Da quel lontano 11 agosto 1264 Orvieto è la Città del Corpus Domini. Data della bolla Transiturus con cui papa Urbano IV istituisce da Orvieto – a ridosso della vera grande festa orvietana che è da sempre quella dell’Assunta, patrona del Comune e del Contado – la solennità eucaristica, universale cristiana, del Corpus et Sanguis Domini, affidandone l’officio a S. Tommaso d’Aquino, cattedratico nello Studium orvietano, la nostra università. Per anni (forse da sempre? Ma le fonti storiche ci dicono che non è sempre stato così) Orvieto ha festeggiato l’importante celebrazione eucaristica come consuetudine tradizionale, con partecipazione popolare certo, ma con un non so che di casuale, fortuito, accidentale, anche fatalistico; come con i monumenti meravigliosi (ed invidiabili) che ci ritroviamo – a partire dal Duomo, Giglio delle cattedrali, al Pozzo di San Patrizio, al quartiere medievale, alle necropoli etrusche – anche quella festa par come piovutaci addosso non si sa bene da quale antico passato e nostro malgrado. Il risultato, infatti, è stato che – nel mondo – tutta la cristianità (perché l’eucarestia è ecumenica) celebrasse il Corpus et Sanguis Domini il più delle volte senza riferirlo al luogo in cui fu concepito ed indetto settecentocinquanta anni fa. Orvieto. La risposta orvietana invece, quasi passiva, distratta, disincantata pur beneficiaria di cotanta ricchezza storica e della tradizione. Orvieto, geostoricamente porta dell’Umbria e della Tuscia (in quanto capitale della Tuscia Longobarda) è sede di Santuario ab immemorabili: almeno, da quando presso Velsna (il nostro nome etrusco,la romana Volsinii) sorgeva il Fanum Voltumnae, e poi quale centro eucaristico medievale fin dai tempi di San Norberto, fondatore dei Premonstratensi (l’ordine de la Badia); da qui si dipartono percorsi storici, culturali ed antropologici che interconnettono Orvieto con Gerusalemme, Liegi, Praga, Torino, e, persino la Val d’Ossola.
Sabato 9 e domenica 10 giugno, il Corteo delle Dame, che celebrerà i Vespri in Duomo, ed il Corteo storico (ancorché creazioni artistiche nell’ottica di una determinata visione del Medio Evo romantica, tipica del periodo in cui fu ideato ed istituito da Lea Pacini; ma senza dimenticare l’apporto di mons. Pieri, allora vescovo di Orvieto) diverranno portale d’accesso nello spazio-tempo a cavallo di due secoli, il XIII ed il XIV, immergendoci tra l’11 agosto 1264, di cui si è parlato, ed il 24 maggio 1337; quando il Governo orvietano delibera di portare in processione per le vie della città “il corpo di Cristo e il santissimo corporale”. Questo atto pubblico fonde in unico contesto due eventi ben distinti e separati: l’istituzione del Corpus Domini e la tradizione del Miracolo di Bolsena; lo ricorderà sette secoli dopo Giovanni Paolo II. Il culto dell’Eucarestia è il filo conduttore di tutte le vicende storiche che porteranno all’istituzione del Corpus Domini.
Lo storico locale cinquecentesco Luca di Domenico Manenti riporta: «Detto anno essendo papa Gregorio in Orvieto con la corte, concessi l’intrata del Corpus Domini, li elemosine, in la fabrica de lo acqueducto de l’Alphina»; l’anno è il 1273; il papa è Gregorio X (eletto nel burrascoso conclave viterbese che vide protagonista Bonaventura da Bagnoregio) e fa riferimento alla necessità di dover reperire fondi attingendo a decime, indulgenze e donazioni. Gregorio farà dono di una copia della bolla orvietana del 1264 ai valligiani dell’Ossola, per l’aiuto ricevuto al Sempione in occasione del secondo concilio di Lione: concilio ecumenico cui prende parte anche San Bonaventura, su importanti questioni circa la divisione tra le chiese cristiane, l’Eucarestia ed il sostegno anche economico alla Terra Santa. Quella copia resterà sconosciuta fino agli anni ’60 del Novecento quando sarà rinvenuta in un codice pergamenaceo. Paolo VI nel 1964 proclamerà il Messaggio Eucaristico di Orvieto, ed il ruolo della nostra città in quel “Mistero” si ritroverà in Giovanni Paolo II (omelia della visita orvietana) e nell’udienza generale del 17 novembre 2010 di Benedetto XVI, da cui si può desumere il senso dell’indizione del Giubileo straordinario già detto. La bolla urbana, che rievoca anche le esperienze mistiche di Giuliana di Cornillon a Liegi, per l’istituzione di una festa dell’Eucaristia, è indirizzata al patriarca di Gerusalemme. Nel primo trentennio del 1100, ad Anversa, non lontana da Liegi, emerge contro l’eretico Tanchelm l’opera di Norberto, riconosciuto difensore del sacramento eucaristico e poi tumulato a Praga, fondatore dell’Ordine dei Premonstratensi, ordine attivo ad Orvieto pressola Badia dei SS. Severo e Martirio. Anversa e Liegi si trovano a cavallo dei tracciati francigeni e romei, tra quello storico da Canterbury e quello Teutonico (o Alemagno che giunge ad Orvieto). Un altro interessante collegamento si può leggere con Torino. Città Eucaristica e del Santissimo Sacramento per il miracolo del 1453. Sul luogo sarà edificata la basilica del Corpus Domini il cui progetto si deve al nostro Ascanio Vitozzi, tra il Palazzo di Città e il Duomo conla Sacra Sindone.
Il Corteo Storico della Città di Orvieto rappresenta, ricostruisce e rievoca la società orvietana duecento-trecentesca, quando Orvieto è polo di riferimento d’eccellenza al pari di Firenze, con cui è alleata, Siena, Perugia, Viterbo, Arezzo, per un territorio che va da Tarquinia a Grosseto, all’Amiata (Aldobrandeschi), alla Valdichiana, al Tevere, al Lago di Bolsena; centocinquanta sono le casate nobili presenti alla cerimonia di fondazione del Duomo nel 1290; melting pot culturale, crocevia di rappresentanti pontifici ed imperiali; cavalieri teutonici (forse lo stesso Pietro da Praga del miracolo, prossimo del principe di Boemia); legati della Repubblica di Venezia e dell’Impero Tartaro (legati Tartari furono anche a Lione) antagonista dei Musulmani in Terra Santa; emissari di Manfredi (antagonista del papa e fautore di aperture ‘geopolitiche’ ante litteram verso l’Islam); cavalieri templari; eretici patarini; sede dei maggiori ordini secolari e regolari, maschili e femminili.
Civiltà antica di un popolo antico, «ORVIETO CITTà DEL CORPUS DOMINI».