Ho partecipato all’insediamento del nuovo Vescovo, Mons. Tuzia, Benedetto, che ha preso possesso della sua Diocesi sabato scorso. La Chiesa e la comunità cattolica orvietana ha così il suo nuovo Pastore e prova aritrovare quell’unità e fratellanza che con la “rinunzia” di Giovanni Scanavino si era persa. Ma di strada da fare mi pare che ce ne sia ancora tanta. Lo dico da cronista abituato a raccontare un evento, un fatto. E se devo rimanere ai fatti non posso fare finta di nulla. Non ho visto quel calore che forse in molti si aspettavano. Il Vescovo arriva in una comunità ancora divisa, che non ha accettato che Giovanni Scanavino abbia“dovuto” lasciare la guida pastorale della diocesi con questa formula della “rinunzia” che, sono stati in molti a dirlo, somiglia molto ad una
costrizione. Lui, Pastore della Chiesa, l’ha accettato per sottomissione alla regola.
Ma, come ripeto, rimaniamo ai fatti. Le diverse parrocchie hanno ricordato ai fedeli, la settimana precedente, che ci sarebbe stata la cerimonia di insediamento del nuovo Vescovo. Così il sistema di Protezione civile, i vigili urbani, si sono organizzati per gestire l’afflusso dei tanti fedeli in città. Parcheggi predisposti, percorsi, blocchi stradali. Non è servito. I parcheggi sono rimasti liberi in gran parte e forse mi sono detto al mio arrivo ad Orvieto il problema era il caldo tremendo di queste giornate. Anche Piazza Duomo era transennata, in attesa di Monsignor Tuzia, accompagnato dal Cardinale Vicario Emerito Camillo Ruini e il Vicario Cardinale Agostino Vallino: non serviva tutta questa attenzione. Piazza Duomo non traboccava di fedeli che, quando sono entrati nella Cattedrale, l’hanno riempita solo per i due terzi. Poi, per continuare a raccontare i fatti, c’è da segnalare che quando dall’esterno il nuovo Vescovo Benedetto ha citato Giovanni Scanavino, gli applausi nella Basilica sono stati scroscianti.
Il corteo, dopo i saluti di rito, è entrato in Duomo. Prima del nuovo Pastore diocesano hanno sfilato i vescovi umbri, i titolari delle diverse parrocchie. Monsignor Marra, che ha retto la diocesi nel periodo di vacanza, e il Vescovo emerito di Orvieto Todi Giovanni Scanavino. Quando lui, con le mani giunte, ha fatto accesso in Duomo sono scoppiati nuovamente gli applausi. Lo hanno accompagnato dal suo ingresso in Cattedrale sino al suo arrivo sull’altare. Apllausi decisi, sentiti,
forti. Forti a tal punto che dalle prime file, ci si interrogava se fosse già il segnale di plauso per l’accesso in Cattedrale del nuovo Vescovo.
No, erano tutti segnali di affetto per Padre Giovanni. Questo è il racconto di quello che ho visto e sentito. Raccontato, spero, con oggettività che ogni persona presente e in buona fede può attestare.
Insomma: se all’insediamento del nuovo Vescovo di Orvieto Mons. Tuzia c’era un terzo della Cattedrale vuota. Se all’ingresso in Duomo gli applausi più forti e sentiti non erano per lui ma per il Vescovo emerito Giovanni Scanavino. Se i parcheggi erano liberi, piazza del Duomo vuota con gli altoparlanti che raccontavano la cerimonia alle macchine parcheggiate e agli autisti. Se lo spiegamento di vigili urbani e forze dell’ordine era disimpegnato. Se anche la presenza di S.E. Camillo Ruini è passata quasi inosservata. Beh, se è successo tutto questo vogliamo dire
che la colpa è stata del caldo, di Scipione e di Caronte o forse è bene dire che chi ha pensato di allontanare Scanavino dal suo ruolo di Pastore ha fatto una gran cavolata che gli orvietani ancora non riescono a digerire? Nel loro piccolo, a volte, anche le pecorelle si arrabbiano!
Ovviamente, da fedele, faccio i miei più fervidi auguri a Monsignor Tuzia per la sua guida pastorale di questa nostra Diocesi. Vuole portare pace e serenità, ce ne è bisogno. E sono convinto che, non so in che termini e con quali ipotesi, che nella ricerca di questa serenità Padre Giovanni,
Vescovo emerito e amato dai fedeli orvietani, possa essere d’aiuto.
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ORVIETO – E’ un Teatro Mancinelli sold out quello che attende Chiara Francini domenica 17 novembre alle 18 a Orvieto....