ORVIETO – Orvieto città misteriosa, Orvieto città degli scavi, Orvieto città dei tesori sepolti. Ogni anno nuove scoperte, ogni anno un nuovo tassello che avvalora sempre di più l’ipotesi che si tratti davvero del tempio federale degli Etruschi, il Fanum Voltumnae. La diciassettesima campagna di scavo a Campo della Fiera, da poco iniziata, sta infatti mettendo in luce da sotto la polvere molte novità che stanno facendo sorridere gli archeologici che ogni anno, a capo chino, affrontano settimane di scavo sotto il Solleone.
Iniziate il 4 luglio scorso e finalizzate principalmente al restauro di alcune strutture murarie già emerse dai precedenti scavi per consentire la valorizzazione del sito e la sua apertura al pubblico, le ricerche archeologiche dirette dalla professoressa Simonetta Stopponi hanno infatti riconsegnato un’altra testimonianza significativa.
Nel corso degli attuali lavori nell’area archeologica di Campo della Fiera di Orvieto è stato individuato un nuovo ambiente del secondo complesso termale, scavato negli scorsi anni. La grande e piacevole sorpresa degli archeologi e restauratori è stata quella di scoprire che la stanza, ampia circa 50 metri quadrati, è pavimentata con un bellissimo mosaico in bianco e nero.
“Il soggetto raffigurato – spiega la professoressa Stopponi – è di carattere marino: al centro dell’ambiente si erge minacciosa una Scilla, armata di remo e dalle estremità terminanti in teste di cane, circondata da mostri marini che avvolgono in più spire le loro lunghe code.
Sono raffigurati anche dei guizzanti delfini, uno dei quali è alle prese con un calamaro che certamente gli servirà da lauto pasto.
Purtroppo il mosaico fu rotto in antico, causando la perdita di altre creature marine, e venne restaurato ed integrato con lastre e lastrine di marmo probabilmente staccate da altri pavimenti”.
“Il tema che le piccole tessere compongono e lo stile delle figure – fanno sapere gli archeologici – richiamano da vicino mosaici di Ostia che appartengono al secondo secolo dopo Cristo: alla stessa epoca risale anche il pavimento musivo di Campo della Fiera. Per i Romani che frequentavano il santuario in occasione delle annuali celebrazioni al Fanum Voltumnae era senz’altro piacevole frequentare un impianto termale così elegantemente decorato”.
I risultati finora ottenuti sono di grandissimo interesse e documentano l’importanza storica di un luogo che dal sesto secolo a.C. fu sede del santuario federale etrusco, chiamato dagli Etruschi “Il luogo celeste” e dai Romani Fanum Voltumnae. Il sito venne ristrutturato in epoca romana e continuò a vivere in epoca cristiana e medievale, fino al XIV secolo. La funzione di luogo sacro perdurò per più di 2000 anni.
Negli anni scorsi i lavori hanno messo in luce edifici sacri etruschi, depositi votivi con frammenti di statue, ceramiche greche offerte al santuario, due complessi termali e mosaici romani e tombe cristiane. Nell’area circostante il grande tempio etrusco ubicato alla quota più alta dell’area, sono emerse le strutture di un portico e di fontane. Sono stati inoltre scoperti resti del convento e della chiesa di San Pietro in vetere, l’unica esistente presso il Ponte del Sole dove avvenne l’incontro tra il Papa e il Corporale portato da Bolsena. Il convento e la chiesa vennero costruiti sopra una grande e lussuosa dimora romana, sede degli incontri ufficiali che annualmente avevano luogo presso il santuario.