di Dante Freddi
Il sindaco Germani lo aveva dichiarato una ventina di giorni che sarebbe stato convocato un Consiglio comunale aperto per discutere della svalutazione delle azioni della Banca popolare di Bari e del sistema bancario cittadino. Germani aveva dimostrato preoccupazione per la perdita subita dai clienti orvietani che avevano acquistato un pacchetto obbligazioni-azioni offerto agli sportelli CRO, che si temeva e si teme possa porre in difficoltà molti risparmi, con le conseguenze prevedibili per l’economia locale. Basterebbe che la Banca comunicasse l’ammontare degli investimenti dei risparmiatori negli sportellin CRO e se risultassero esigui la vicenda si spegnerebbe da sola, con qualche sfortunato con il cerino in mano.
Ma la Commissione dei capigruppo, assente soltanto Vergaglia, ha stoppato l’entusiasmo di Germani e ritenuto che non ci sia tutta questa agitazione in città e neppure la necessità di aprire un dibattito sul sistema bancario orvietano. Certamente nessuno dubita dell’onestà intellettuale e dell’onestà tout court della commissione di fronte al potere economico cittadino, al massimo si può individuare qualche presenza politicamente inopportuna.
Ma niente di nuovo sotto il sole.
Storicamente le amministrazioni locali hanno usato o ignorato Fondazione e CRO , mai ne hanno discusso.
E la storia continua, ma questa volta la storia è un’altra storia.