da Comitato Cittadino a difesa dell’ICA
Come annunciato, martedì 7 febbraio, il capo del DAP Santi Consolo (Dipartimento Amministrazione Penitenziaria) s’incontrerà in Comune con il Sindaco di Orvieto. L’iniziativa è stata assunta per chiarire gli aspetti della tensione e della polemica sorti intorno al destino e alle funzioni dell’Istituto Carcerario Orvietano.
La vasta mobilitazione cittadina e delle rappresentanze sindacali che ha largamente condiviso l’azione dell’Amministrazione Comunale in difesa dell’ICA e del carcere stesso, è sorta dalla preoccupazione che su iniziativa del Direttore del carcere possa concludersi l’originale e importante esperienza di Custodia Attenuata, la cui istituzione aveva sollevato la speranza che Orvieto potesse rappresentare per l’intero mondo carcerario un modello di recupero morale e civile dei cittadini impegnati ad espiare colpe giudiziarie.
Questo declassamento vanificherebbe gli sforzi e gli investimenti effettuati per la valorizzazione del laboratori e delle strutture che si sono dimostrati idonei allo sviluppo delle attività formative o produttive. A tale riguardo si è costituito un Comitato Cittadino a sostegno della permanenza di una struttura con funzioni ICA.
Il Comitato si è rivolto al sindaco e successivamente al Ministro della Giustizia, convinto che il Progetto ICA rappresenti una straordinaria possibilità di reinserimento di cittadini che si trovano ad espiare colpe spesso dovute a difficoltà di integrazione nel tessuto sociale, per mancanza di risorse e strumenti di vita. A tale ragione è stato redatto un documento che illustra l’impegno a favore dell’ICA e soprattutto la sua funzione non solo in un’azione di solidarietà, ma nello spirito della Costituzione che al secondo comma dell’articolo 27 stabilisce la finalità rieducativa della pena. Il progetto ICA rappresenta anche una risposta concreta all’obiettivo della riforma penitenziaria del 1975, non sempre applicata.
In conclusione, si ritiene opportuno affermare che le motivazioni addotte nella richiesta di ri-trasformazione dell’Istituto Penitenziario di Orvieto sono del tutto strumentali e ingiustificabili, non solo per l’interruzione di un progetto impegnato sul piano morale e civile, ma per lo spreco delle risorse pubbliche fin qui utilizzate. Riponendo tutte le aspettative del caso nell’incontro di martedì 7 febbraio, si ribadisce che l’organizzazione sperimentata dall’ICA ha assunto un’importante risorsa progettuale per l’intero sistema carcerario nazione, la cui realtà rappresenta non pochi esempi che assumono aspetti di drammaticità.