di Dante Freddi
Martedì 18, dopo la pausa pranzo, arriva all’ordine del giorno del Consiglio regionale la mozione presentata dal consigliere PSI Rometti sulla condizione in cui versano i risparmiatori CRO-BpB, con i loro risparmi bloccati in pancia della banca barese, senza poterli trasformare in denaro da utilizzare sul nostro territorio e senza più la sicurezza che può offrire un risparmio di fronte a necessità improvvise. Più povertà per tutti. Sono almeno un migliaio su tutto il circuito CRO con circa 80milioni di euro.
La mozione Rometti era stata sottoscritta da altri sei consiglieri bipartisan, tra cui il capogruppo del PD Chiacchieroni e di Forza Italia Nevi, nonché dall’autorevole consigliere Ricci. Insomma, c’erano tutte le premesse per arrivare velocemente all’approvazione, anche se già dal mattino si era percepito che all’interno del PD c’era qualche tensione e il tentativo di rimandare la mozione alla commissione per approfondimenti, con relativo probabile affossamento. Ma dopo le assicurazioni rilasciate ai risparmiatori CRO-BpB dal segretario regionale PD Leonelli e la firma del capogruppo Chiacchieroni, sembrava semplicemente un tentativo del consigliere Brega di inficiare la mozione Rometti. Il perché non porsi dalla parte dei risparmiatori orvietani e della provincia risulta difficile capire.
Forse “cose” del PD in movimento, dinamiche in cui a volte non è utile entrare, perché inspiegabili razionalmente.
La situazione si è chiarita quando dopo un’interruzione e la riunione dei capigruppo per sistemare la mozione, si è “svelato” quale fosse il timore vero. Infatti, in fase di rilettura del testo della mozione si concludeva sostanzialmente che doveva essere coinvolta la Giunta regionale per quanto di sua competenza, che la situazione dei risparmiatori orvietani doveva essere presentata dalla Regione alla costituenda commissione parlamentare d’inchiesta sul sistema bancario, quella sì in grado di sanzionare eventuali irregolarità, e, infine, la mozione doveva arrivare alla commissione regionale per approfondimenti con audizioni degli interessati. Insomma, quanto i risparmiatori chiedevano.
Ma tra le righe c’era scritto anche l’auspicio che la Fondazione CRO non procedesse alla fusione con BpB, esplicitamente richiesto dal forzista Nevi. Il consigliere Brega, che dalla mattina “brigava” per limitare gli effetti della mozione, pur dopo un suo intervento favorevole, perché altro non poteva dire di fronte ai rappresentanti dei risparmiatori e al sindaco di Orvieto, presenti in aula, ma soprattutto alla ragionevolezza della richiesta di sostegno alla massima istituzione regionale, alle parole chiave “Fondazione” e “Fusione” se ne andava e faceva mancare la maggioranza, che si sarebbe quindi dovuta avvalere per l’approvazione del sostegno necessario della minoranza di Nevi e Ricci.
La minoranza, per far emergere la contraddizione presente nel PD, pur avendo firmato il documento, con atto comprensibile nella dinamica d’aula ma del tutto privo di rispetto per i risparmiatori orvietani, usciva dall’aula facendo mancare il numero legale e tutto saltava.
Forse se ne riparlerà la prossima settimana se il segretario regionale Leonelli riuscirà a ricomporre le fila del suo partito.
La posizione di Brega nei confronti dei problemi della Fondazione e della sulla sua scelta di non procedere alla fusione per incorporazione è in coerenza con l’ambiguità del PD orvietano. O forse il contrario, a seconda di chi decide.
Fatto è che non si comprende, perché non espresso, il motivo per cui parte della politica sostiene la fusione della quota della fondazione in Bpb, di cui non si comprendono i vantaggi, se non per la banca barese.
Perché questo regalo alla BpB? Perché indifferenza nei confronti dei risparmiatori orvietani e ternani, non certo speculatori ma semplici cittadini che hanno affidato i loro soldi a chi si fidavano? Questo si sono chiesti i risparmiatori presenti a questa farsa “regionale”, pur doverosamente ringraziando il sindaco di Orvieto per il sostegno e Rometti per l’iniziativa. Basiti, ma sempre più convinti a continuare la loro battaglia in tutte le sedi possibili.