In questi giorni la vulgata conformista si diverte a banalizzarecon una partita di calcio il dramma che sta vivendo il popolo greco. I giornali dell’alta finanza e la stampa patinata paragonano la partita tra Grecia e Germania come una sfida tra “ricchi” contro “poveri”. E’ la solita logica pelosa di chi si ammanta di buonismo e di solidarismo al solo fine di decidere e di imporre a tavolino quali siano le mode da seguire. Usando a pretesto la cassa di risonanza degli Europei di calcio, il grande fratello mediatico ci sollecita a tifare Grecia per farci sentire partecipi della crisi di sistema che sta vivendo la penisola ellenica. No! Non si può accettare che la vicinanza al popolo greco possa essere trasmessa con una partita di calcio, in attesa che venga fatto un gol. Abbiamo l’obbligo di sentirci vicini ai fratelli europei di Atene e di Salonicco non per una partita di calcio, ma per quello che rappresentano nel profondo. Per secoli sono stati il faro della civiltà ed hanno contribuito a costruire le basi storico-culturali su cui si fonda l’Europa, tanto che lo stesso termine Europa non ci sarebbe se non ci fossero alle nostre spalle millenni di filosofia e di elaborazione culturale, diffusa in ogni parte del vecchio continente. Le radici profonde dell’Europa sono anche le epiche gesta di Alessandro Magno, l’onore dei trecento alle Termophili, la filosofia di Atene e il coraggio di Sparta: noi, figli d’Europa, abbiamo il dovere di impedire che i mercanti dell’alta finanza e gli speculatori senza patria e senza anima “strozzino” i nostri popoli: e lo dobbiamo fare superando il conformismo materialista, per ritrovare la polis che è in noi e per riscoprire il mito e la spiritualità. Solo così l’Europa tornerà ad essere un punto di riferimento per il mondo intero ed i greci torneranno ad accendere i fuochi sul monte Olimpo e lanciare nuovamente il dardo della civiltà. Avanti Hellas!