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Home Politica

OPINIONI DEL LUNEDI 1° Agosto 2016 n. 51

Redazione by Redazione
2 Agosto 2016
in Politica, LETTERE PROVINCIALI, Archivio notizie
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La proposta del direttore
Dissesto del Comune. Incidente o politica sbagliata?

Il 27 luglio Massimo Gnagnarini Assessore al Bilancio del Comune di Orvieto pubblica una nota sulla bocciatura della CdC della proposta di uscita anticipata dal predissesto: “La Corte dei Conti ci ha rispedito indietro la proposta di rimodulazione del Piano avanzata con delibera consiliare lo scorso mese di giugno e relativa allo stato di predissesto del Comune di Orvieto. A giorni riceveremo la Deliberazione della Corte contenente le motivazioni e le istruzioni per riformulare la proposta superando le eventuali problematiche formali e/o sostanziali rilevate. La proposta avanzata dal Comune di Orvieto, come è noto, poggia su un maggior abbattimento del deficit conseguito e accertato rispetto a quanto previsto dal Piano in vigore, nonchè sull’applicazione di una nuova norma ( art. 2 c. 6 d.l. n. 78_2015) che stabilisce la compensazione tra alcuni dei fondi di accantonamento che concorrono alla determinazione del risultato di amministrazione. I rilievi e i principi contabili che deriveranno dalla deliberazione della Corte dei Conti di Perugia, che ha in esame la proposta di rimodulazione del Piano avanzata del Comune di Orvieto, costituiscono un precedente per tutti i Comuni di Italia. Nel contempo, si precisa, che le decisioni della Corte non influiscono in alcun modo sul Bilancio del Comune e sul rispetto assoluto dei suoi equilibri.”

Andrea Sacripanti sul suo profilo Facebook scrive: “Incompetenti!!! Ora tutti a casa! Avete strozzato la Città per la vostra ossessione di uscire anticipatamente dal predissesto e avete clamorosamente fallito. Ora, se avete un briciolo di dignità, dimettetevi tutti!”.

Roberta Tardani a sua volta scrive: “Eccolo qui il grande risultato raggiunto dal Sindaco Germani, dall’Assessore Gnagnarini e dalla Maggioranza consiliare che hanno deliberatamente privato la città di oltre DUE MILIONI di euro per una irragionevole uscita anticipata dal predissesto oggi RESPINTA dalla Corte dei Conti. Ai Consiglieri che hanno votato convinti il piano, elogiando e ringraziando un mese fa l’assessore, chiedo: non vi sentite in imbarazzo nei confronti dei cittadini che rappresentate? Sindaco, Giunta, Consiglieri DIMETTETEVI!”.

L’opinione di Franco Raimondo Barbabella

La decisione della Corte dei Conti di respingere la proposta del Comune di uscita anticipata dal predissesto non mi ha sorpreso, né mi hanno sorpreso le motivazioni: che per chi amministra un Comune in stato di predissesto sia un merito diminuire il deficit al di là delle previsioni di piano è cosa logica; che la connessione di questo con un’operazione zurliniana (da Mago Zurlì) di rimodulazione del piano di risanamento applicando una norma intervenuta (art. 2, comma 6, Dl 78/2015) avrebbe potuto essere valutato azzardato e non praticabile dall’organo di controllo era molto probabile. E così in effetti è stato.

La discussione che ne è seguita a sua volta non ha aggiunto nulla che non fosse prevedibile: figuraccia conclamata e sberleffi sui social per due giorni, atteggiamento di difesa scontata di Sindaco e Assessore, attacchi inefficaci delle minoranze. Ma nessuna riflessione sul significato politico della vicenda. Avendone già parlato in questa rubrica nel n. 40 dello scorso 16 maggio andrò all’assoluto essenziale. Riassumo così: con una funambolica manovra ragionieristica l’Assessore Gnagnarini ha pensato di uscire dal predissesto spalmando su trent’anni circa quattro milioni di debiti a partire dal 2019 in maniera da ottenere margini di liquidità per una serie di operazioni e la possibilità di fare alcune assunzioni. Viene da dire: tutto qui?

Al momento si è rivelata una manovra di visione corta per giudizio della Corte dei Conti, e questo è certamente uno smacco per chi si era vantato di aver fatto il bilancio migliore di sempre (a parte il resto, gli si potrebbe anche dire che come assessore al bilancio ha fatto la figuraccia peggiore di sempre, ma per amicizia non glie lo diciamo, ci mancherebbe!). Ma sarebbe stata una manovra di visione corta anche se la Corte dei Conti l’avesse approvata. Ci siamo solo risparmiati qualche dichiarazione trionfante.

La ragione è semplice: si amministra il bilancio con taglio ragionieristico e non come strumento di una politica progettuale di largo respiro, come tutti capiamo che sarebbe indispensabile fare ormai da tempo. Cosicché anche il confronto risulta povero, senza visione e senza prospettiva. In questa occasione non ritengo necessario andare oltre. Sinceramente, provo una certa tristezza.

