distacco tra la nostra
base sociale e le forze politiche ed istituzionali.
Il presente documento nasce dalla convinzione che stiamo vivendo una situazione non più
sostenibile e dalla volontà di avviare immediatamente un’azione diretta a creare le condizioni per un
patto di solidarietà, che intorno ad un’idea di Città aggreghi partiti, associazioni di categoria,
movimenti e singoli cittadini che si riconoscono nei valori di cui il centro-sinistra è portatore e che
abbia il Partito Democratico, maggiormente rappresentativo, al centro di questo processo di
ri unificazione.
Registriamo un diffuso senso di smarrimento nella collettività orvietana. Da un lato c’è
l’Amministrazione comunale, deludente nelle aspettative e pericolosa nelle strategie in atto,
soprattutto per gli effetti recessivi che esse stanno producendo, dall’altro c’è il Partito Democratico,
anch’esso deludente nelle aspettative per il ruolo di opposizione che non sta svolgendo e parimenti
pericoloso nella sua incomprensibile politica di rimessa.
E” nostra convinzione che ad Orvieto il tempo delle fìnte rivoluzioni e delle speranze vane abbia
corroso la coscienza popolare a tal punto da aver affievolito la capacità di riscossa e di rinascita.
Orvieto oggi si trova non governata nonché priva di un’idea e di una visione su cui fondare e
costruire il proprio futuro. Nella percezione dei cittadini il Partito Democratico si trova da troppo
tempo a giocare il ruolo dell’inseguimento, anziché quello dell’alternativa radicale.
La prima sfida che dobbiamo accettare è quella di rovesciare questa percezione e restituire un senso
di affidabilità, perché solo questo legame può costituire la base solida per la crescita economica,
culturale e sociale del nostro Comune e del nostro territorio, di cui come istituzione capofila siamo i
maggiori responsabili.
Per realizzare questo obbiettivo è necessario riconquistare un’autonomia politica basata su un
progetto di sviluppo che ci permetta di confrontarci con il Governo Nazionale, la Regione e la
Provincia e riallacciare un confronto costruttivo con i territori a noi limitrofi.
Il Partito Democratico di Orvieto ha urgente bisogno di un supplemento d’anima e d’identità,
entrambi messi fortemente in crisi dalla mancanza di autonomia politica e decisionale che
gradualmente il nostro partito ha sacrificato sull’altare delle logiche correntizie e delle mediazioni
calate dall’alto. La costituzione dell’organo politico che riunisce la rappresentanza di tutto il Partito
1
PARTITO DEMOCRATICO DI ORVIETO
DOCUMENTO POLITICO 2012
Democratico dell’Orvietano rappresenta un primo passo verso l’affermazione di una nuova
autonomia e identità sia del PD e sia del territorio.
Dobbiamo uscire dall’impasse nella quale il Partito Democratico è stato relegato da chi difende lo
status quo, dobbiamo ritrovare luoghi in cui far nascere e sviluppare la partecipazione e la
discussione degli iscritti e dei cittadini tutti. Cӏ forte bisogno di luoghi in cui non si parli di
candidature, ma di idee per disegnare lo sviluppo di un territorio che ha tutte le potenzialità per
risolvere i tanti problemi che lo stanno soffocando; luoghi in cui non si parli di correnti politiche e
di strategie elettorali, che hanno fatto allontanare i cittadini dalla politica e oltre 1/5 dei nostri
iscritti dal Partito, ma in cui si rigeneri la passione per la politica, che sia espressione della società
che cambia, nel confronto con i suoi modelli di socializzazione, una politica non imposta dall’alto
ma che sappia stare sulle questioni quotidiane e tra la gente.
Nostro obiettivo è di non lasciare nulla d’intentato per stabilire una rotta politica ferma e decisa, che
riteniamo sia da troppo tempo assente.
