ORVIETO – Dopo il rinvio per approfondimenti in sede di maggioranza richiesto dal gruppo PD nella seduta del 5 giugno, nella seduta di ieri, il Consiglio Comunale al termine di un ampio dibattito non ha approvato (6 favorevoli: Germani, Mescolini, Cotigni, Di Bartolomeo, Rosati, Sacripanti; 8 contrari: Pettinacci, Taddei, Belcapo, Olimpieri, Tardani, Meffi, Luciani, Vergaglia) l’atto riguardante la concessione della gestione del Palazzo dei Congressi e la relativa dichiarazione di pubblico interesse della proposta di Project Financing presentata dal costituendo R.T.I. Selecto s.r.l. ed i relativi elaborati (studio di fattibilità, bozza di convenzione, piano economico finanziario, specificazione delle caratteristiche dei servizi e della loro gestione, indicazione dei criteri di valutazione per l’offerta economicamente più vantaggiosa, indicazione delle garanzie offerte dal Promotore all’Amministrazione aggiudicatrice, indicazione dell’importo delle spese sostenute per la predisposizione della proposta) da cui discendeva l’avvio dell’espletamento della relativa procedura di gara.
Con lo stesso esito di voto, il Consiglio non ha approvato l’emendamento presentato dalla Cons.ra Roberta Cotigni (Per andare avanti) che proponeva di modificare la “Convenzione per attività di Project Financing” introducendo all’art 5 “obblighi del concessionario” quello di “eseguire i servizi previsti nel rispetto del piano finanziario redatto dal Concessionario in sede di offerta con l’obbligo di svolgimento di attività congressuale per un numero di giornate annue comunque non inferiore al 51% del totale delle giornate di utilizzo della struttura nel corso dell’anno solare” e all’art. 9 “risoluzione del contratto” quello che “il Comune può in ogni momento risolvere il contratto di in caso di grave inadempimento del concessionario ai sensi e per gli effetti degli artt. 1453 e 1455 del codice civile, ivi compresa espressamente la sospensione ingiustificata del servizio per un termine superiore a giorni 30 e l’ipotesi di trasferimento della concessione a terzi” (per grave inadempimento andava inteso il mancato rispetto dell’obbligo di svolgere attività congressuale per un numero di giornate annue comunque non inferiore al 51%).
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L’atto è stato illustrato dall’Assessore al Turismo e Patrimonio, Andrea Vincenti il quale ha ripercorso i passaggi salienti, ricordando che “con delibera di Consiglio n. 36 del 09 aprile 2014 l’Amministrazione Comunale si era impegnata ad effettuare le valutazioni di tipo tecnico ed economico necessarie ad individuare le modalità più opportune all’esternalizzazione della gestione del Palazzo del Congressi; successivamente, con atto di Giunta n. 42 del 10 marzo 2016 l’Ente ha stabilito di procedere all’esternalizzazione della gestione della struttura mediante project financing, ai sensi del D.P.R. 207/2010, approvando l’Avviso per la manifestazione di interesse finalizzato alla presentazione delle relative proposte e l’avvio della relativa procedura.
L’11 marzo 2016, in vigenza del Codice dei Contratti è stato pubblicato il relativo avviso fissando alla data del 03 maggio 2016 il termine di presentazione delle offerte. In seguito, con atto di Giunta n. 122 del 23 maggio 2017 è stato preso atto del verbale con il quale, in data 18 febbraio 2017 la Commissione chiamata a valutare le proposte di project financing pervenute all’esito della pubblicazione dell’avviso ha ritenuto la proposta presentata dal costituendo R.T.I. SELECTO S.R.L. – GIULIA DONATO rispondente alle esigente che l’Amministrazione intendeva perseguire bandendo la relativa procedura. Con lo stesso atto, l’Esecutivo ha fatto propri i contenuti della relazione contenente le valutazioni richieste ed ha ritenuto che, nella sua formulazione definitiva, la proposta di project financing ed i relativi elaborati presentino caratteristiche di fattibilità sotto il profilo della funzionalità e della fruibilità del servizio. La Giunta ha stabilito di rimettere la proposta di project financing al Consiglio Comunale per la dichiarazione di pubblico interesse di propria competenza”.
