di Fausto CerulliEra tempo di partigiani sulle montagne, speranze ed entusiasmoarmi per la lotta finale benedette dal gelo e dal sole aspro,soffiava il vento, infuriava la bufera, spirava aria di liberazione. Morironoper noi e fu un morire vano.
Sognarono una vita di eguaglianza, di libertàche era costata sangue, sangue versato per noi che non meritiamo il loro sacrificio,noi di nuovo schiavi, e paghi di essere schiavi.
I padroni restano padroni,gli operai sono morbidi adesso come una gomma americana,i nuovi servi non sanno di esserlo, i padroni di sempresanno di essere padroni.Era tempo di partigiani, ora soffia il vento sulla falsa pace,ed è bufera il nostro tradimento.Partigiani scomparsi alla memoria, uccisi ancora e sempre.io vi chiedo perdono per il mio non avere coraggio di averecoraggio partigiano.
E parlo invano di voi, anche se sietevento di liberazione tradita. Le montagne, i fucili arrangiatialla meglio, le sciarpe rosse, le scarpe rotte eppur bisognaandare. Abbiamo seppellito tutto nella nostra tombavigliacca.
“Pasolini, un’anima divisa in due”, il libro di Rosella Lisoni
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