Fondamentale è la costruzione di un’identità politica del nostro partito, spesso vissuto come una
sommatoria di gruppi dirigenti, di ex appartenenze piuttosto che un luogo di condivisione di idee, di
progetti e di azioni.
L’obiettivo, per noi, non può essere che quello di fare il punto sui temi che il nostro territorio ci
pone davanti, assumendo la territorialità quale paradigma su cui fondare le buone politiche e le
buone proposte. La percezione, anche del nostro elettorato, è quella di un partito concentrato su se
stesso e in cui, al di là delle dichiarazioni di facciata, prevalgono regolamenti di conti e conflitti
piuttosto che cooperazione leale e condivisione di un progetto politico identitario forte.
Stanchi di assistere inermi all’immobilismo di un partito che troppo spesso mortifica le sue energie
positive e le sue intelligenze, vogliamo ricostruire un partito che sappia appassionare i suoi elettori e
i suoi militanti con parole chiare e risposte concrete e per fare questo c’è bisogno di competenze, di
saperi, di ricerca, di creatività.
Il Partito Democratico necessita di un nuovo tipo di adesione, che non ripercorra il metodo dello
“pseudo tesseramento” dell’ultimo anno, caratterizzato, anche questo, da logiche di potere e di
numeri, e, quasi, dalla “paura” di fare aderire chi non in linea con le idee della maggioranza. C’è la
necessità di rimettere al centro i valori della condivisione e del protagonismo su un progetto e su
un’idea.
Serve un progetto vero, nuovo, appassionato ed appassionante.
Non ci si può più nascondere. Serve scrivere una pagina nuova.
La BASE alla BASE: i circoli sono alla base di tutto e vanno riorganizzati e sostenuti con strumenti
e risorse, non basta più chiamarli alla mobilitazione o utilizzarli in un’ottica di “lottizzazione” del
consenso. Dobbiamo incentivare attività e iniziative dei circoli in modo che possano contribuire in
modo fattivo alla definizione di un’identità politica più chiara e leggibile del partito; l’identità non è
una formula astratta, ma il risultato di un azione costante di elaborazione e condivisione che nasce
dal coinvolgimento degli iscritti e degli elettori. Da qui si deve ripartire per riconquistare un
rapporto con la Città e attuare una reale democrazia paritaria attraverso politiche concrete di
PARTITO DEMOCRATICO DI ORVIETO
DOCUMENTO POLITICO 2012
facilitazione e sostegno alle donne e ai giovani per sostenere la loro effettiva rappresentanza politica
e non solo la loro presenza nelle liste.
Siamo convinti che questa strada sia indispensabile e sia l’unica percorribile; una strada che passa
inevitabilmente anche attraverso un rinnovamento della classe dirigente, per salvare il nostro partito
da un irreversibile declino.
Abbiamo bisogno di una nuova generazione politica, che non sia soltanto un fatto anagrafico o di
semplice ricambio generazionale ma qualcosa che riguardi una diversa mentalità, fatta prima di ogni
cosa dalla consapevolezza che la politica è essenzialmente servizio: al partito, alla collettività, al
Paese. A chi ha prestato il proprio impegno finora si richiedeva fedeltà e senso di appartenenza,
oggi sono necessarie capacità adeguate alle mutate esigenze di un mondo che cambia e che impone
un nuovo approccio per affrontare tutte le sfide che sono in atto. Questo dovrà essere il criterio da
adottare per la scelta della classe dirigente della Città e di tutte le istituzioni di pubblico interesse.
È nostra convinzione che debba essere avviata un’azione di contrasto al governo cittadino
evidenziando le promesse non mantenute, gli errori sul piano amministrativo, i danni su quello
economico e le regole sempre più costantemente violate dalla Presidenza del Consiglio comunale.
Non è solo una questione di fare opposizione, è anche questione di identità: chi sta in minoranza
controlla e denuncia ciò che non funziona e si prepara per un’alternativa politica e progettuale.