“Un atto molto importante – ha concluso – che ha una genesi molto lunga che accomuna tutti gli schieramenti politici della città e tutte le categorie produttive. Oggi il Consiglio è chiamato a decidere se la proposta è di pubblico interesse. La proposta prevede un mutamento radicale di carattere organizzativo e gestionale che corrisponde alle esigenze che l’Amministrazione Comunale ha inteso perseguire scegliendo la strada dell’esternalizzazione della gestione mediante lo strumento del project financing.
E’ interesse dell’Ente affidare la gestione ad un operatore economico qualificato in grado di sviluppare le potenzialità della struttura e rilanciare l’immagine della Città nel circuito del turismo congressuale con conseguenti ricadute positive anche sull’economia locale. La remunerazione del promotore deriverà esclusivamente dalla gestione della struttura congressuale con assunzione in capo a quest’ultimo del rischio dell’operazione sollevando il Comune dall’onere economico della gestione. Decidere favorevolmente di per sé non assegna nulla a nessuno, quindi, in caso di votazione favorevole, non attribuiamo la gestione a nessuno, ma stabiliremo le regole per rivolgerci al mercato. Auspico un dibattito approfondito”.
Dibattito:
La Cons.ra Roberta Cotigni ha presentato l’emendamento sopra descritto ed ha sottolineato “quello in trattazione è un atto di grande responsabilità ma anche una grande opportunità per l’attività economica della nostra città. L’emendamento è finalizzato a tutelare maggiormente il Comune e la città. Voterò a favore dell’atto sul quale abbiamo lavorato per due anni, bocciarlo oggi significherebbe aver perso del tempo a fronte dei costi che il Comune ha avuto. E dunque un atto di responsabilità”.
La Cons.ra Roberta Tardani (Forza Italia) ha chiesto al Segretario Generale “dal momento che il progetto è stato già presentato, l’emendamento modifica automaticamente la convenzione o c’è bisogno di passaggi ulteriori? Se l’emendamento non viene approvato e il proponente non accetta cade tutta la procedura?”
Il Segretario Generale, Dott.ssa Maria Perali al riguardo ha precisato che: “il progetto è stato già esaminato e a conclusione dell’istruttoria, in sede di valutazione del pubblico interesse, in linea con la norma e gli orientamenti, è stato ritenuto che il progetto poteva essere sottoposto al Consiglio Comunale che può attuare delle precisazioni senza snaturarlo. Il progetto è del proponente che deve dire la sua. In caso di non approvazione la proposta cadrebbe”.
Presidente Angelo Pettinacci: “se l’atto deliberativo viene emendato e il proponente non accetta la modifica, la pubblica utilità cadrebbe quindi è come se il project financing fosse bocciato”.
Andrea Sacripanti (Gruppo Misto): “se non votiamo l’emendamento il Comune nella fase successiva di gara potrebbe inserire una specifica?”.
Stefano Olimpieri (Identità e Territorio): “se dovesse essere approvato l’emendamento, il soggetto privato potrebbe avere il potere di mandare avanti o meno l’intero progetto, quindi richiamando la potestà del Consiglio Comunale, ciascun Consigliere verrebbe scavalcato, allora servirebbe un parere del proponente”.
Roberto Meffi (Forza Italia): “emendare un bando è come fissare delle regole ad una partita, per di più a metà partita! Mi chiedo se questo potrebbe aprire la strada ad un ricorso”.
Andrea Taddei (PD): “quando per la prima volta venne presentata la proposta io chiesi il rinvio per approfondimenti tecnici sul bando. Ora, in merito alla proposta, la Giunta tramite il comitato esterno e gli uffici competenti ha valutato quella l’unica di fatto pervenuta (previe verifiche su un’altra ipotesi che era arrivata). Il precedente contesto aveva portato al Project Financing, ma oggi con il rientro dal predissesto, quel contesto è profondamente cambiato quindi non riteniamo di tenere ancora il bene in posizione di stand by.
La mia resistenza e le condizioni ostative da parte mia ancora permangono:
1) siamo di fronte ad unico punto di partenza;
2) l’attività prevalente che abbiamo in mente è la convegnistica/congressistica, quindi proporre un emendamento in cui questo segmento sia al 51% potrebbe sembrare una soglia minima. In merito alla parte ostativa del PD mi chiedo: è di pubblico interesse questo tipo di proposta che dà la struttura in gestione ad un provato per dieci anni? Dobbiamo rivedere la cosa alla luce delle mutate condizioni di contesto, e mettere delle risorse per attivare una proposta diversa che lasci quanto più possibile il bene al Comune di Orvieto con formule impegnative.
