Riceviamo e pubblichiamo la Lettera di Gianni Cardinali
LETTERA APERTA
Sig. Sindaco
Davide Lisei
Montecchio
Oggetto: ipotesi di una centrale a biogas nella zona di Cordigliano nel Comune di Montecchio
Il 22 luglio 2012, mentre stavo sfogliando “La repubblica”, sono stato colpito da un trafiletto molto significativo riguardante un intervento parlamentare contrario all’ipotesi in oggetto.
In particolare sono stato colpito dal fatto che, pur in poche righe, risaltava l’importanza dell’Oasi di Alviano e non quella del Parco del Tevere che non esiste (o meglio è esistito per gettare al vento un bel po’ di soldi comunitari sperperati per opere illusorie quanto inutili!!), per giustificare la contrarietà per un’ opera che con quel territorio non ha alcun senso.
Senza voler entrare nei tecnicismi, per produrre biogas (miscuglio in cui la maggiore componente è metano), da utilizzare direttamente o per produrre energia elettrica da vendere all’ENEL, occorre materia prima che microrganismi specializzati in attività senza ossigeno, per questo anaerobie e per questo potenzialmente “puzzolenti”, dovrebbero trasformare nel gas pregiato che si chiama metano.
Le materie prime possono essere:
gli escrementi di animali da allevamento (in un vasto circondario, salvo qualche piccolo allevamento di polli, non ce ne sono);
scarti agro-industriali (non mi sembra che la zona sia famosa per attività di questo tipo);
fanghi di depurazione (a parte la necessità di un ottimo funzionamento dei depuratori, non ci sarebbe materiale sufficiente a causa della scarsità di popolazione);
frazione organica dei rifiuti (non sembra di essere famosi per la capacità di differenziazione dei rifiuti);
residui di colture specializzate (anche in questo caso siamo piuttosto indietro);
colture specifiche appositamente predisposte per lo scopo.
Come vede, in tutti i casi, tranne uno, l’ultimo, che però andava previsto in un piano organico intelligente, previdente e lungimirante che non sembra ci sia, occorre immaginare un ipertraffico che la zona non vuole e non può sostenere, anche per l’esistenza dell’Oasi di Alviano alla quale, spero mi sia consentito, ho dedicato quasi 40 anni della mia vita fin dal lontano 1971.
Quando ancora operavo in zona, tutti insieme siamo riusciti a sventare molte operazioni discutibili, a partire da una discarica per rifiuti speciali in Comune di Guardea.
Allora tutta la comunità si è trovata unita, oggi mi sembra piuttosto disgregata se non fosse per la comparsa dei soliti benemeriti comitati che ogni volta che occorre insorgono con forza se non altro per discutere un po’.
Non è certo un suggerimento ma, se l’intelligenza e non il piacere speculativo legato agli incentivi per il chilovattore, avessero messo in piedi un progetto di attività agro industriale, con produzione di colture specifiche in tutta la pur piccola valle del Tevere, tra l’altro “servita” da un impianto di irrigazione legato all’acqua della centrale di Baschi, che da anni è solo costato il solito salasso di denaro pubblico, l’operazione avrebbe potuto avere un senso, pur da discutere nei dettagli non sempre convenienti da tutti i punti di vista.
Per ultimo, a sostegno di questi presupposti, non può essere sottaciuta una nota di colore che mi è stata raccontata da amici testimoni: non più tardi di venti giorni fa, nella sala consiliare del Comune di Narni, l’ex Sindaco di Orvieto Stefano Cimicchi, ha proposto e presentato alla comunità narnese un progetto di biodigestore (traduci centrale a biogas).
Ebbene! Sicuramente sono prevenuto, ma un progetto presentato dall’uomo dei debiti del Comune di Orvieto e da me ribattezzato il Sindaco del diluvio edilizio nella città, non può deporre al suo valore.