Le misure – Nelle prime ore di oggi, ad Orvieto, Viterbo e Perugia, 40 militari della Compagnia Carabinieri di Orvieto, coadiuvati da quelli delle Compagnie di Montefiascone (VT) e Perugia e con il supporto di unità antidroga del Nucleo Carabinieri Cinofili di Roma, hanno portato a termine la fase conclusiva di una vasta e complessa attività investigativa volta a debellare e contrastare il sempre più capillare e diffuso spaccio di sostanze stupefacenti fra i giovanissimi nell’orvietano.
L’indagine, che vede 7 giovani indagati a cui si aggiungono 4 minori, ha portato all’esecuzione di:
– 6 provvedimenti restrittivi della libertà personale;
– 6 perquisizioni domiciliari, nei confronti di altrettanti soggetti di età compresa tra i 18 ed i 23 anni, ritenuti a vario titolo responsabili del reato di cessioni illecite continuate ed aggravate di sostanze stupefacenti del tipo hashish e marijuana ma anche eroina e cocaina.
Nello specifico, in esecuzione di specifica ordinanza di misura cautelare degli arresti domiciliari, sono stati tratti in arresto stamani 5 ragazzi:
– S.G.L. classe ’97 di Orvieto (TR);
– B.G. classe ’95 di Montefiascone (VT);
– B.A. classe ’93 moldavo di Orvieto (TR);
– D.S.K. classe ’98 di Orvieto (TR);
– C.E. classe ’96 di Orvieto (TR);
mentre un sesto soggetto è stato raggiunto dalla misura cautelare dell’obbligo di dimora:
– O.M. classe ’80 nigeriano di Perugia.
Durante l’indagine i militari avevano già proceduto alla denuncia a piede libero di 5 soggetti sequestrando:
– 200 grammi di hashish e marjuana;
– 20 grammi di eroina;
– 10 grammi di cocaina;
– numerose bilance elettroniche di precisione;
– materiale per il taglio e confezionamento delle dosi;
identificando ed escutendo a sommarie informazioni oltre 50 assuntori, alcuni dei quali minorenni.
L’indagine, convenzionalmente denominata “ALBORNOZ” prendendo spunto da uno dei luoghi di spaccio della combriccola, è stata sviluppata nel periodo settembre 2016 – febbraio 2017 dal Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Orvieto coordinati del Procuratore Capo della Repubblica di Terni, Dott. Alberto Liguori, e dal Sostituto Procuratore Dott. Raffaele Pesiri.
Consumo tra minori – L’attività investigativa, molto importante per il comprensorio orvietano, ha preso il via da una approfondita analisi preliminare che i militari hanno fatto delle principali zone di spaccio del comprensorio. Utilizzando metodi d’indagine di natura tradizionale (numerosi servizi osservazione e pedinamento con effettuazione di riprese fotografiche) supportati da attività tecniche, l’attività in questione ha consentito di disvelare, in tutti i tessuti sociali del territorio orvietano, un diffuso consumo di stupefacenti che assume, stante il numero e la giovanissima età dei soggetti coinvolti, alcuni dei quali minori, e la varietà delle sostanze assunte, contorni di diffusione e disvalore sociale particolarmente preoccupanti.
Lo spaccio e il consumo fuori le scuole e luoghi di aggregazione – E’ emerso inoltre che molti dei soggetti coinvolti da semplici assuntori anche di gruppo, un poco alla volta, con il passar del tempo, si sono trasformati anch’essi in spacciatori o in procacciatori di clienti, creando una fitta rete di acquirenti tra i loro coetanei, i cui profitti venivano puntualmente reinvestiti nell’acquisto di droga da poter consumare e spacciare, permettendo così di movimentare anche cospicui quantitativi di droga. Altro elemento importante emerso è quello dei luoghi di cessione delle variegate sostanze: ossia i luoghi di abituale aggregazione dei ragazzi specialmente all’uscita delle scuole ed in vari locali della cittadina. In particolare, per quanto riguarda il centro storico di Orvieto, uno dei luoghi cardine dell’attività di smercio erano proprio i giardini comunali della Fortezza Albornoz, situati nelle immediate vicinanze delle scuole superiori.
Linguaggio in codice – Nel corso dell’attività tecnica è emerso, a conferma della scaltrezza degli spacciatori nonostante la loro giovane età, l’utilizzo di un linguaggio convenzionale e criptico composto da frasi quali: “me serve un aiuto”, “mi serve un favore”, “ce potemo beccà al volo?”, che, interpretate in base ai riscontri oggettivi emersi grazie ai continui servizi di osservazione e pedinamento, sono riconducibili alle varie attività di reperimento dello stupefacente.
L’indagine – L’attività investigativa ha permesso di acclarare complessivamente oltre 600 episodi di spaccio avvenuti su Orvieto e dintorni. Le indagini si sono basate sull’esecuzione di circa 120 servizi di pedinamento, 300 ore di osservazione con una media di 2 pattuglie ogni giorno. L’indagine ha visto impegnati i militari della Compagnia Carabinieri di Orvieto, per mesi in estenuanti servizi di osservazione e pedinamento alla “vecchia maniera”.
Grazie all’incessante impegno ed alla tenacia investigativa dei militari che hanno operato in questa attività si è potuto debellare un gruppetto ben organizzato di spacciatori, che già da un po’ di tempo riforniva di stupefacenti i giovanissimi dell’area orvietana. L’essere inizialmente riusciti ad eludere i controlli e le investigazioni aveva cominciato a fare maturare nei giovani pusher la convinzione di essere superiori alla legge tanto da ingenerare nella comunità giovanile di “riferimento” quasi un timore reverenziale.
L’importanza e la rilevanza di tale attività è da ricercare nei numerosissimi episodi di spaccio a ragazzi giovanissimi, addirittura in qualche caso 13enni studenti quindi delle Medie o delle Superiori, di sostanze stupefacenti particolarmente pericolose quali l’eroina e la cocaina L’attività ha, da un lato, confermato la tentacolare e capillare diffusione della piaga sociale del consumo degli stupefacenti ma, al contempo, il forte ed efficace impegno delle istituzioni locali nel debellarla.