Queste sono le regole della democrazia, ogni altra cosa ne è la negazione. È nostra convinzione che
vada cambiato il passo per recuperare quella credibilità che serve per riportare il Partito
Democratico al governo della Città.
Sentiamo urgente la necessità di riaffermare un ruolo decisivo di direzione sul territorio, di
riappropriarci della capacità di decidere autonomamente, negli organismi dirigenti locali, le priorità
e le tematiche territoriali da sviluppare, rendendo partecipi i cittadini con un pieno coinvolgendo
anche emotivo, attraverso nuovi modelli di partecipazione e di strutture organizzative che si
rivolgano alla base, attraverso un serio confronto con la società, con i settori produttivi, con il
mondo del lavoro.
Siamo per un Partito Democratico che assuma posizioni precise e prenda decisioni chiare e visibili,
che rappresentino la base sulla quale costruire sia il progetto di Orvieto futura sia la coalizione di
centrosinistra che si presenterà alle prossime elezioni.
Tutto questo ce lo chiedono i nostri iscritti, i nostri elettori e tutti quei cittadini che guardano al
Partito Democratico come unica soluzione per difendere le conquiste sociali del passato, per
difendere il lavoro, l’economia del territorio e le prospettive di un futuro che è sempre più incerto e
pieno di difficoltà.
Tutto questo ce lo chiede il nostro senso civico, la nostra etica, la nostra storia, che non sono
negoziabili con le logiche e le dinamiche di posizionamento dei singoli.
Dobbiamo prendere atto che una fase si è chiusa, che oggi, il combinato disposto della crisi
economica e sociale, del taglio delle risorse per gli enti locali e la crisi della politica, in un momento
di transizione verso un nuovo assetto politico e istituzionale, genera incertezza e ansia.
3
PARTITO DEMOCRATICO DI ORVIETO
DOCUMENTO POLITICO 2012
Ora per l’Umbria si apre una fase nuova, scandita dalla riforma endoregionale, un processo
riformatore complesso, che ha l’ambizione di ricomporre equilibri politici, amministrativi e
gestionali con misure innovative dettate da economicità, efficienza ed efficacia. Da questa doppia
crisi, sociale e politica, si esce solo con un nuovo modello di città e con un forte ripensamento dei
motori dell’economia del territorio. Il PD, in fondo, è nato per dare un nuovo futuro alla politica.
Questa è la nostra vera scommessa e possiamo vincerla solo usando tutti gli strumenti che abbiamo
a disposizione, fino alla convocazione di un congresso straordinario, uno strumento in più per
accelerare in direzione di una politica chiara per la città e per il territorio, tramite un confronto
franco e aperto con tutti gli iscritti.
Di seguito riportiamo le principali tematiche sulle quali vorremmo riflettere nei prossimi mesi, con
la convinzione che si tratta di ciò che sta a cuore alla nostra collettività e che da esse si disegnerà il
futuro della Città e del territorio.
