La Guardia di Finanza di Terni, negli ultimi giorni, ha effettuato una serie di controlli su alcune associazioni che si definiscono culturali o sportive, ma che in realtà sono risultate essere vere e proprie attività di impresa.
In particolare, è stato individuato nel circondario ternano, un circolo culturale con scopi dichiarati di organizzazione di escursioni nel verde umbro per i propri soci, ma che in realtà offriva anche servizi di impresa: le Fiamme Gialle, nel corso di una visita a sorpresa in un giorno festivo, accertavano, per esempio, la presenza di oltre 60 clienti intenti a consumare pasti, ovviamente previo pagamento di un corrispettivo, di cui la quasi totalità sono risultati non essere soci del circolo. Gli accertamenti, tuttora in corso, sono stati avviati anche grazie a una serie di segnalazioni di persone che, recatesi presso la struttura della presunta associazione, avevano consumato pasti ma, al momento della presentazione del conto, avevano pagato senza ricevere alcuna ricevuta fiscale.
Ancor più grave la situazione di una associazione che organizzava a pagamento tour turistici ed escursioni sportive offrendo servizi particolarmente qualificati, attraverso istruttori sportivi e guide ambientali: anche in questo caso, la guardia di Finanza ritiene di aver dimostrato l’esistenza di una vera e propria attività commerciale mascherata da associazione culturale; in questo modo, sono caduti tutti i presupposti che consentono di beneficiare di una tassazione agevolata o addirittura nulla, con la conseguenza che i finanzieri di Terni hanno segnalato all’Agenzia delle Entrate, ricavi non dichiarati derivanti dagli incassi percepiti, per oltre 500 mila euro. In corso di quantificazione anche i compensi percepiti dagli istruttori (oltre una quarantina) che svolgevano l’attività di supporto della fittizia associazione a favore degli importi monetari corrisposti dai numerosi clienti.
L’attività nei confronti delle associazioni simulate, è stata poi affiancata, da una serie di controlli che le Fiamme Gialle hanno condotto nella provincia di Terni nei confronti di agriturismi, hotel e bed e breakfast in coincidenza della riapertura primaverile: complessivamente controllate 22 strutture ricettive di cui 6 sono risultate non in regola, con l’individuazione di 15 lavoratori in nero (prevalentemente cuochi o camerieri) e la contestazione di 2 mancate emissioni di ricevute fiscali.