Le osservazioni di Massimo Gnagnarini sulla soppressione del tribunale sono letteralmente “antipatiche” ( anti = contro; páthos = sentimento), cioè fanno arrabbiare. Ma esse rispecchiano l’opinione della stragrande maggioranza degli Italiani che non vivono in cittadine amputate del tribunale. Gli Italiani, probabilmente, non capiscono quanto, come e perché, sopprimendo alcuni tribunali si risparmi, se si tiene conto anche dei costi sociali, cioè i disagi per i cittadini e per gli operatori della giustizia. Ciò nonostante, credo che siano convinti che, in mancanza di serie riforme che nessuno ha la forza di fare, questi colpi d’ascia del governo tecnico per compiacere l’Europa, siano meglio di niente. Servono a far vedere che, non potendo colpire i forti, almeno si ha forza di colpire i deboli. Quindi il sacrificio di alcune cittadine e dei paesi dei loro distretti fa arrabbiare solo quegli Italiani che lì ci vivono, perché la ferita è profonda e dolorosa ed è inferta vilmente, senza adeguata informazione e preparazione e, soprattutto, da uno Stato che è debole anche quando s’aggrappa al salvagente di un governo tecnico.
Dunque la rabbia del Orvietani, in quanto tali, è sacrosanta, in quanto Italiani è inutile.