1) ECONOMIA E SVILUPPO: la crisi economica che sta attraversando il Paese e, con
effetti ancora più marcati, il nostro territorio ci chiama a pensare ad una crescita e ad uno
sviluppo diversi rispetto a quelli che hanno caratterizzato il recente passato. C’è
l’urgenza di invertire la tendenza degli ultimi tempi che ha visto prevalere più le
strategie di divisione che quelle di unione, sia che queste abbiano riguardato
l’imprenditoria agricola, sia quella artigiana, sia della piccola che della media industria,
sia del terziario tradizionale che di quello avanzato. Per uscire dalla crisi sono necessarie
idee originali ed innovative ma soprattutto l’unità del territorio e delle sue forze; solo su
questa base si potranno affrontare, insieme, le riconversioni aziendali necessarie ad
agganciare le opportunità delle nuove domande provenienti dal mercato sia interno sia
esterno. Se da una parte è indispensabile un cambiamento delle politiche europee e
nazionali, dall’altro bisogna risolvere i vari e numerosi problemi che la questione
economica solleva, primo fra tutti l’efficienza e la celerilà della pubblica
amministrazione nonché la valorizzazione dei punti peculiari di forza della nostra
Regione. Occorre concentrare gli sforzi per contrastare il processo di
deindustrializzazione in atto nella Regione che è sempre più accentuato anche nel
territorio orvietano. Comparti fondamentali dell’economia umbra e nazionale rischiano
di scomparire – valgano per tutti i casi di Merloni e Basell -o messi fortemente in
discussione — come la siderurgia ternana. Per l’Umbria si impone un profondo
ripensamento dei fattori strategici che sono alla base delle politiche del lavoro, aprendo
una “prospettiva solidale” fra tutte le forze produttive che animano il tessuto economico
e sociale della Regione. Decisivo, inoltre, riconoscere e valorizzare le nuove professioni,
attraverso la cosiddetta green economy e i comparti tecnologicamente più avanzati;
fondamentale, infine, guardare a nuove competenze per aprire nuovi spazi di mercato in
ambito anche internazionale, mettendo in risalto l’Umbria come Regione dell’Europa,
affinchè sia fortemente orientata ad alimentare legami e relazioni nel settore del lavoro e
dello sviluppo, allacciando e armonizzando in maniera robusta e sistemica la politica
regionale con quella dell’Unione europea. L’uso intelligente e sostenibile delle risorse
ambientali, paesaggistiche e culturali dovranno rappresentare la base su cui far crescere
nuove forme di sviluppo e di sfruttamento del territorio, nell’ottica di una “Orvieto città
PARTITO DEMOCRATICO DI ORVIETO
DOCUMENTO POLITICO 2012
verde”, che smetta di consumare suolo e che lavori ad una imponente riqualificazione del
costruito perseguendo, attraverso i regolamenti edilizi, alti standard di efficienza
energetica. Occorrono nuove politiche energetiche che dovranno necessariamente
sostituire le risorse tradizionali con quelle alternative: ciò che costituirà non solo una
scelta ecologica, bensì anche una fonte di sviluppo e ricchezza II nostro territorio ospita
la più imponente foresta regionale, quella del Monte Peglia e della Selva di Meana, che
ben potrebbero diventare una risorsa strategica in termini di turismo ecologico e
responsabile. La produzione di energia solare, eolica, delle biomasse, geotermica ed
idrica rappresentano, per il nostro territorio, una importante fonte di sviluppo. La politica
ha il compito e il dovere di governare queste scelte elaborando un vero e proprio piano
strategico comprensoriale.
2) RIFIUTI: altra fonte di opportunità potrebbe essere sicuramente rappresentata dalla
gestione dei rifiuti. Quando nel corso della precedente consiliatura i partiti di
maggioranza progettarono la raccolta differenziata, furono anche progettati una serie di
interventi che avrebbero dovuto creare la “cultura della difesa ambientale”. Quanto più
elevata è, infatti, la coscienza civica tanto maggiore è il risultato che si ottiene, in questo
come in qualsiasi altro settore della comune convivenza. Solo questa coscienza civica
potrebbe consentire di addivenire speditamente ad un sistema di diversificazione spinta e
di riutilizzo dei materiali su tutto il territorio comunale, con la creazione di filiere che
potrebbero determinare concreti risultati anche dal punto di vista occupazionale. In
merito alla questione rifiuti, peraltro, intendiamo ribadire con forza la nostra netta
contrarietà all’apertura di un terzo calanco nella discarica “Le Crete” e ci impegniamo a
lavorare per far emergere progetti alternativi a quelli fino ad ora presentati che,
garantendo e aumentando i livelli occupazionali, salvaguardino l’ambiente dall’utilizzo
jndiscriminato e aprano prospettive diverse anche per le aziende locali.