Questo non sarebbe un pubblico interesse per Orvieto. Abbiamo più volte richiamato in Consiglio la gestione degli asset con una regia quanto più possibile comunale. In questo caso il principio del pubblico interesse con la esternalizzazione non sono conciliabili”.
Cons. Claudio Di Bartolomeo (PSI): “un compito importante quello del Centro Congressi perché il Palazzo del Capitano del Popolo è un’opera pubblica ed è di ampio utilizzo da parte della cittadinanza, esso è fondamentale per la ripresa turistica e per l’economia locale. Per me è questo il pubblico interesse. Condivido l’emendamento che è esclusivamente per far capire che questo bene deve essere utilizzato solo per le attività per le quali è nato. Il 51% che equivale a 182 giorni, è la parte di quel turismo congressuale che a noi manca. Certamente dovranno essere implementate altre attività. Qualora queste percentuali non fossero rispettate il Comune eserciterebbe il diritto di recesso. Ritengo che non sia il caso di far morire il progetto. Non accogliere l’emendamento farà perdere del tempo prezioso. Non c’è più tempo per aspettare altro tempo e altri bandi”.
Cons. Andrea Sacripanti (Gruppo Misto): “sono abbastanza sorpreso rispetto a come si stanno incardinando le cose. Le obiezioni, pur legittime che il capogruppo del PD ha posto sul progetto, non mi convincono. E’stata fatta una gara aperta al mondo alla quale si sono presentati in due. Ne abbiano scelto uno, per cui oggi non vedo come si possano sostenere le argomentazioni poste da Taddei. Il Comune è tutelato e si è legittimamente riservato delle garanzie rispetto al risultato. D’altra parte i potenziali soggetti gestori investono dei capitali ed hanno giustamente bisogno di un tempo di dieci anni.
Un progetto che va avanti da quasi due anni, dopo sei mesi di pausa di riflessione qual’è oggi la proposta? Il partito di maggioranza relativa si ferma alla bocciatura del progetto per andare di nuovo sul mercato, tutto qua! Intanto Orvieto continua legare il suo sviluppo alla discarica! Per la prima volta che possiamo guardare con più fiducia in avanti bocciamo un progetto!
Io ho letto il progetto ma non ci trovo nulla di scandaloso, dove si trovano cose che oggi non si fanno in questa città, vedi il caso dei matrimoni con moltissimi invitati per i quali non avremmo altre location alternative, per non parlare dei corsi di aggiornamento per le professioni che ormai sono obbligatori e che portano gente. Se il progetto è sostenibile e garantisce una redditualità a chi lo ha proposto, perché non mandarlo avanti? Perché non tentare? Io oggi voto il pubblico interesse del progetto.
C’è poi la questione politica. Il Sindaco deve prendere atto di una situazione di una gravità assoluta: cioè non ha più una maggioranza! Questo significa non avere più la fiducia dei consiglieri che quattro anni fa hanno votato il Sindaco. E’ necessario allora che egli tragga le conclusioni. Mi aspetto che egli prenda atto di una situazione che sarà invivibile per il futuro”.
Roberto Meffi: “in queste ore a Perugia si stanno facendo accordi per far sì che il ‘Freccia Rossa’ da Perugia prosegua per Arezzo. Ma Orvieto su questi tavoli non c’è! Siamo in una situazione di grande disagio. La verità è che non avete più la maggioranza. E’ da dilettanti arrivare in Consiglio Comunale con una pratica così importante senza avere la maggioranza! E’ imbarazzante continuare questo Consiglio Comunale!”
Stefano Olimpieri: “concordo con Meffi. Alla luce della comunicazione fatta poco fa dal Sindaco sul Teatro Mancinelli, a maggior ragione questo atto stride con una situazione e con le aspettative di questa città. Fino a poco tempo fa si diceva che tutti gli asset del Comune fossero gestiti dal Comune stesso, allora il Sindaco dovrebbe fermarsi su questo atto.
Il Palazzo del Capitano del Popolo si chiama Palazzo dei Congressi, l’emendamento ha la ‘ratio’ di configurarlo come tale. Quindi si dovrebbe prendere in considerazione la possibilità di farlo gestire da chi ha il knowhow necessario come la TeMa. L’investimento sui dieci anni è limitativo ma noi vogliamo che il palazzo investa tutto sulla convegnistica.
