Passa, con voti 9 favorevoli (Concina, Olimpieri, Sborra, Turreni, Luciani, Cencioni, Frizza, Pizzo e Gialletti) e 7 voti contrari (Leoni, Germani, Moscetti, Belcapo, Mortini, Bugnini e Stopponi) la variante della Rocca (per ora 170 metri quadri di ampliamento del ristorante, mentre si rinvia il fabbricato con le camere). Se Gialletti avesse votato contro, allineandosi alla sinistra, la variante non sarebbe passata.
Erano assenti Ranchino, Tonelli, Ricci, Mariani e Meffi.
Leoni, dopo la relazione dell’assessore, è intervenuto per primo dichiarando subito di non volersi addentrare nelle questioni legali, per rispetto di chi si è occupato dell’istruttoria. In merito all’opportunità dell’intervento edilizio alla Rocca, ha dichiarato:
“Questo è un caso emblematico in cui un forte interesse privato (degno di rispetto e di considerazione) deve essere contemperato con interessi diffusi rappresentati dalle associazioni degli ambientalisti e con l’interesse pubblico primario alla tutela del paesaggio. Degli interessi diffusi sono portatori tutti i cittadini di Orvieto e hanno per oggetto anche la gradevolezza e la razionalità dell’assetto del territorio. La tutela del paesaggio è l’interesse primario, che deve prevalere su tutti gli altri e che è sancito dalla costituzione e dalle leggi nazionali e regionali. L’intervento di Rocca Ripesena è compatibile con tutti questi interessi? La chiave di lettura la trovo proprio nelle controdeduzioni della società interessata, che parla di dinamicità del concetto di tutela del paesaggio. Proprio questa visione dinamica del paesaggio e dei suoi valori mi fa dedurre che, dopo oltre mezzo secolo di consumismo del territorio, conseguente allo sviluppo economico, al progresso tecnico e alla carenza di una adeguata cultura di massa, sia arrivato il tempo di metter mano ai rimedi. L’intervento di Rocca Ripesena va a complicare con significative cubature un punto delicatissimo del territorio e del paesaggio orvietano. Dal punto di vista geologico, nel complesso vulcanico volsino, la Rocca è una Orvieto in miniatura, un gioiello su cui si dovrebbe investire per scongiurare il degrado della rupe e migliorare il piccolo borgo, magari anche valorizzandone le cubature esistenti a fini turistico-ricettivi. Il territorio di Orvieto è tra i 50 territori comunali più vasti d’Italia. C’è spazio per fare molte cose nuove, ma soprattutto per rimediare agli errori del passato . Complicare l’assetto di Rocca Ripesena sarebbe un errore che non mi sento di caricarmi sulla coscienza. Stasera, su richiesta della società interessata, si va ad approvare l’intervento piuttosto ridotto del cosiddetto ambito 1, mentre si rinvia l’esame dell’ambito 2 a quando il progetto sarà stato rivisto e ridimensionato. Ma è chiaro che, approvando l’ambito 1, il consiglio non potrà non approvare l’ambito 2, anche se ridimensionato. Praticamente il consiglio, col voto di oggi, si lega le mani sotto il profilo morale e anche giuridico, perché negare domani l’approvazione dell’ambito 2 costituirebbe un eccesso di potere per contraddittorietà tra un provvedimento e l’altro.”
I consiglieri Bugnini, Stopponi e Germani, nei loro interventi, hanno dichiarato di condividere ampiamente le dichiarazioni di Leoni. La qual cosa ha irritato il sindaco che, nella sua replica, ha stigmatizzato il fatto di speculare su una divergenza di opinioni in seno alla maggioranza. Il sindaco si è anche prodigato in un elogio del rappresentante della società interessata e dalla sua sensibilità sociale.
Gialletti ha sostenuto che “Si sta parlando di processo alle intenzioni! Le violenze sul territorio io non le voterò mai. Io credo che il patrimonio dell’ambiente è patrimonio di tutti e tutti lo dobbiamo tutelare. Chi vuole partecipare alla vita pubblica si candidi e poi partecipi, dica la sua e poi voti”, probabilmente riferendosi all’opposizione degli ambientalisti ed all’attenzione prestata dalla stampa, entrambe considerate, evidentemente, illegittime interferenze nel processo decisionale.
Molti consiglieri della maggioranza, con particolare veemenza Turreni e Frizza, hanno reagito contro una lettera degli ambientalisti diretta a tutti i consiglieri comunali, con la quale venivano insinuate possibili responsabilità dei consiglieri che avrebbero votato a favore, in relazione a irregolarità della pratica che gli ambientalisti avevano rilevato.
Il fatto è che la legge regionale, che andrebbe modificata, ha consentito il Conventaccio di Ficulle e sta consentendo lo scempio della Rocca. La battaglia legale quindi non paga e andrebbe condotta invece un’azione sul piano culturale, che dovrebbe indurre gli amministratori comunali a non anteporre gli interessi dei privati, seppure legittimi, alla tutela del paesaggio. Anche quando, come sempre avviene costruendo qualcosa, si crea occupazione, mostro edilizio o raffinato fabbricato che sia.