3) ISTRUZIONE E FORMAZIONE: l’istruzione scientifica e umanistica ha
rappresentato per i nostri giovani e per la Città, un serbatoio di conoscenza, di stimolo e
di ricchezza cui non possiamo rinunciare. Le politiche che il governo di centrodestra ha
portato avanti negli ultimi anni hanno minato questa risorsa. Il Partito Democratico
intende cambiare radicalmente rotta rimettendo al centro del suo progetto la
“formazione” considerata l’elemento fondamentale per costruire e rafforzare un modello
di sviluppo innovativo. E’ oggi, più chex mai, necessario operare in direzione della
qualificazione del lavoro, riprogettando il sistema della formazione e della formazione-
lavoro, tessendo modalità alternative di rapporto tra Università, soggetti produttori di
sapere e cultura e universo produttivo e professionale, riconoscendo e valorizzando le
nuove professioni. Attraverso la cosiddetta green economy e i comparti
tecnologicamente più avanzati, è fondamentale guardare a nuove competenze per aprire
nuovi spazi di mercato in ambito anche internazionale.
4) SANITÀ’: la spesa italiana per la salute resta tra le più basse tra i Paesi europei con noi
confrontabili e il bilancio sanitario della Regione Umbria è in equilibrio. La sanità
rappresenta per il nostro territorio il settore più importante sia per il numero di occupati
sia per le ingenti risorse che si trova a gestire. A fronte di questa grande ricchezza, le
dirigenze sanitarie che si sono susseguite negli ultimi anni poco hanno fatto per
valorizzare progetti che avrebbero risposto adeguatamente alle esigenze del territorio, di
PARTITO DEMOCRATICO DI ORVIETO
DOCUMENTO POLITICO 2012
contro è sempre più visibile la riduzione dei servizi erogati e l’efficienza del nostro
Ospedale. L’Ospedale di Emergenza Urgenza non è stato mai realizzato e le dotazioni di
risorse, personale e attrezzature stanno regredendo anziché progredire. Gli effetti sono
una sempre maggiore insoddisfazione degli operatori e il sempre più accentuato distacco
della cittadinanza. Il Partito Democratico di Orvieto deve agire per ridefinire i rapporti
tra istituzioni, dirigenza della A.S.L. e cittadinanza, affinchè l’Ospedale di Orvieto
conquisti un ruolo da protagonista come polo funzionale, efficiente ed attrattivo rispetto
ai territori limitrofi. La sanità in ogni caso non è solamente servizi ospedalieri, essa è
costituita da tre momenti fondamentali: prevenzione, cura e riabilitazione. È nostra
intenzione puntare fortemente sulla prevenzione non solo per un abbattimento dei costi
ma anche per una migliore qualità della vita dei cittadini. La casa della salute
sicuramente è un esempio di ottimizzazione e messa a rete delle risorse.
5) PATRIMONIO: la Città di Orvieto dispone di un rilevante patrimonio e gode di
condizioni ambientali, sociali ed infrastnitturali idonee a favorire il processo di sviluppo;
le risorse vanno cercate in tutti quegli asset già disponibili, che devono solo essere
meglio gestiti. In particolare si rende necessario sostituire il criterio di svendita che ha
caratterizzato fino ad oggi l’azione dell’Amministrazione comunale con criteri volti alla
valorizzazione del patrimonio pubblico, primo fra tutti il complesso immobiliare della
ex Caserma Piave che incide in maniera significativa sull’assetto socio-economico della
Città: è il nostro capitale per la nascita ed il rilancio di nuove iniziative imprenditoriali in
sintonia con un nuovo Piano di sviluppo della Città.
