L’avanzo di bilancio del consuntivo 2011 è un dato contabile che non può e non deve esser rappresentato come il raggiungimento di un riequilibrio strutturale dei conti del comune di Orvieto.
Basta andare a pagina 11 della relazione dei revisori dei conti dove sono riportate le entrate “eccezionali” e “non ripetitive” inserite tra quelle correnti per un totale che sfiora i 2 Mln e relative ai permessi a costruire e al recupero dell’evasione tributaria peraltro accertata ma non riscossa.
Sul fronte della spesa a pagina 31 della relazione medesima si capisce come si sia soprasseduto ad accantonare almeno 1 Mln di euro relativi alla questione derivati.
Bastano queste evidenze per capire che, al netto dell’avanzo registrato, persiste un deficit strutturale del bilancio corrente in misura non inferiore a quello che mediamente si è formato nel corso degli ultimi dieci anni di bilanci del Comune di Orvieto.
Qualche nota positiva viene dai risultati della gestione diretta dei parcheggi ed è la conferma di quanta ragione c’era nelle posizioni che avevamo sostenuto contro quel pasticcio della tentata concessione.
Sta qui, sul fronte delle entrate, e quindi sull’allargamento della base impositiva delle tasse e dei tributi oltre che dei servizi a pagamento l’orizzonte del riequilibrio strutturale dei conti orvietani.
Il comune ha progressivamente abdicato alla gestione dei servizi e a quella del proprio patrimonio tagliando così inesorabilmente ogni possibilità di incrementare le entrate proprie e precludendosi in questo modo ogni efficace politica delle entrate.
Se non si capisce questo errore, quello di aver finanziarizzato con la logica delle privatizzazioni, delle svendite e delle esternalizzazioni, gli asset principali di cui si disponeva , allora non si può comprendere e trovare la possibile soluzione al risanamento del bilancio, alla ripresa degli investimenti e alle politiche di sviluppo della città.
Le osservazioni della Corte dei Conti, in tutte le sue relazioni periodiche fino a quelle dei giorni attuali, ci chiariscono quanto sia stata prevalente, negli amministratori del Comune che si sono succeduti fino ad oggi, la mera preoccupazione di raggiungere anche fittizi equilibri di bilancio che consentissero un mero galleggiamento e il rimando agli esercizi successivi di tutti i nodi e i cambiamenti strutturali da porre in atto.
Così nel 2006 , appena dopo un cambio d’amministrazione , accade un fatto contabilmente clamoroso.
Con delibera n. 104 del 27/9/2006, in occasione della verifica settembrina del bilancio, viene accertato, come un fulmine a ciel sereno, uno squilibrio di oltre 5 Mln di euro formatosi da minori entrate e da una spesa corrente passata da un anno all’altro da 20 Mln a 25 Mln di euro.
Se si considera che i bilanci precedenti, compreso quello del 2005 erano stati chiusi mostrando avanzi positivi, si capisce quanto questo clamoroso deficit strutturale provenisse già dagli esercizi precedenti.
Dunque l’esplosione dei conti nel 2006 non coincide con un aumento dei servizi erogati dal Comune, ma è stato solo l’ ineluttabile emersione dei precedenti artifizi contabili che avevano il duplice scopo da una parte di certificare il deficit per poter mettere mano alla alienazione dei beni patrimoniali per la sua ricopertura, salvo poi, con i riaggiustamenti di bilancio in tempi successivi creare la disponibilità per rifinanziare una spesa corrente squilibrata rispetto alle entrate strutturali e tipiche.
La stessa cosa accaduta nel 2006 si è riprodotta con le medesime modalità e per le stesse ragioni nel 2009, allorchè dopo una serie di consuntivi chiusi in pareggio o in avanzo il cambio di amministrazione fece emergere in occasione del riequilibrio del bilancio annuale una spesa che superava di 7 Mln di euro le entrate.
Negli ultimi anni, compresi quelli attuali, il fenomeno non si è interrotto e, sebbene illuminato da una maggiore attenzione dei media locali, è continuato l’accumulo di squilibri tra uscite ed entrate pareggiando i bilanci attraverso l’inserimento di previsioni straordinarie e quindi non strutturali facendo così moltiplicare il deficit che oggi resta coperto da ipotesi di alienazioni che finora non si sono potute concretizzare.
Nel corso degli ultimi dieci anni la spesa corrente complessiva del Comune di Orvieto è stata superiore di circa 24 ML di euro rispetto alle entrate correnti complessive.
In altre parole ogni anno solare si sono formati oltre 2,4 Mln di deficit strutturale.
Questa situazione non sempre trova riscontro nei risultati di esercizio che di volta in volta sono stati certificati dai bilanci poiché in essi sia la non puntuale rappresentazione dei cosiddetti debiti fuori bilancio, sia la natura posticipatoria degli effetti economici di alcuni cespiti hanno reso non sempre leggibile il trend del buco finanziario.