Il presidente Leoni nel suo appello ricorda alcune delle problematiche più significative che affliggono la nostra civiltà e che la ricerca scientifica e i media hanno portato all’attenzione della pubblica opinione. La civiltà basata sui combustibili fossili causa l’incremento di concentrazione di gas serra nell’atmosfera che a sua volta provoca, almeno in parte, il riscaldamento del pianeta. Gli effetti più evidenti dell’aumento della temperatura media della Terra sono lo scioglimento dei ghiacciai polari e di alta montagna, l’incremento di eventi meteorologici estremi (uragani, piene, alluvioni, ecc.), ma anche effetti sulla biodiversità, con la scomparsa di specie e la migrazione di altre e l’alterazione degli equilibri ecologici. Da questo quadro, il presidente Leoni auspica il finanziamento di borse di studio sulla biotecnologia per la specializzazione di giovani ricercatori e per creare nuovi laboratori ad Orvieto, per l’applicazione delle biotecnologie al settore delle energie rinnovabili, come le biomasse vegetali, le bioenergie, il biogas e l’idrogeno.
Questo auspicio può essere realizzato e, anzi, è già in corso di realizzazione. Infatti, nell’orvietano, e specificatamente a Porano, esistono e sono attivi i laboratori di ricerca dell’Istituto di Biologia Agroambientale e Forestale (IBAF) del CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche), che annovera tra le sue tematiche di ricerca proprio le biotecnologie finalizzate allo studio della biodiversità vegetale e alla produzione di biomasse vegetali per la produzione di energia e biocombustibili. Inoltre si studia il bilancio di gas serra in ecosistemi agricoli e forestali, ma anche in ecosistemi urbani e metropolitani.
La sede di Porano dell’IBAF, che festeggerà il 30° anniversario dalla nascita il prossimo anno 2013, è la sede principale dell’Istituto che ha altre tre sedi esattamente nell’area della Ricerca di Roma-Montelibretti, a Legnaro (Padova) e a Napoli.
L’istituto è sede di dottorati di ricerca svolti in collaborazione con l’Università della Tuscia, con l’Università di Perugia e altri atenei italiani e internazionali e numerosi tirocinanti sono ospitati nei suoi laboratori. I ricercatori dell’IBAF CNR occupano livelli di leadership scientifica nazionale e internazionale e contribuiscono efficacemente, mediante progetti di ricerca nazionali e, soprattutto internazionali, allo studio delle biotecnologie, della genomica, della biochimica e fisiologia di piante utili sia per la produzione di alimenti che, soprattutto per la produzione di legno ed energia.
Il CNR è quindi disponibile a contribuire alla crescita del territorio di Orvieto e del suo comprensorio e a partecipare alla nascita di un polo delle bioenergie. Il CNR-IBAFpuò collaborare a queste iniziative e aderisce, “naturalmente”, all’appello del presidente Leoni. D’altra parte, proprio per l’esperienza e la qualificazione scientifica nazionale ed internazionale, il CNR non può essere ignorato in queste iniziative. Inoltre, in un quadro di risorse limitate come quello attuale ritengo sia auspicabile e doverosa la concentrazione delle risorse finanziarie per valorizzare, integrare ed eventualmente ampliare le competenze e le strutture già presenti, evitando inutili duplicazioni.