6) VIABILITÀ’: si tratta di una questione che ancora oggi rappresenta una forte
problematica sia per il centro storico sia per le frazioni; se però fosse opportunamente
affrontata potrebbe trasformarsi in una opportunità: a riguardo ci siano da insegnamento
i criteri già largamente sperimentati, ormai da oltre 40 anni, in Paesi come l’Olanda, la
Francia, la Svizzera e l’Austria che hanno fatto della convivenza nei centri urbani tra
auto ed utenti deboli della strada la loro battaglia di civiltà. Il nostro Partito ha già
espresso la sua idea a riguardo in un documento pubblicato nel giugno del 2011 ispirato
proprio alle esperienze dei Paesi stranieri in questo campo all’avanguadia. Due sono le
diverse realtà nel nostro Comune e due sono le diverse soluzioni che riteniamo attuabili:
a) il centro storico, che andrebbe per quanto possibile pedonalizzato ma non isolato con
provvedimenti di chiusura totale, tenendo quindi in considerazione le esigenze dei
residenti e delle attività commerciali utilizzando tecniche che difendano la vivibilità
dello spazio urbano dagli impatti negativi del traffico; b) le frazioni, dove i criteri di
moderazione del traffico come le Zone 30, gli attraversamenti pedonali sfalzati con isole
salvagente e le Zone residenziali devono abbinare la fruibilità degli ambienti con la
sicurezza e la qualità urbana. A quanto sopra va dato con urgenza concreta attuazione.
7) INFRASTRUTTURE: il nostro territorio gode sicuramente di una posizione favorevole
e soffre meno di altri la carenza di infrastrutture e di servizi primari. Negli ultimi anni
però anche qui c’è stato un arretramento significativo. L’Alta Velocità ferroviaria invece
di avvicinare Roma e Firenze le ha paradossalmente allontanate da Orvieto, per il fatto
che i servizi locali sono stati ridotti; il casello autostradale Orvieto Nord ancora non vede
la luce; la rete di Centralcom ancora non ha dato frutti; la ridefinizione dei contratti per
la rete del GAS sembra essere considerata una mera questione burocratica. Per non
PARTITO DEMOCRATICO DI ORVIETO
DOCUMENTO POLITICO 2012
parlare del Bacino Imbrifero Montano che neanche viene preso in considerazione,’
mentre le sue risorse vengono sfruttate da società multinazionali, con pochissime
ricadute sul territorio locale, come è il caso della diga di Corbara.
8) UNIONE DEI COMUNI: le riforme istituzionali che la Presidente della Regione
Catiuscia Marini sta cercando con fatica di attuare rappresentano un importante fattore
innovativo per la nostra Regione, per questo crediamo che meriti tutto il nostro sostegno.
La costruzione dell'”Unione dei Comuni”, che riguarderà anche il nostro territorio, ci
sembra uno dei migliori strumenti a disposizione di cittadini e amministratori locali per
riappropriarsi del governo complessivo del territorio, riunirlo e coordinarlo attorno ad
una rinnovata idea di identità e del proprio futuro. Servirà però redigere un progetto
politico istituzionale per promuoverne la crescita civile, economica e sociale e uno
sviluppo sostenibile e di qualità. Favorire la progressiva integrazione tra i Comuni
dell’Orvietano, al fine di gestire con efficienza ed efficacia le funzioni e i servizi ai
cittadini nell’intero territorio, pur mantenendo in capo ai singoli Enti l’esercizio delle
funzioni amministrative che più da vicino ne caratterizzano la peculiarità, rappresenta,
oggi, una scelta politica coraggiosa e lungimirante in grado di dare più forza e
autorevolezza al nostro territorio. Crediamo che attraverso 1 “”Unione dei Comuni” si
possa valorizzare in pieno il potenziale economico, sociale, culturale e umano del nostro
territorio; il Partito Democratico, governando la maggior parte dei Comuni, è chiamato
ad una grande responsabilità e a svolgere un ruolo da protagonista in questo progetto.
