ORVIETO – Allerona si oppone, Orvieto latita e, nel mezzo, il centro provinciale Istruzione Adulti che rischia la chiusura. I docenti sono pronti a dare battaglia purché la scuola, impegnata nella lotta all’analfabetismo e nel recupero anni scolastici, non chiuda.
E il rischio non è meno troppo recondito. Anzi. Quest’anno sono un centinaio gli iscritti a Orvieto e solo sei ad Allerona. «Essendo Allerona la sede ufficiale di servizio decentrata è qui che si dovrebbero svolgere i corsi – spiega la professoressa Vincenza Depretis – ma per motivi di utenza, tutta orbitante su Orvieto, è in quest’ultima sede che l’effettuazione dei corsi stessi ha possibilità e senso. A novembre di ogni anno il provveditorato degli studi ci chiede la rendicontazione degli iscritti e con soli 6 studenti (tutti da Monterubiaglio) per 4 docenti non ha motivo di esistere». Quello che chiedono i professori è, sostanzialmente, di continuare a fare lezione sulla Rupe tanto più che da anni i corsi si svolgono pacificamente e fruttuosamente ad Orvieto. «Invece – aggiunge Depretis – per i rispettivi sindaci e per quelli circonvicini il difficile c’è e riguarda primazie, precedenze, legittimità, politically correct, comprensione dell’intreccio di rapporti».
Il Cpia conta su un dirigente e su 23, tra docenti personale amministrativo e ausiliario, svolgendo, con una frequenza quotidiana, corsi rivolti a persone principalmente svantaggiate o “scartate” dalle scuola. «Siamo inoltre in contatto collaborativo continuo – specifica la professoressa – con la Questura, la Prefettura, la Provincia, le case circondariali, le associazioni di volontariato. Tale contatto collaborativo dovrebbe includere anche e soprattutto i Comuni, per motivi d’una ovvietà che reclama il silenzio». Nel corso dell’ultimo periodo si sono susseguiti una serie di incontri a cui però il Comune di Orvieto solo una volta ha partecipato appoggiando, di fatto, la decisione del Comune di Allerona di non spostare la sede decentrata. «Così purtroppo abbiamo le mani legate – tuonano i docenti – la fine è già segnata ma per scongiurarla siamo pronti a dare battaglia». I professori di alternative ne avrebbero. E sono tre: trasferire la sede a Orvieto, in alternativa fare in modo che i Comuni interessati dal servizio forniscano trasporti per l’utenza oppure il Comune di Allerona istituisca nel proprio territorio un centro accoglienza di rifugiati e immigrati così da ampliare il numero degli iscritti ai corsi. (Sa.Simo)