di Pier Luigi Leoni
All’inizio di questo mese ebbi modo di leggere la sentenza della Corte dei Conti di Perugia che aveva assolto tutti i convenuti nel giudizio di responsabilità per danno erariale connesso all’attività della società Risorse Per Orvieto (allegata a questo articolo). Constatai che la sentenza sanciva la regolarità dell’operato della RPO. Ma non ne rimasi sorpreso perché modestamente avevo da tempo pensato e scritto che la causa non stava in piedi. E stava tanto poco in piedi che la Corte ha condannato lo Stato a rimborsare le spese legali ai convenuti assolti. Quindi era ormai chiaro anche per la magistratura che il lavoro espletato dalla RPO era il risultato di un investimento dei risorse pubbliche regolarmente deciso ed effettuato e di piena ed esclusiva proprietà del Comune di Orvieto.
Proposi quindi a tutti i membri del consiglio comunale di sottoscrivere la mozione (allegata a questo articolo) per portare in consiglio comunale il problema della destinazione del patrimonio partendo da un esame critico (cioè separando ciò che è ancora utile da ciò che è superato) del lavoro della RPO.
Naturalmente non mi facevo illusioni sul successo della mia iniziativa, non perché non stia a cuore a tutto il consiglio comunale il problema del patrimonio, ma perché il solo nominare la RPO tocca i nervi scoperti sia della destra che della sinistra, entrambe spiazzate, a mio modesto avviso, dalla sentenza della Corte dei Conti.
La seconda mossa che avevo programmato è la presentazione di una mia mozione personale, che sta momentaneamente nel cassetto perché il Sindaco mi ha convocato e mi ha informato che intende annunciare a breve una iniziativa per rendere pubblico lo stato dell’arte in materia di destinazione del patrimonio. Egli ritiene che il tema sia complesso e suscettibile di sviluppi interessanti che non era possibile prevedere fino a qualche tempo fa. E ha convenuto con me che è necessario coinvolgere più direttamente la pubblica opinione.