ORVIETO – Ex ospedale: “L’unico punto fermo resta l’accordo di programma tra Regione, Comune e Asl. Se si dà seguito a quello, bene. Diversamente ce lo faremo riassegnare e lo venderemo noi”. Il direttore generale della Asl, Vincenzo Panella ieri mattina ad Orvieto per il convegno nazionale di reumatologia pediatrica, non usa giri di parole per descrivere lo stato dell’arte della “trattativa” sull’immobile di piazza Duomo.
In pratica, nessuna trattativa. Per il direttore generale, infatti, c’è poco da discutere, si tratta solo di dare attuazione a quanto messo nero su bianco tra il 2007 e il 2008, diversamente “l’affare” sull’ex ospedale lo farà la Asl e non il Comune di Orvieto. Con l’accordo, come noto, il Comune si impegnava ad acquistare il fabbricato ex Pediatria di via dei Dolci (da trasformare in diurno per anziani), oltre all’ex ospedale e terreni annessi. Dal canto suo, la Regione Umbria e la Asl si impegnavano a realizzare presso i locali della mensa dell’ex caserma Piave (da acquistare dal Comune di Orvieto) una struttura unificata dei diversi servizi sanitari già presenti nel centro storico denominata “palazzo della Salute”, liberando i locali di via Postierla che, una volta venduti per finanziare l’investimento alla Piave, sarebbero stati rifunzionalizzati con destinazione residenziale.
Di tutto ciò, l’unica cosa realizzata è l’acquisto da parte della Regione della ex mensa. A questo punto, tocca al Comune esercitare la prelazione sull’ex ospedale. Una strada possibile è tirare fuori i 5 – 6 milioni necessari tramite l’accensione di un mutuo. Ma questo se il Comune intende restarne il proprietario, ma visto che l’intenzione è quella di vendere a qualche catena alberghiera, se non vuole incappare in un’inchiesta (non si può rivendere il bene acquistato prima di 5 anni), l’amministrazione comunale deve necessariamente presentare una proposta di finanza di progetto alla Regione per realizzare l’operazione. E tutto deve essere approvato dai relativi consigli. La politica, in questo, non facilita certo le cose.
E allora? Potrebbe veramente andare a finire che l’affare lo fa la Asl, tanto più che il bene in Regione è già cartolarizzato.