di Cittadinanzattiva Orvieto
Il giorno 12 giugno su richiesta di un gruppo di consiglieri si svolgerà preso la sala consigliare del comune di Orvieto un consiglio straordinario aperto sulla sanità.
L’iniziativa è stata sollecitata da più parti, ma soprattutto era doverosa verso i cittadini per fornire spiegazioni su disfunzioni e lungaggini in cui versano i servizi sanitari e si inserisce nel quadro della ormai imminente riforma Endoregionale, saranno quindi presenti oltre al Direttore Generale anche l’assessore Regionale; Il T.D.M. e Cittadinanzattiva chiederanno di poter essere ascoltati in merito, anche per fornire il proprio punto di vista ed evidenziare alcune criticità.
Si spera che l’iniziativa serva veramente ad esaminare la situazione,a fornire spiegazioni,a rassicurare gli utenti ed anche il personale sulle sorti future, senza far prevalere la logica delle divisioni politiche che in tema sanitario,non ci dovrebbero essere.
Purtroppo i pazienti, che sono gli ultimi a sapere le notizie, si ritroveranno presto di fronte a nuovi tagli in conseguenza alle ridotte risorse della Regione e quindi saranno esposti a nuovi sacrifici, anche se viene annunciato, che i servizi saranno solo razionalizzati e che resteranno disponibili ed efficaci per le esigenze di salute del comprensorio Orvietano alla pari di tutti gli altri luoghi della Regione, ma su questo bisognerà vigilare.
Al TDM non interessa dal dibattito sulle collocazioni delle sedi delle due aziende sanitarie, poiché l’argomento non risulta prioritario per l’utenza, mentre invece sollecita i necessari ed urgenti interventi strutturali per rilanciare i servizi che, con il tempo e per una gestione ragionieristica sono andati via via peggiorando, aumentando lo squilibrio tra aspettative terapeutiche e servizi effettivamente erogati, squilibrio al quale contribuisce il sottodimensionamento delle risorse, ma anche la condizione di non totale serenità degli operatori sanitari che sono sottoposti a condizioni di lavoro difficoltose e stressanti inadatte al soddisfacimento delle esigenze di cura e tutela dei bisogni sociali dei cittadini.
L’Umbria nel suo complesso ha perso la sua qualità di attrarre utenti da fuori regione perdendo anche risorse finanziarie di importanti, per la mancanza di provvedimenti di razionalizzazione che potevano da tempo essere presi, ma soprattutto per aver perso professionisti che costituivano il richiamo principale.