ORVIETO – Da una parte i residenti di Orvieto scalo, dall’altra quelli di Sferracavallo. Entrambi rivendicano gli stessi diritti, entrambi per farli valere hanno portato avanti una raccolta firme ma i primi sono arrivati addirittura a diffidare Comune e Provincia. Il problema è comune, il traffico di mezzi pesanti all’interno dell’abitato. Soltanto che per alleggerirlo da una parte lo si è appesantito dall’altra col risultato che ora il malcontento si è trasformato in protesta.
I cittadini sul piede di guerra sono quelli di Sferracavallo, principalmente i residenti di via Arno e via Po. Duecentocinquanta le firme raccolte per chiedere un rilevatore di rumore, uno di sostanze inquinanti e di velocità. Al centro della querelle un’ordinanza, quella del 23 giugno scorso con cui, dopo la protesta del comitato “No traffico pesante allo Scalo”, è stato posto il divieto di transito per mezzi superiori a 50 quintali sulla Provinciale 56 (conosciuta come strada della Patarina) direzione Sferracavallo-Orvieto scalo.
L’ordinanza comunale fa capo a quella della Provincia emessa “per decongestionare il transito, direzione autostrada, nel centro abitato di Orvieto scalo migliorando sia dal punto di vista della sicurezza stradale che dal punto di vista del rumore e vibrazioni”. In pratica, ora, i camion, provenienti anche dal viterbese attraverso la strada di Buonviaggio, per raggiungere la zona industriale di Bardano e poi per uscirne, non hanno altra strada se non via Arno e poi via Po. E dopo un mese di “prova” con l’andirivieni di decine di mezzi al giorno i residenti di Sferracavallo sono ricorsi alla raccolta firme. «Nessuno ci aveva detto nulla di questa nuova ordinanza – dicono – di punto e in bianco ci siamo visti costretti a convivere con un passaggio continuo e snervante, a tutte le ore, di mezzi pesanti che oltre al rumore, provocano anche molte emissioni di smog da rendere irrespirabile l’aria».
Il problema, alla fine, è sempre quello: dare corso alla costruzione del tratto di complanare per collegare il secondo ponte sul fiume Paglia con la zona artigianale e commerciale di Bardano e con il quartiere di Sferracavallo. Altrimenti rimarrà sempre un cane che si morde la coda. «Dopo il danno, però, anche la beffa – aggiungono i residenti – dopo aver depositato le firme abbiamo chiesto al sindaco la data per un incontro pubblico e sapere che si terrà martedì 8 agosto alle 9.30, quando la maggior parte della gente lavora, ci fa sentire veramente presi in giro». Ciò che chiedono gli abitanti ai piedi della Rupe, minacciando di ricorrere ad altre iniziative se non verranno ascoltati, è un rilevatore di rumore su via Arno. «Basti pensare che soprattutto gli abitanti frontisti sulla via – spiegano – non riescono nemmeno a dormire, parlare o guardare la televisione in casa propria». E poi ancora, un rilevatore di sostanze inquinanti. «Si percepisce ogni minuto l’accumulo degli scarichi ma ora ancora di più visto che i mezzi pesanti con enormi carichi transitano in salita e con enorme sforzo». E anche un rilevatore di velocità «più volte richiesto alle autorità competenti». (Sara Simonetti)