Meffi ha ricordato che ci sono anche altri problemi importanti su cui Orvieto è assente. Ci sono altre partite che subiamo quindi è necessario ripensare completamente questo progetto che a mio giudizio non ha le gambe. Mettendo insieme le potenzialità del Palazzo dei Congressi e del Teatro, offrendo pacchetti di accoglienza e intrattenimento di buon livello artistico ai partecipanti, per questo chiedo all’Amministrazione di ritirare l’atto per rimodularlo mettendo come elemento prioritario la difesa della città e dei suoi asset pubblici.
Al di là dell’approvazione dell’atto, è evidente la gravità del problema politico. Al di là della uscita dalla sbandierato predissseto c’è un fallimento politico dell’Amministrazione Comunale: da due anni e mezzo non c’è alcuna prospettiva né riforme che possano indicare una inversione di marcia. Una politica del gambero, di cui il Sindaco dovrà prendere atto e trarre le dovute sintesi politiche”.
Angelo Pettinacci (PD): “sulla pubblica utilità del project mi allineo a quanto detto dal capogruppo e anche altri consiglieri. La pubblica utilità deriva dal fatto che quel palazzo è nato come Palazzo dei Congressi. Non può essere un progetto a decidere la destinazione di quel palazzo, ma la politica della città, cioè il Consiglio Comunale.
Il mondo imprenditoriale si attende la gestione di congressi di una certa caratterizzazione (più giorni, un certo target di congressisti, ecc.) sui cui calibrare anche il resto dell’indotto produttivo. A me ha preoccupato la ‘cannibalizzazione’ di alcune iniziative rispetto alla congressistica che è la mission principale del palazzo. Sul teatro, la città e l’Amministrazione hanno deciso sulla mission del luogo, e non abbiamo atteso che arrivasse qualcuno a dirci cosa fare. La città ha detto cosa ci si doveva fare. TeMa aveva i numeri, le competenze e le idee, lo stesso dovrà avvenire per il Palazzo dei Congressi. Il project di 10 mila euro all’anno non sono un importo così importante per un asset come questo. Il Consiglio Comunale deve riprendersi le proprie prerogative e la capacità di decidere. Se l’atto non dovesse essere approvato sin da subito l’Amministrazione dovrà attivarsi per far ripartire un bando sempre rispettoso delle norme”.
Lucia Vergaglia (M5S): “leggendo il projetc financing l’accordo è di ‘pubblica pericolosità’ non di ‘interesse pubblico’. Il 51% come farebbe a tradursi in giorni di convegni? Poi c’è lo ‘scandalo’ dell’affitto di 31 mila euro alla storica libreria della città. Quello che io noto è che manca sempre la progettualità. Sembra che i beni siano un pensiero brutto, e si cerca di far presto e in modo per liberarsene. Come Consiglio Comunale dobbiamo rimarcare il nostro ruolo. Questo progetto non nasce in maniera trasparente e per contribuire davvero alla ripresa della città, ma perché bisogna tirare fuori qualcosa per dimostrare di non essere restati immobili. L’emendamento che parla del 51% di eventi congressuali è sempre troppo riduttivo e dal protocollo il Comune avrebbe solo obblighi”.
Martina Mescolini (PD): “mi discosterò dai miei colleghi del PD. Il projetc financing vede la co-progettazione tra pubblico e privato. Non capisco perché oggi venga denigrato questo progetto per il quale l’Amministrazione Comunale in questi due anni è stata molto operativa. In molti interventi ho riscontrato un certa arroganza nel fatto che forse si pensa che il Palazzo dei Congressi lo abbiamo solo noi. In realtà, seppure sia una struttura importante e bella c’è molta concorrenza sul mercato. Oggi scontiamo un ritardo di anni ed il fatto di una mancata evoluzione delle strutture ricettive nella nostra città. Da qui sono nate le perplessità che hanno portato al bando, a cui hanno partecipato solo due soggetti.
Oggi votiamo la pubblica utilità del progetto che per me è l’indotto da cui potrebbe scaturire il rilancio della città. Io reputo valido l’emendamento che introduce una percentuale equa che sia garanzia di sostenibilità. Il soggetto che andrà a vincere il bando sarà in grado di far funzionare il sistema se andrà a costruire sinergie con il territorio. Favorevole all’atto e all’emendamento”.
