Un bel giorno il più Candidastuto del villaggio si mise un cartello alla giogaia, si autoprese per la cavezza e andò in giro per le strade telematiche annunciando la sua autobiografica lieta novella.
Sul cartello era scritto: “Da oggi sono Candidato a Sindaco!”.
Il programma amministrativo del Candidato “a” Sindaco comprendeva tutti gli argomenti delle precedenti maggioranze, tutti gli argomenti delle precedenti opposizioni, tutto ciò che anche semplici cittadini avevano già detto in passato, e per finire con originalità anche tutto ciò che anche semplici cittadini avrebbero potuto dire in futuro.
Spedito l’annuncio da Buonviaggrad fino a Morrangrad, vecchia demopluralistica abitudine, il Candidato “a” Sindaco rimase in attesa.
Da quel momento non si parlò d’altro, anzi non solo d’altro ma nemmeno dell’annuncio.
Il Candidato “a” Sindaco però continuò come quasi ogni giorno a timbrare il cartellino al Comune e a ritirare il relativo stipendio. Una volta assunto in Comune era più sicuro che se fosse stato assunto in cielo, anche perché chi in Comune ce l’aveva infilato non aveva più il potere di sfilarlo.
Finalmente la libertà di poter fare un gesto da numero intero senza il pericolo di essere accusato di fare soltanto una frazione! Che è poi la differenza tra una cartuccia carica di pallini tutti uguali e una semplice Mezza Cartuccia.
Poco tempo dopo M. C. rese pubblico un suo articolo sulla differenza che passava tra la riqualificazione di un’area dismessa nei dintorni di Mosca e la mancata riqualificazione di un’area nella città dove lui continuava a percepire, anche cambiati i tempi, un dignitoso e sicuro stipendio.
E si firmò, dopo il titolo dell’articolo, M. C., candidato a Sindaco.
Insomma, dall’annuncio della candidatura nel proclama precedente si passò così all’ufficializzazione di una realtà nebulosamente già “istituzionale”.
Era perciò soltanto una quisquilia, un’inezia, una pinzillacchera , che la legge prevedesse che si è ufficialmente candidati “a” Sindaco quando la sottoscrizione sotto la candidatura e quella di almeno tredici e non più di venti candidati consiglieri comunali ha almeno centosettantacinque firme valide, e raccolte nel periodo precedente le elezioni amministrative, per cui mancano ancora quasi due anni.
Certo è però che pubblicitariamente l’annuncio dell’autoproclamazione a qualcosa che non è né ufficiale né istituzionale potrebbe adombrare il sospetto di un abuso della credulità popolare, o il millantato credito. D’altronde è già successo tre anni fa in un contesto quasi simile con le primarie della Loriana Traviata dalle molte arie.
Ma M. C. il Candiastuto “a” Sindaco, invece di annunciare che “tra due anni” si sarebbe candidato “a” Sindaco, annunciandolo ora come fatto compiuto potrà tranquillamente permettersi d’ora in avanti di fare campagna elettorale telematica firmandosi con un titolo non ancora conquistato, come d’altronde già ha incominciato a fare.
Purtroppo, come notato qualche tempo fa, il web è gratuito, e dove non si paga le Mezze Cartucce abbondano.