La scelta fatta dal Sindaco di posizionare il suo ufficio a piazza Corsica per dimostrare tutta la sua contrarietà al provvedimento che propone di sopprimere il Tribunale di Orvieto ha in sé una forza dirompente che non può essere solamente circoscritta alla seppur giustissima battaglia in difesa degli Uffici Giudiziari. In una città apatica come la nostra, l’azione di Concina ha messo in moto un processo virtuoso teso a sensibilizzare la città e le sue diverse articolazioni sociali ed economiche per portare avanti – tutti insieme – una battaglia che, seppur difficilissima, è ancora tutta da giocare: ma il gesto del Sindaco è anche un grandissimo esempio di risveglio della politica ed è la dimostrazione che chi ha responsabilità politiche apicali non può nascondersi o vivacchiare nelle stanze dei palazzi, ma ha l’obbligo di stare accanto alla sua gente ed alla comunità che ha l’onore e l’onere di rappresentare. In politica, come nella vita, contano gli esempi. Da ieri Concina ha dato l’esempio che per una battaglia giusta e sacrosanta si debbono fare dei sacrifici, anche pesanti. Sappiamo tutti, compreso il Sindaco, che non sarà questo gesto a modificare il decreto; ma sappiamo tutti, compreso il Sindaco, che questo gesto ha avuto la forza di far penetrare la questione della soppressione del Tribunale nelle maglie della società orvietana, oltre ad aver fatto comprendere alla città che di fronte alle battaglie che hanno per oggetto gli interessi generali e diffusi occorre superare le divisioni e gli steccati. Chi pensa che la difesa del Tribunale sia solamente una questione degli avvocati e di qualche dipendente si sbaglia di grosso: difendere il Tribunale di Orvieto non vuol dire soltanto difendere la storia e la cultura secolare della città (e già sarebbe sufficiente); difendere il Tribunale significa non far scivolare Orvieto da città a paesone; difendere il Tribunale significa far rimanere sul territorio tutti i servizi collegati con le rispettive professionalità che vi operano e che producono reddito; difendere il Tribunale vuol dire tutelare tutti i corpi sociali intermedi e tutto il territorio che ha sempre visto Orvieto come punto di riferimento. Nel mettersi a capo di questa lotta, Concina ha plasticamente rappresentato quella che è la vera sostanza del problema e la sua dicotomia. Da un lato, nascondendosi dietro ricette efficientiste e rigoriste, i poteri forti che tentano di destrutturare lo Stato e la sua ossatura (imprese familiari, professioni, attività di vicinato) per creare dei blocchi di potere su cui mettere le mani; dall’altro lato ci sono i territori e le comunità con le loro storie, il loro senso di appartenenza ed i loro servizi ai cittadini. Il Tribunale non è solo il luogo dove si fanno le cause; il Tribunale, insieme all’ospedale, alle scuole, al Palazzo del Comune ed al Duomo, è parte integrante della nostra comunità ed è un pilastro fondamentale della nostra realtà cittadina. In questo momento difficile per Orvieto, il Sindaco ha dato prova di essere alla testa della sua città ed ha dimostrato che per raggiungere gli obiettivi difficili non si può prescindere dal rafforzare i legami con il territorio e con la comunità. La battaglia è iniziata. Verrà vinta solamente se tutta la città ne sarà partecipe.