9) PATTO TERRITORIALE PER IL SOCIALE: le politiche nazionali e del governo
cittadino stanno mettendo a rischio tutte le caratteristiche positive che hanno
contraddistinto la rete sociale che, con grande fatica ed enormi sacrifìci, le
amministrazioni comunali del nostro territorio sono riuscite a costruire negli anni. Tutto
ciò sta portando ad una riduzione significativa dei servizi in favore delle classi sociali
più deboli e bisognose. Tutto ciò è per noi inaccettabile. Il Partito Democratico si deve
maggiormente impegnare per costruire una nuova rete di convergenze tra pubblico e
privato che veda anche le fondazioni presenti nella nostra Città, a partire da quella
bancaria, diversamente protagonisti rispetto alla situazione attuale.
10) LA NOSTRA CULTURA: Orvieto e il territorio orvietano dispongono di un ingente
patrimonio storico, artistico, ambientale e culturale. Ma soprattutto c’è una cultura
diffusa che ha permesso lo sviluppo di un artigianato raffinato, di una vitivinicultura di
grande valore, di esperienze creative in vari campi. Da qui si può ripartire per uno
sviluppo basato sulle proprie risorse che faccia della conoscenza, del fare e del saper fare
il perno di una nuova economia.
Quali le ALLEANZE? Con tutte quelle forze che si riconoscono nei valori e nei progetti sopra
esposti, con le associazioni, le organizzazioni sociali, con quanti quotidianamente si impegnano sul
territorio per produrre inclusione sociale, e con le aziende che, pur tra mille difficoltà, fanno
impresa in un sistema globalizzato. Di fronte agli enormi mutamenti in atto, al ritrarsi del welfare,
ai vincoli finanziari, alla riduzione delle risorse, noi proponiamo un grande patto di solidarietà e una
forte azione sinergica.
A cavallo tra l’Ottocento ed il Novecento le classi lavoratoci seppero dare risposte ai bisogni
emergenti, che erano ignorati dalle classi dirigenti. C’erano azioni sindacali e di lotta contro i
padroni e le autorità statali. E c’era anche una “solidarietà positiva” che esaltava la capacità di
proposta e autorganizzazione dei ceti popolari. Nacquero così cooperative di produzione, società di
mutuo soccorso, casse rurali, università popolari, case del popolo. In quelle esperienze si
incontrarono etica e bisogni. Oggi, forse, siamo dinanzi ad una ricomposizione di deboli tracce di
quel mondo che fu messo ai margini dal conflitto tra capitale e lavoro.
Questi sono alcuni dei temi sui quali vorremmo riflettere da qui ai prossimi mesi. La loro
incompiutezza sarà certamente riempita dalla discussione e dal ruolo che la politica saprà svolgere.
“Se la politica non vuole morire, deve saper mostrare ” (Ludwig Wittgenstein). Essa può recuperare
credito solo se si riempie di persone capaci di dare piuttosto che di chiedere e se dimostra di essere
un’attività che s’ispira a valori ed interessi collettivi.
Quanti hanno sottoscritto questo documento, unitamente a quanti di noi hanno preso le distanze
dagli organismi dirigenti, lo hanno fatto solo per non essere compiici di un modo di fare politica che
non gli appartiene. Non ci sono personalismi in questa azione, al contrario c’è un forte senso di
appartenenza al Partito Democratico.
Qui siamo e qui restiamo, perché riteniamo che il patrimonio politico e culturale del Partito
Democratico sia il risultato dell’impegno di uomini e donne che hanno dedicato la propria vita a
sostenere i valori di cui il Partito è espressione e che anche solo per questo meriterebbe di essere
difeso e valorizzato.
Ma quel patrimonio è molto altro: è onestà, anche intellettuale, è legalità, è giustizia, è senso civico,
è prospettiva di un futuro migliore.
A questi valori questo documento si ispira, all’adozione massima di questi valori quanti lo hanno
sottoscritto vogliono arrivare utilizzando tutti gli strumenti di democrazia interna che le regole del
Partito Democratico mettono a disposizione.