Riceviamo da PdL Orvieto e pubblichiamo.
In questi anni di governo la maggioranza che sostiene il Sindaco si è quasi esclusivamente concentrata per impedire che la città di Orvieto andasse dritta verso il default finanziario. Il lavoro quotidiano, fatto di grandissimo impegno, si è principalmente concentrato nel rimettere in linea i conti del Comune e delle sue partecipate. In questi anni la priorità delle priorità è stata quella di salvare Orvieto dal fallimento e di mettere le basi per superare il dirigismo, la megalomania, l’assistenzialismo e le gestione di un potere politico autoreferenziale e parassitario (per la cronaca rammentiamo che sono stati trovati debiti quantificati in LIRE, cioè antecedenti al 2002!). Siamo consapevoli che la strada da percorre sia ancora piena di difficoltà – i processi di cambiamento strutturale necessitano tempo-, ma siamo fermamente convinti che quella tracciata sia la più giusta e che un nuovo modello si sia già innestato nel tessuto e nelle articolazioni della città, in attesa che cresca e germogli. In questi anni, mentre i soliti noti si dilettavano (qualcuno pateticamente ancora prova a farlo) nel dare giudizi capitali, nel fare le pulci su qualunque cosa venisse proposta e nel blaterare le solite litanie, la maggioranza che sostiene il Sindaco ha dato esempio di lavorare con estrema concretezza e di raggiungere obiettivi insperati fino allo scorso anno. Per superare qualsiasi becera contrapposizione tra le parti politiche e per porre in essere dati oggettivi ed inconfutabili, riportiamo le cifre redatte dai Revisori dei Conti del Comune, organo assolutamente terzo ed imparziale. La SPESA CORRENTE è passata dai 27.825.336 euro del 2009 (ultimo anno dei gestione politica delle vecchie amministrazioni), ai 23.398.884 euro del 2010 (ricordiamo che vi era ancora l’anatra zoppa), fino ad arrivare ai 23.168.290 euro del 2011 (primo anno in cui il Sindaco ha una maggioranza numerica in Consiglio). In soli 2 esercizi la spesa è diminuita di 4.657.045 euro, pari a circa il 17%. Questi dati attestano il grandissimo sforzo compiuto per diminuire i costi e per azzerare gli sprechi. Si dice sempre che per rimettere a posto i conti occorre abbassare la spesa pubblica: bene la Giunta Concina lo ha fatto ed in maniera anche assolutamente consistente. I TRASFERIMENTI dallo STATO, dalla REGIONE e da ALTRI ENTI sono diminuiti di molto, passando dai 6.375.046 del 2009 (ultimo anno della gestione politica delle vecchie amministrazioni), ai 3.495.059 del 2011 (primo anno in cui il Sindaco ha una maggioranza numerica in Consiglio). In due anni i trasferimenti sono diminuiti di quasi 3 milioni, somma che avrebbe fatto vacillare chiunque e che in altri periodi storici avrebbe fatto si che tutte le problematiche relative ad un bilancio in stato comatoso fossero esclusivamente imputate ed addossate al taglio dei trasferimenti dallo Stato e dalla Regione: in sostanza, si sarebbe preso a pretesto il taglio dei trasferimenti (puntando l’indice come sempre verso responsabilità o colpe altrui) per non toccare minimamente la spesa pubblica ed i suoi tanti sperperi. I dati definitivi degliULTIMI TRE ESERCIZI dimostrano come il grandissimo lavoro stia dando i suoi frutti: infatti, l’anno 2009 (ultimo anno della gestione politica delle vecchie amministrazioni) ha chiuso con un disavanzo di 7.379.985 euro, il 2010 (ricordiamo che vi era ancora l’anatra zoppa) con un disavanzo di 1.728.185 euro, mentre il 2011 (primo anno in cui il Sindaco ha una maggioranza numerica in Consiglio) con un avanzo di 1.254.534 euro. Questi dati dimostrano il gran lavoro che è stato messo in campo e che nessuno – neanche i più ottimisti – poteva immaginare: tra l’altro l’avanzo di amministrazione del 2011 fa scendere il deficit totale (somma di tutti i disavanzi degli anni passati) a 8.442.703. Se poi consideriamo che in questi primi mesi del 2012 sono state stipulate due importanti compravendite per una somma totale di circa 1.300.000 euro, possiamo oggettivamente affermare che il deficit è di poco superiore ai 7 milioni. Se è vero, quindi, che dei passi in avanti per uscire dalla crisi sono stati fatti ed altri sono stati messi in cantiere, è altrettanto vero che vi è la assoluta consapevolezza che siamo ancora dentro la crisi e che serviranno ancora sacrifici ed un duro lavoro per poter dire di aver portato Orvieto fuori dal pericolo default. Potevamo fare meglio? Sicuramente si! Potevamo fare una comunicazione migliore? Sicuramente si! Su una cosa, però, non potevamo fare meglio: sull’impegno e sulla dedizione per il bene della nostra città. Da ultimo, è assolutamente doveroso e necessario affermare che tutto questo non si sarebbe potuto concretizzare se non vi fosse stato il grande aiuto e la grande disponibilità della cittadinanza orvietana.