Sindaco, Giuseppe Germani: “vanno dette alcune cose. Il Consiglio deve decidere sulla pubblica utilità del bando, come Giunta e come Commissione la pubblica utilità c’è ed è uscita da questi anni di lavoro. Ringrazio gli uffici e la commissione che hanno lavorato a lungo. Abbiamo rispettato gli impegni della campagna elettorale quando dicevamo di portare il Palazzo dei Congressi sul mercato.
Anche noi pensavamo che si presentassero più soggetti al bando e magari più soggetti locali. Oggi il palazzo è utilizzato ma senza una programmazione. E’ vero c’è una congressistica di qualità che attende risposte sul mercato. Il progetto in questo momento è il migliore che può uscire fuori. A dirlo non è il Sindaco ma il mercato. Secondo me è un errore clamoroso non andare avanti con questa procedura perché significa perdere del tempo prezioso, senza affidare nulla a nessuno. D’altra parte noi non ci possiamo permetterci scelte economiche onerose per la gestione diretta come hanno fatto altri Comuni come Firenze.
Io mi sottometto alla decisione del Consiglio Comunale, non pretendo di avere la verità in tasca. Vedremo quali iniziative intraprendere, perché non è detto di andare di nuovo al bando. Non abbiamo internamente la possibilità di gestire questa struttura. Per la TeMa oggi abbiamo raggiunto l’obiettivo per il quale nei mesi scorsi si è detto e scritto molto.
Per la parte politica, io farò tutte le verifiche del caso. Se la maggioranza non vuole più questo Sindaco, in presenza di una mozione di sfiducia prenderò le mie decisioni, ma fino ad allora resterò Sindaco”.
Assessore, Andrea Vincenti: “le condizioni da cui siamo partiti quando abbiamo scelto questa procedura, al di là di come vada a finire la votazione odierna, sono le seguenti: 25 anni di inerzie, se non fallimenti delle gestioni precedenti, che hanno prodotto frutti largamente al di sotto delle aspettative. Non c’era uno ‘storico’ da cui partire, né un quadro preciso delle entrate e delle spese.
Quanto al coinvolgimento della città abbiamo portato ad Orvieto il presidente nazionale FederCongressi e del Convention Bureau, ma quando abbiamo organizzato in questa Sala Consiliare l’incontro con questi esponenti nazionali delle organizzazioni più qualificate del settore, degli operatori locali non c’era praticamente nessuno. L’emendamento è meritevole di attenzione perché esplicita una soglia del 51% di assoluta garanzia per un minimo di attività congressuali che dovrebbero essere organizzate. La volontà dei consiglieri va rispettata. La delicatezza dell’atto e la complessità della questione meritano rispetto”.
Dichiarazioni di voto, Sacripanti: “io parlerei soprattutto di una sonora bocciatura politica. Una partita sulla quale l’Amministrazione ha investito molto. Le dichiarazioni degli esponenti del PD (capogruppo e presidente del Consiglio) mi spingono a votare a favore perché non c’è concordia di vedute. Oggi però, grazie a chi ci ha lavorato, ci troviamo ad un primo passo, quindi senza regalare la struttura, offriamo delle opportunità in più anche al settore della ristorazione, ed invito tutti a pensare a quando, per 6/7 mesi l’anno, Orvieto è una città deserta e che ci lamentiamo per farla ripartire! Io ribadisco, perché bocciare un progetto che porta gente? Voto a favore della delibera e dell’emendamento”.
Vergaglia: “siamo in totale svantaggio. Nell’organico ci sono moltissime potenzialità di persone in grado di portare avanti compiti di progetto, ma che senza un incentivo né formazione non possono portare avanti nulla. L’emendamento tenta di creare una salvaguardia per i congressi. Il voto è contrario. Nella mancanza di progettualità c’è un elemento di alto rischio, si lascia tutto alla possibilità da parte dei possibili fruitori che non ci è stata ancora dimostrata. Per le prossime elezioni non basta dire che questo problema è stato affrontato, ma occorre vedere come e che tipo di quantificazione produce per l’indotto”.
Cotigni: “non nascondo di essere dispiaciuta per come è andato questo dibattito perché perderemo una grande opportunità. Il capogruppo del PD parla di risorse per la gestione ‘in house’ che in realtà non ci sono. Mi dissocio perciò da quanto sostiene una parte della maggioranza PD. Magari Orvieto avesse 190 giorni di congressi!”.