L’opinione di Pier Luigi Leoni

Cominciamo col precisare che parlare ancora di predissesto invece che, correttamente, di riequilibrio, è sempre più fuori luogo. Infatti il dissesto del Comune di Orvieto è stato tempestivamente evitato dal piano Concina. In questi ultimi anni il contesto legislativo è diventato meno rigido e l’amministrazione Germani, influenzata, per le politiche finanziarie, dall’assessore Gnagnarini, tenta manovre un po’ spericolate per accorciare la durata del piano di riequilibrio e liberarsi prima del tempo programmato del giogo della Corte dei Conti e del Ministero dell’interno. La Corte dei Conti di Perugia ha sospeso la manovra gnagnariniana e l’assessore ha messo le mani avanti per prevenire le reazioni delle minoranze, che sono arrivate lo stesso, ma non affrontano né possono affrontare, finché non si saranno sviscerate le osservazioni della Corte dei Conti e non saranno state formulate le controdeduzioni dell’amministrazione comunale, il nocciolo della questione. Per ora, a mio parere, si può dire soltanto che Gnagnarini ci ha provato e la Corte dei Conti ha preso tempo.

La proposta di Barbabella a Leoni
Terrorismo, impariamo a difenderci

“Gruppi organizzati o lupi solitari i terroristi che mietono vittime in Europa sono (o si dicono) musulmani. Persino il disgraziato ragazzo di Monaco molto più malato di quanto chi gli stava vicino sospettasse, non era affiliato all’Isis ma era morbosamente attratto dalle stragi ed era musulmano. Ma anche molte vittime, ben più numerose dei carnefici, erano musulmane: trenta su ottanta a Nizza, sei su nove a Monaco. Fra i danni collaterali c’è che l’islam terrorista non surriscalda solo le menti dei suoi seguaci, ma anche quelle degli islamofobi. …

Nella stragrande maggioranza dei casi, se controllata ai confini e governata all’interno, l’immigrazione è utile a tutti e l’integrazione ha successo. Certo, quando gli immigrati diventano troppi in troppo poco tempo, quando bivaccano per le strade e si formano ghetti di emarginati, quando le leggi e gli uomini dello Stato gli consentono di intimorire, minacciare, delinquere, diventano un pericolo. Anche il multiculturalismo è accettabile ma solo se rispetta le nostre leggi e valori. Diversamente, se in nome del multiculturalismo ammettiamo la poligamia, la soggezione delle donne, l’imposizione di matrimoni forzati, l’intolleranza religiosa e la predicazione fanatica, allora siamo noi che trasformiamo l’integrazione in sottomissione. …

Come possiamo fermarli, disarmarli, annientarli quando sono nati e cresciuti in Europa? Come facemmo coi nostri terroristi. Dunque con una battaglia politica e culturale che smascheri la loro ideologia; potenziando e coordinando tutte le polizie, da quelle centrali a quelle municipali, fino agli uffici pubblici e ai consigli di quartiere; infiltrando e reclutando collaboratori e informatori nei loro ambienti; ottenendo la cooperazione delle comunità musulmane. Quanto a noi cittadini confesso di non poterne più di quei politici, giornalisti, conduttori, sedicenti esperti che dopo ogni strage ripetono la stessa litania: «Dobbiamo continuare la nostra vita di sempre», «Dobbiamo essere normali». Niente affatto: anche noi cittadini dobbiamo cambiare, imparando a difenderci ciascuno secondo le proprie responsabilità e capacità. All’anormalità di chi ci porta la guerra in casa bisogna opporre non un pavido far finta di nulla, ma un’attenzione straordinaria a situazioni, parole, gesti che non riconosciamo, avvertendo chi di dovere appena qualcosa o qualcuno ci insospettisca. Dobbiamo stringere i nostri legami sociali e farci anche noi sentinelle della nostra sicurezza. Polizia e uomini dell’intelligence hanno bisogno della nostra collaborazione, dell’intelligenza di cittadini attivi e vigili, come noi abbiamo bisogno della loro professionalità.” (Claudio Martelli, Quotidiano.Net, 27.07.2016)

L’opinione di Leoni

Considerazioni di buon senso, quelle di Claudio Martelli, che somigliano come gocce d’acqua a quelle dell’ambasciatore di Israele in Italia già riportate su questa rubrica. Ma una cosa è fare delle affermazioni sensate, altra cosa è organizzare meglio i servizi di sicurezza, palesi e segreti, e coordinarli con quelli degli altri Stati. Se fossimo capaci di fare queste cose egregie avremmo distrutto le mafie e ci saremmo liberati da tempo di questo disonore che, quando si parla dell’Italia, fa storcere il naso agli stranieri, e non solo a quelli più civilizzati. Non solo, ma avremmo selezionato gli immigrati scegliendo, anzi andando a cercare, quelli utili al nostro modo di vivere, accogliendo quelli più affini a noi e respingendo o controllando strettamente tutti gli altri.
E poi, andando oltre le affermazioni di Martelli, cavarsela dicendo che i movimenti di popoli ci sono sempre stati e che il popolo italiano è stato uno di quelli che si sono più mossi, per cui deve essere comprensivo, è una solenne banalità. I grandi movimenti di popoli ci sono stati quando i popoli già insediati erano troppo deboli per difendere le proprie frontiere o quando le frontiere non c’erano per niente perché vasti territori erano poco o punto abitati. E poi una cosa è l’accoglienza umanitaria di profughi dalla guerra e dalla fame, altra cosa è l’accettazione dell’insediamento permanente di infibulatori, sfruttatori delle donne, ladri di rame, rapinatori di case isolate, pseudo mendicanti a disposizione degli spacciatori di droghe e via dicendo. Perciò è doveroso darsi da fare individualmente, socialmente e politicamente per governare e migliorare la situazione, ma non illudendosi che siamo messi bene. Dovremo subire ancora, non si sa fino a quando, l’attuale angosciante situazione, come subiamo il buco nell’ozono e il riscaldamento del pianeta. Chi poi si vuol consolare con le chiacchiere è libero di farlo.

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