ORVIETO – Da una parte cittadini e associazioni dall’altra le istituzioni. Al centro il problema sanità, nello specifico, i tempi d’attesa. E, come prevedibile se non scontato, due visioni che cozzano l’una con l’altra. Il consiglio comunale aperto sulla sanità era stato richiesto dalle forze di Minoranza Forza Italia, Identità e territorio e Gruppo misto ma in scena è andato il solito teatrino dove i cittadini hanno manifestato i propri disagi nell’accesso alle prestazioni sanitarie contrastate però dai numeri in positivo sciorinati dai vertici della Asl. Numeri e situazioni che lo stesso direttore Fiaschini aveva già snocciolato nella conferenza dei sindaci di ottobre.
“Un film già visto – è stato l’amaro commento di Roberta Tardani (Fi) – e una fotografia ottimistica, quella mostrata, che si scontra terribilmente con le continue e costanti segnalazioni dei cittadini e degli operatori sanitari circa carenze, disservizi e tempi di attesa lunghissimi. Percezioni diverse, che fanno sorgere il sospetto che la buona sanità riguardi, a questo punto, solo una parte della regione. Nota stonata: il sindaco Germani.
Completamente adagiato sulle posizioni degli organi di governo regionali e sanitari, impossibilitato a elaborare un autonomo e critico giudizio, che si è lasciato sfuggire, in conclusione, che le segnalazioni sui lunghi tempi di attesa, visti i dati riportati dai dirigenti Asl, riguardano non più di 10-15 casi. A lui un consiglio che faccio mio in primis: il tema della sanità ci riguarda tutti, meno partigianeria e più impegno concreto”. L’occasione del consiglio comunale è stata invece utilizzata da Cittadinanzattiva Tribunale del Malato per ripercorrere tutta la storia del servizio sanitario che via via dalla riforma 833, si è sempre più contraddistinta per la perdita del diritto universale delle cure a carattere pubblico e per ogni cittadino; constatando fra l’altro, che si sta affermando una sanità privata parallela, che talvolta riesce a mantenere anche i prezzi più bassi, per effetto del supertiket sanitario sulle ricette ( di cui cittadinanzattiva ha chiesto l’abolizione).
“Ovvio che se chiediamo all’oste come è il vino non ci potremmo aspettare risposta diversa – ha commentato Gianni Mencarelli del Tdm – infatti i dirigenti regionali non si sono fatti scappare l’occasione per vantare il primato della Regione dell’Umbria, sia per il contenimento della spesa che per i risultati ottenuti”. Il sindaco Germani al quale molti hanno rivolto le proprie perplessità sull’andamento delle liste d’attesa, si è dichiarato soddisfatto delle risposte avute quasi per spirito di solidarietà con la Direzione Asl o per essere in alterego di chi invece afferma il contrario. In ultimo si è posto l’accento sulla questione immobiliare “che potrebbe rappresentare la soluzione dei diversi problemi strutturali in cui versano i servizi territoriali, servizi che dovrebbero invece essere potenziati per assolvere meglio al compito della prevenzione che, secondo noi, rappresenta il vero obiettivo da raggiungere. Il benessere per vivere una “vita ritrovata e all’ungata” nel pieno della salute evitando, in questo modo, problemi per le cure e le esestenuanti attese per ottenere i servizi di cui si ha diritto. (NO Alla vendita dell’ex Ospedale.)”