“Buoni maestri, buona vita”. Questo il tema della VII Edizione del Festival Internazionale di Arte e Fede di Orvieto, conclusasi con le manifestazioni del Corpus Domini, che quest’anno ha avuto un consistente numero di “buoni maestri”: da Roberto Vecchioni a Guido Chiesa, da Marco Guzzi e Don Fabio Bartoli ad Antonella Anghinoni, senza trascurare molti altri nomi meno conosciuti, ma non per questo di minor importanza.
“Nello scegliere il tema del Festival ci siamo ispirati – dice il direttore artistico Alessandro Lardani – alla passione educativa intesa come arte sapienziale acquisita alla scuola dei buoni maestri. La pedagogia di Dio raggiunge la pienezza in Gesù di Nazaret, maestro e redentore dell’umanità. Nelle sue parole c’è una specifica responsabilità di educare all’autentica bellezza della vita: “E tutti erano stupiti del suo insegnamento perché insegnava come uno che ha autorità e non come gli scribi ” (Mc 1, 21).
L’edizione di quest’anno è riuscita a raggiungere obiettivi importanti: aggregare e creare interesse intorno alla riscoperta di valori universali dell’educazione, visti attraverso il “binocolo” di Arte e Fede. Un messaggio veicolato da scelte coerenti e mai banali, che è arrivato alla gente e proprio nella gente ha trovato una risposta positiva ed un unanime consenso. Mai come quest’anno, infatti, la partecipazione è stata viva e trasversale e lo scandire degli appuntamenti ha suscitato l’entusiasmo di persone di ogni età, di estrazione culturale diversa, che hanno seguito con curiosità e attenzione i vari eventi del Festival.
Appuntamenti che hanno avuto ognuno, appunto, un forte richiamo all’educazione: dalla proiezione del film dei fratelli Taviani, “Cesare deve morire”, commentato insieme all’educatore Antonio Russo e ai detenuti attori della Compagnia Stabile Assai di Rebibbia, al lungometraggio “Io sono con te”, a cui è seguito l’incontro con il regista Guido Chiesa, insieme a Federico Pontiggia ed Elena Liotta; dal dibattito “Apocalisse: leggere il presente, attraverso le immagini di Luca Signorelli” con Marco Guzzi e Don Fabio Bartoli, alla presentazione del libro di Paolo Giovanazzi
“Lucio Dalla, una vita a modo mio”, sino all’intervista a Roberto Vecchioni, curata dal giornalista di Avvenire Alessandro Zaccuri.
“Stiamo assistendo ad una crescente apertura nei riguardi del Festival – ha aggiunto il direttore artistico – che negli anni è cresciuto, è maturato e, sono felice di constatarlo, sta diventando un evento sempre più atteso dai cittadini e seguito dai turisti. Un evento piacevolmente atteso anche dai grandi ospiti che, da qualche anno a questa parte, arrivano sulla Rupe per il Festival. Questo ci motiva a fare sempre meglio e, in questo, “Arte e Fede” si colloca tra i più importanti Festival del genere in Italia”.
Trattandosi di educazione, il Festival non poteva esimersi dal dedicare una parte importante ai più piccoli: la presentazione del libro di Agnieszka Zawisza “Un ragazzo di nome Wojciech”, con laboratorio creativo di lettura per bambini con Patrizia Hartman e “Petali sotto la polvere: le donne della Bibbia educano”, incontro per ragazzi con la biblista e scrittrice Antonella Anghinoni, reduce dal Festival Biblico di Vicenza.
Ottimo riscontro e sfida vinta anche con il rilancio della mostra “Mirabilia i luoghi dell’apocalisse”, che ha registrato, oltre a un buon numero di visitatori, l’invito del pubblico, nostrano e non, a divenire Mostra – anteprima stabile ad Orvieto, strumento didattico per le scuole, per i visitatori e per i pellegrini, prima di accedere alla Cappella di S.Brizio nel Duomo di Orvieto. All’interno della Mostra, un apprezzamento per la particolare sezione allestita dagli studenti del Liceo Artistico di Orvieto, che hanno realizzato una rassegna grafico-pittorica e fotografica di reinterpretazione di Luca Signorelli.
“Il mio auspicio – ha tenuto a sottolineare Lardani – è quello di rendere le scuole e le nuove generazioni sempre più protagoniste del Festival d’Arte e Fede. Anche perché, questo grande desiderio di riflettere e dialogare sull’uomo e su Dio è contagioso, unisce ed elimina le distanze.
In questi giorni ho ammirato tanti concittadini lavorare con passione, sudore e professionalità alla preparazione della Festa del Corpus Domini, in diversi settori, tutti importanti e complementari. Mantenendo un giusto rispetto per i diversi ruoli e per il lavoro di ciascuno, credo si possa costruire insieme qualcosa di nuovo e di importante, i tempi sono maturi. A motivo di questo, ringrazio tutti i collaboratori del Festival, tutti gli Sponsor e gli Enti patrocinatori della manifestazione, tutti i volontari e i cittadini che hanno aiutato generosamente, rendendosi disponibili alla novità che il Festival rappresenta per Orvieto”.
“Il tutto – ha concluso il direttore del Festival – in previsione del Giubileo Eucaristico del prossimo biennio, una bella opportunità che necessita di preparazione e collaborazione. Educare alla buona vita comporta la pre-occupazione che siano formate in ciascuno l’intelligenza, la volontà e la capacità di amare, perché ogni individuo abbia il coraggio di decisioni definitive, sia nell’orizzonte della fede, che nella prospettiva pedagogica e culturale ”.
La VII Edizione del Festival Internazionale d’Arte e Fede è stata organizzata dall’Associazione Culturale Iubilarte, in stretta collaborazione con la Diocesi di Orvieto-Todi ed il Comune di Orvieto, con il sostegno del Gordon College, dell’Opera del Duomo di Orvieto, della Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto, dell’Associazione Amici del Cuore-Città Cardioprotetta ed il patrocinio della Provincia di Terni e della Regione dell’Umbria
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