Raccolta di luglio
Gli assessori orvietani siedono su poltrone con impianto di auto espulsione molto collaudato. Tecnicamente: “assessore eiettabile”.
Poiché la storia non si cancella, gl’Italiani considerano la democrazia un fenomeno transitorio. E ne approfittano. Ma poi, coerentemente, si rassegnano a essere governati da un direttorio.
Col nostro enorme risparmio privato, nonostante l’enorme debito pubblico, possiamo cavarcela. È questo che fa incazzare i Tedeschi.
La Germania sta mettendo in ginocchio i Paesi indebitati. Ma le conviene sferrare il colpo letale? Che se ne fa di debitori morti?
La drogheria degli Svizzeri sarà un profumato ricordo. Profumo di caffè, d’intelligenza e di lavoro. Ci stiamo illudendo di poter vivere di soli ricordi.
Secondo il vocabolario Zingarelli il gruppo “è un insieme di cose o di persone riunite, accostate l’una all’altra”. Nel consiglio comunale di Orvieto vi sono cinque gruppi composti da un solo consigliere, che si dichiara capogruppo. E il capogruppo, sempre secondo lo Zingarelli, è “chi dirige, coordina, guida, un gruppo di persone”. Tra le libertà che ci garantisce la democrazia c’è pure quella dal senso del ridicolo.
Terremoti, inondazioni e pestilenze sono ceffoni della natura che diventano catastrofi a causa della stupidità umana: sovrappopolazione, concentrazione nelle città, edifici fragili, centrali nucleari ecc.
Lo spread è l’indice della sfiducia che ha il mercato nella capacità dei popoli di pagare i debiti. Ma chi è il mercato? Ho l’impressione che sia un gruppetto di malfattori che predicono terremoti per comprarci la casa a prezzo stracciato.
La serietà e la disciplina dei Tedeschi sarà pure molto apprezzabile, ma ha portato sempre guai.
Molti astuti economisti ci ricordano che l’America uscì dalla grande recessione grazie a forti iniezioni di capitale pubblico nell’economia. Ma sono sessant’anni che lo Stato, in Italia, inietta capitale pubblico nell’economia, tanto che non ha più i capitali e nemmeno la siringa.
Un italiano consuma quanto 30 somali. Così imparano a voler fare da soli.
Gli ecologisti ci avvertono che, di questo passo, la specie umana va rapidamente verso l’estinzione. È quello che dicevano alla foca monaca quando, per ingordigia di pesce, s’andava a infilare nelle reti dei pescatori.
Secondo Churchill, “un politico guarda alle prossime elezioni mentre uno statista guarda alle prossime generazioni”. Manca una terza categoria: quella del politico orvietano. Che non guarda a niente.
Molti italiani, per solidarietà, vanno in vacanza in Grecia. I Greci li accolgono con un “a buon rendere”.
La rupe orvietana sta su grazie ai chiodi pagati dallo Stato. Speriamo che tengano.
C’è chi s’arrabbia perché l’opposizione sta aspettando la scadenza naturale dell’amministrazione Concina. Ma che c’è di più naturale?
La palazzina comando dell’ex caserma Piave è stata messa all’asta dal comune per ripianare il bilancio. Ma, con questi chiari di luna, nessuno la comprerà. E sarà pure difficile regalarla.
Se Orvieto perde il Tribunale, rimane libera l’ex Casa del Fascio, che verrà messa all’asta per pagare i debiti del regime. Ma non di quello fascista.
La prova più convincente della storicità del Miracolo di Bolsena è che gli Orvietani, se si fossero inventati il Miracolo, l’avrebbero fatto accadere sulla rupe. Se non altro, per evitare l’imbarazzo che provano ogni volta che espongono il Sacro Corporale e devono ammettere che la reliquia viene da Bolsena.
La faziosità politica, come ogni altra faziosità, è una forma di tossicodipendenza. Dà piaceri artificiali e malsani ed è difficilmente curabile.