Quel bambino ha sempre sul volto
un sorriso leggero, quasi voglia
farmi sereno. Poi mi accarezza la barba
con una tenerezza che sa di tutto,
e cerca i nervi dell’anima
con il suo sguardo improvvisamente
intenso. E se mi legge negli occhi
quasi una vena di pianto, lui subito
mi scompiglia i capelli
e torna a sorridermi.
Nel suo essere dolce forse senza saperlo,
forse sapendolo troppo,
leggo la favola di una storia
che sa di eterno. A lui piace
sentirsi inseguito, e allora ride,
dio mio come ride, di me
e del mio credere che non
si ritorna..