ORVIETO – Riservano ancora delle sorprese le ricerche archeologiche 2016 in corso di svolgimento, fino alla fine di agosto, a Campo della Fiera di Orvieto. Dopo il mosaico in bianco e nero raffigurante soggetti marini (una minacciosa una Scilla, armata di remo e dalle estremità terminanti in teste di cane, circondata da mostri marini che avvolgono in più spire le loro lunghe code, oltre a guizzanti delfini) e la fornace a forma rotonda dove nel terzo secolo avanti Cristo si cuocevano ceramiche.
Adesso un nuovo ambiente a ridosso dell’atrio della prestigiosa residenza romana, sede del magistrato che presiedeva le annuali riunioni presso il Fanum Voltumnae, ha restituito un elegante mosaico a tessere nere e scaglie di marmi policromi provenienti da diverse cave del Mediterraneo. Il centro della stanza è decorato da un quadro con un fiore a quattro petali.
“Questo tipo di pavimento chiamato dai Romani ‘scutulatum’ – spiegano gli archeologi – era assai costoso sia per l’esecuzione che per i preziosi materiali impiegati”.
Iniziate il 4 luglio scorso e finalizzate principalmente al restauro di alcune strutture murarie già emerse dai precedenti scavi per consentire la valorizzazione del sito e la sua apertura al pubblico, le ricerche archeologiche dirette dalla Prof.ssa Simonetta Stopponi stanno riconsegnando significative testimonianze.
I lavori, resi possibili dal sostegno finanziario della Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto, vedono la collaborazione di altre Istituzioni: Comune di Orvieto, Protezione Civile e Opera del Duomo che ha concesso per venti anni al Comune i terreni di sua proprietà.
I risultati finora ottenuti sono di grandissimo interesse archeologico e documentano l’importanza storica di un luogo che dal sesto secolo a.C. fu sede del santuario federale etrusco, chiamato dagli Etruschi “Il luogo celeste” e dai Romani Fanum Voltumnae. Il sito venne ristrutturato in epoca romana e continuò a vivere in epoca cristiana e medievale, fino al XIV secolo.
La funzione di luogo sacro perdurò per più di 2000 anni.
Negli anni scorsi le ricerche archeologiche a Campo della Fiera hanno messo in luce edifici sacri etruschi, depositi votivi con frammenti di statue, ceramiche greche offerte al santuario, due complessi termali e mosaici romani e tombe cristiane; mentre nell’area circostante il grande tempio etrusco ubicato alla quota più alta dell’area, sono emerse le strutture di un portico e di fontane.
Sono stati scoperti, inoltre, resti del convento e della chiesa di San Pietro in vetere, l’unica esistente presso il Ponte del Sole dove avvenne l’incontro tra il Papa e il Corporale portato da Bolsena. Il convento e la chiesa vennero costruiti sopra una grande e lussuosa dimora romana, sede degli incontri ufficiali che annualmente avevano luogo presso il santuario.