Il Liceo Scientifico Ettore Majorana di Orvieto ha ospitato giovedì pomeriggio la conferenza del dr. Paolo Di Nardo su “bioeconomia per la salute, per l’ambiente e per lo sviluppo”. L’incontro era stato organizzato dalla sede decentrata orvietana (che è stata recentemente istituita e che è coordinata da Pier Luigi Leoni) dell’Università Popolare della Tuscia.
Il fondatore e presidente dell’Università Popolare della Tuscia, dott. Mario Ciccioli, ha illustrato gli obiettivi di questa associazione culturale, che si riallaccia a una tradizione di 150 anni, e ha presentato l’oratore, illustre cardiochirurgo e studioso di biotecnologie. Il dr. Di Nardo, che insegna all’Università di Roma Tor Vergata e che dirige laboratori e iniziative un po’ in tutto il mondo, ha illustrato in modo avvincente e convincente lo stato dell’arte e le prospettive in materia di biotecnologie. Esse sono già largamente presenti nella medicina e nella chirurgia e influenzano, più di quanto comunemente si creda, l’agricoltura, la zootecnia e l’industria.
Si tratta di un aspetto della ricerca non solo affascinante, ma col quale ci dobbiamo confrontare se vogliamo comprendere e affrontare il futuro che ci si sta preparando. Si tratta conseguentemente di una opportunità per i giovani che si vogliono dedicare alla ricerca e per le aree del nostro Paese che vogliono progredire e addirittura anticipare il progresso.
Dopo la conferenza, il dr. Di Nardo si è intrattenuto a lungo col sindaco di Orvieto Toni Concina, che aveva partecipato attivamente alla conferenza con un appropriato intervento, con Franco Ciccioli, direttore generale dell’Università Popolare della Tuscia, con Franco Raimondo Barbabella, preside del Majorana, e con Stefania Bacciottini, Gisleno Breccia, Mario Tiberi, Enzo Prudenzi e Pier Luigi Leoni. Durante l’incontro, il dr. Di Nardo ha prospettato una idea che, se si avrà la capacità di coglierla, potrà avere effetti clamorosi. Si tratta di individuare un’area geograficamente, culturalmente, socialmente ed economicamente omogenea, come può essere l’antica Tuscia e lanciare una iniziativa sinergica di soggetti pubblici e privati per offrire ai giovani la prospettiva della ricerca scientifica interdisciplinare nel settore delle biotecnologie e delle relative applicazioni tecniche.
Non mancheremo di tenere informati i lettori sullo sviluppo di una idea che stimola le intelligenze e apre realistiche speranze.