1) Autoilluminarsi accorgendosi che il Male esiste e lo si può contrastare scrivendo sul web, mischiando ingenuamente esortazione morale e dichiarazione di fede politica, quando è ben risaputo che la politica essendo arte della decisione sul fatto contingente sfugge all’obbligatorietà morale, ed è unica giudice di sé stessa nel momento in cui si compie, diventando così di volta in volta e in ogni caso Storia. Perciò quanta moralità ci sia nella politica lo si può evincere soltanto dopo che è stata compiuta, anche atto per atto, ma credere di poterle imporre un vestito morale prima serve soltanto al Guaritore per fare bella figura presso gli ingenui, categoria di persone da cui nascono i fanatici e i forsennati, prossimi a diventare a loro volta se il caso lo consente possibili apprendisti guaritori.
2) Trovarsi un pulpito, magari un giornale on line, che è gratis, e come medicina per sé si può
usare prima durante e dopo i pasti.
3) Incominciare con lo scrivere i titoli ben in maiuscolo, per cui dal titolo in maiuscolo si deve
evincere l’importanza del contenuto, morale naturalmente.
3) Fondamentale chiamare i propri scritti “editoriali”, anche quando vanno nella rubrica intitolata semplicemente “Corsivi”, non sapendo ma soprattutto facendo finta di non sapere che “editoriale” significa ciò che è scritto dall’editore del giornale, oppure dal direttore. Però è lecito nobilitare il proprio scritto chiamandolo “articolo”, qualche volta anche “poesia”, o dichiarazione di partito, che poi è la stessa cosa. Tutti i lettori on line lo sanno, ma l’apprendista Guaritore non si accorge che lo vedono mentre ruba la marmellata.
4) Come Distributore di morale far finta di non capire che la morale è arrivata anch’essa quasi a due euro al litro, e non si può esigere più di tanto dai pazienti serbatoi dei lettori on line.
5) Circondarsi di adepti anelanti ad udire “la parola che sana”. Qualcuno riconoscente “per aver imparato qualcosa che non sapeva” lo si trova sempre, anche se per questo da molto tempo esistono i libri e le gare nei quiz televisivi.
6) Avere a disposizione all’occorrenza un anonimo che insorge contro il delitto di “lesa idiozia” per difendere “chi sta dedicando tutto sé stesso per il bene dei suoi concittadini orvietani”, e non capendo che il sonno della “misura” genera dedicazioni esasperate e perciò controproducenti.
7) Non volersi accorgere di poter essere, forse, progenie di Remo.
8) Come la maestra faceva con i bambini delle elementari, trattare gli occasionali lettori con l’infantile espediente dell’Alfabeto, tipico rimedio degli apprendisti Guaritori non ancora dìplomati come tali.
9)………..Omissis causa ripetute carezze della mia amata…………….
10) Dichiarare “E’ immorale rinunciare alla verità per il potere”, il che equivale a dichiarare misericordiosamente morale il rinunciarvi, e poi chiudere l’”Orazione” in bellezza appellandosi all’inflessibile Giustizia Divina (in maiuscolo come i titoli degli articoli, tanto per stare alla pari….), quando tutti invece speriamo (seconda virtù teologale) che quella giustizia non sarà poi così inflessibile, bensì misericordiosa.
Anche verso gli inflessibili apprendisti Guaritori.