Le regioni Umbria, Toscana, Marche ed Emilia Romagna hanno firmato venerdì 25 maggio, a Firenze, nella Palazzina Lorenese della Fortezza da Basso, il protocollo di intesa “Continuum Territoriale Geologico Interregionale”. Il protocollo, che per la regione Umbria è stato siglato dall’assessore regionale ai lavori pubblici Stefano Vinti, avvierà il lavoro di redazione della nuova Carta Geologica dell’Italia Centrale che oltre a trovare modi comuni fra le quattro Regioni di elaborare dati geologici e di divulgarli, renderà disponibili, a breve, strumenti cartografici e geotematici per gli Enti Locali, per il mondo professionale e per gli stessi cittadini promuovendo fra l’altro una cultura consapevole sul rischio idrogeologico. “La stipula del Protocollo d’Intesa, ha affermato l’assessore Vinti, non è solo un punto di partenza per una proficua collaborazione nel campo della formazione e divulgazione di strumenti di conoscenza geologica ma è anche un importante punto di arrivo nella collaborazione da tempo attivata fra le quattro Regioni firmatarie nel modo di rilevare, rappresentare e diffondere dati prevalentemente geologici”. Già, nel Comitato Nazionale di Coordinamento fra i Servizi Geologici Regionali, da oltre 10 anni, le quattro Regioni, insieme ad altre, hanno proposto, condiviso e spesso attuato, metodi di lavoro comuni, poi recepiti anche con direttive e linee guida nazionali. Uno dei temi di grande importanza ed attualità che il “Continuum Territoriale Geologico Interregionale“ dovrà affrontare e sviluppare è senz’altro quello riguardante il rischio idrogeologico e nello specifico il rischio idrogeologico da frana che ha una più stretta connessione con le caratteristiche geologiche del territorio. In questo settore c’è necessità di affinare il modo di rilevare i dati sulla franosità attraverso un coordinamento più stretto ma c’è soprattutto bisogno di rappresentarli e diffonderli in maniera omogenea e condivisa, anche in relazione ai due grandi strumenti di rilevanza nazionale sui quali si è cercato di trovare un modo di lavorare coordinato, il progetto IFFI ( Inventario dei Fenomeni Franosi in Italia ) e i piani PAI (Piani di assetto idrogeologico) delle varie Autorità di Bacino. In entrambi i casi il substrato fisico sul quale si manifestano i fenomeni è per le quattro Regioni pressoché lo stesso: l’Appennino Settentrionale e delle Valli collegate, che contribuiscono a formare bacini di rilievo nazionale come quello del Po, del Tevere e dell’Arno.
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