BAGNOREGIO – Nella memoria collettiva è Don Lello. Per tutti. Una figura luminosa: esempio, e rifermento, per le diverse generazioni della comunità bagnorese. Sono stati festeggiati, nella Cattedrale di San Donato a Bagnoregio, i 50 anni di sacerdozio di Don Raffaele Ponziani.
“Gratitudine, riconoscenza, stima e, se mi permette, affetto: sono questi i sentimenti con i quali la comunità bagnorese, che mi onoro di rappresentare, la festeggia oggi, Don Raffaele, in occasione di una ricorrenza che si inserisce a pieno titolo nell’albo d’oro della nostra storia cittadina”. A sostenerlo, nel corso della celebrazione, il sindaco di Bagnoregio, Francesco Bigiotti.
“Di lei, don Lello, come tutti noi, molto familiarmente, l’abbiamo sempre chiamata – ha proseguito il sindaco – ognuno riserva dei ricordi personali, quasi fosse un confidente, un caro amico sapiente a cui affidare gli sfoghi o le speranze, i dolori e le gioie che la vita, ineluttabilmente, alterna nelle nostre esistenze. In virtù di una grazia che la fede riserva agli animi nobili lei, infatti, è da sempre un faro per le nostre quotidianità fatte di passioni e di affanni”.
Don Raffaele lo è stato prima, quando da titolare di questa parrocchia ne ha fatto il fulcro di un’intensa e appassionata attività di testimonianza della fede attraverso il coinvolgimento operoso dei parrocchiani, promosso privilegiando i più giovani, ai quali ha trasmesso i valori e i principi a cui ha dedicato la sua vita. E ha proseguito, quando in virtù di una non comune conoscenza della parola di Dio messa al servizio della chiesa, ha assunto prestigiosi e impegnativi incarichi che non gli hanno mai fatto attenuare il legame profondo che la unisce tuttora alla sua gente, alla sua città.
“Anch’io – ha affermato il sindaco Bigiotti – come credo molti altri che sono qui oggi, ho di lei memorie indelebili: alcune sono immagini legate alla fanciullezza, comuni a quelle di coloro che hanno condiviso con me l’esperienza delle giornate passate con lei all’oratorio, del quale era anima e motore. Quelle a cui sono più legato sono le infuocate partite di calcio che seguivano il tempo passato in aula, quando decine di bambini rincorrevano un pallone insieme a un giovane sacerdote che tratteneva con le mani la tonaca imbiancata dalla polvere. L’entusiasmo con cui ci accompagnava allora sul sentiero della vita, forte di una fede autentica, contagiosa, hanno per molti di noi costituito un caposaldo che, passati gli anni, rimane l’esempio più fulgido a cui uniformare l’azione quotidiana”.
Il suo essere cristiano a tutto tondo è la manifestazione di una coerenza alla quale nessuna persona di buona volontà può sfuggire, così come il suo agire, fatto di opere che danno corpo alle parole, ci guida e ci indirizza in questi tempi complicati e confusi. Un grazie profondo, e sentito, a don Raffaele.
“Grazie per aver dedicato 50 anni della sua esistenza alla nostra cura – ha concluso il sindaco – mettendo sempre la fede e la carità cristiana a disposizione di chi ne ha avuto e, ne ha sempre più bisogno”.