I consiglieri comunali Annarita Mortini e Marco Moscetti intervengono nel dibattito sulla retta unica decisa dalla Giunta e contestano l’intervento del PdL, ovviamente a sostegno della scelta che elimina L’ISEE e parifica l’importo da erogare indipendentemente dalle condizioni della famiglia del bambino.
Segue la nota diffusa.
“Interveniamo sulla vicenda degli asili nido come genitori e come consiglieri comunali. Lo facciamo per denunciare la sconcertante argomentazione usata dal PDL per giustificare il ricorso alla retta unica e l’abolizione dell’ISEE come strumento di accesso all’eventuale esenzione.
Il “ragionamento” del PDL è pressoché questo: poiché l’ISEE non dà certezze (perché c’è sempre chi evade le tasse), facciamo pagare tanto ai ricchi tanto ai poveri la medesima cifra per accedere ai servizi di asilo nido. Tanto, dicono dal PDL, tra ricchi e poveri non c’è alcuna differenza. E chi mette ricchi e poveri in contrapposizione lo fa in maniera “pelosa” e “strumentale”. Quindi se non c’è differenza, perché usare criteri di progressività come indicato dall’art. 53 della Costituzione?
Del resto, dicono sempre dal PDL di Orvieto, “l’erogazione del Servizio di Asilo nido non è un obbligo per i Comuni”. Capito l’antifona? Le donne zitte in casa ad accudire i figli piccoli, gli uomini al lavoro (quando c’è ma ultimamente neanche tanto). Per il PDL di Orvieto gli asili nido mica fanno parte degli strumenti politici di trasformazione del paese tali da consentire alle donne di poter lavorare (visto che lavorano in poche – il 46 per centro della popolazione femminile) e di far crescere i figli in ambienti stimolanti…
Per il PDL di Orvieto gli asili nido mica vengono considerati strumenti di lotta contro le disuguaglianze di partenza (la stragrande maggioranza delle ricerche concordano sul fatto che i bambini che frequentano buoni asili – soprattutto bambini che nascono in famiglie svantaggiate – hanno maggiori probabilità di sviluppare talenti, di iniziare col piede giusto il proprio percorso di vita.
Gli Asili Nido fanno parte delle politiche di sviluppo di un territorio al pari delle zone industriali, della viabilità e della formazione alta e bassa che sia. Ma questo il PDL non lo vuole capire. Il problema della nostra città è troppi dotti si cimentano con i conti e pochissimi con le prospettive, i contenuti culturali dell’azione politica e amministrativa, le idee che mettono in moto un cambiamento reale.
Noi vogliamo contrastare questo ritorno all’Ottocento. I dati sulla povertà in Umbria sono allarmanti e le crisi che attanaglia Orvieto e l’Orvietano ancora non ha smesso di scuotere le sicurezze di famiglie e imprese. Per questo non possiamo accettare che chi mangia brioches ci venga poi a spiegare che la contrapposizione tra “ricchi” e “poveri” sia il frutto di una logica classista e strumentale e che pertanto bisogna pagare tutti la medesima retta.
Ma poiché “senza lillere non se lallera”, cosa proponiamo per far tornare i conti e dissuadere i furbi?
1) adottare l’ISEE Istantaneo, che tiene conto della situazione economica al momento della richiesta. È una soluzione che molti comuni stanno praticando proprio per fronteggiare gli effetti della persistente crisi economica sulle famiglie (cassa integrazione, mobilità, licenziamenti), effetti che possono manifestarsi in maniera imprevista.
2) far funzionare gli strumenti di contrasto all’evasione fiscale che già ci sono e rispetto ai quali il Comune di Orvieto ha già manifestato il proprio consenso con l’adesione (Delibera G.M n.40 del 28/04/2012) al Protocollo di Intesa in materia di contrasto all’evasione fiscale sottoscritto dall’Agenzia delle Entrate direzione regionale Umbria con l’ANCI Umbria (e che dovrebbe garantire della trasparenza delle dichiarazioni ISEE presentate).
Tornando al provvedimento della giunta, ci troviamo per l’ennesima volta dinanzi ad una proposta pasticciata e approssimativa. A dimostrazione di ciò i tempi ristretti con i quali si vorrebbe attivare questa “rivoluzione dei nidi”, il cui bando di assegnazione deve essere ancora pubblicato. Tale ritardo lascia le famiglie – tutte e non solo quelle in cui legame è stato sancito dal matrimonio – nell’incertezza se procedere all’iscrizione al nido comunale oppure ad un nido privato. Ci sia consentito inoltre di segnalare che lo sbandierato aumento del 30% dei posti disponibili altro non è che la conseguenza della trasformazione in Nido delle “Aree bambini”. Per accedere a quest’ultime si spendeva circa 80/100 euro. Oggi più o meno il doppio. Ma il reddito, a dire del PDL, è diventato ormai una variabile indipendente, classista, pelosa e strumentale…
Per concludere una domanda alla giunta: sono stati previsti riduzioni per quanti hanno più di un figlio da iscrivere al nido? Il bando di gara non dice nulla a riguardo e quindi chi si trova in quella particolare condizione rischia di sborsare dai 500 euro in su. Ma perché preoccuparsi? Non è stata forse abolita dal PDL orvietano l’ormai anacronistica differenza tra “ricchi” e “poveri”?
Anna Rita Mortini
Marco Moscetti