di ufficio stampa Confcommercio
A breve sarà inevitabile il depotenziamento del Centro Studi.
Negli ultimi anni questa struttura ha portato eccellenza, professionalità studenti da tutta Italia e da tutto il mondo, progetti di ricerca innovativa di partneriato. Orvieto è diventato una piccola “Palo Alto” del territorio, un territorio che deve puntare sulla professionalità.
Come possiamo pensare di andare avanti con la soppressione non più di anno in anno ma di mese in mese di elementi strategici e di ampio respiro per la città?
“Una volta si affermava che ognuno avesse il proprio orticello da coltivare – sottolinea Luigi Manieri, presidente Confcommercio – per questo non erano possibili azioni condivise, ma oggi anche questi “orticelli” stanno svanendo. Siamo in una condizione economica disastrosa e quelli che sembravano e potevano essere elementi di rilancio in un’ottica di internazionalizzazione e marketing territoriale ci vengono sottratti, trasferiti, depotenziati”.
L’amministrazione non può assoggettare ogni decisione alla logica del bilancio altrimenti nei prossimi anni vedremo questa città ridotta a macerie. Il centro Studi non può puntare solo alla formazione di qualche studente e rappresentare un ente decentrato che accoglie quantitativamente classi ristrette: deve diventare la porta verso l’esterno della città perché questo è stata per anni.
Il rischio è di trovarci a breve con conti comunali perfetti ma con il centro storico ridotto a museo.
Bisogna creare un tavolo operativo nel quale si coinvolgano i soggetti economici al fine di delineare il futuro cittadino in modo globale.
Il quadro strategico di valorizzazione, elemento di rilancio della città deve infatti inglobare anche iniziative per il mantenimento e potenziamento di elementi chiave per l’internazionalizzazione di Orvieto.