ALLERONA – Contro quel muro di cemento armato di 3 metri e venti all’entrata di Allerona scalo i cittadini stanno lottando con tutte le proprie forze. Nell’ultima riunione sono state raccolte 500 firme. Cinquecento no per far fermare la costruzione di “quello scempio ambientale” come lo hanno definito.
L’incontro di lunedì sera ha visto la partecipaizone di molta gente ed associazioni. Ad illustrare le preoccupazioni è stato il portavoce del comitato, l’imprenditore Sergio Corradini. Innanzitutto la svalutazione economica ed in termini ambientali del centro abitato e delle colture “essendo questa opera – ha spiegato Corradini – di forte impatto ambientale senza dimenticare che il nostro territorio è già segnato dai piloni della direttissima e che quindi, si ritiene opportuno modificare il progetto, valutando soluzioni alternative o almeno delle modifiche in corso d’opera”.
La gente nutre inoltre dei forti dubbi anche sull’utilità dell’opera che, lo ricordiamo, è inserita nella programmazione dei lavori per la difesa spondale del fiume Paglia a monte della strada Provinciale 48. “Il muro infatti, è stato progettato su di un’ipotetica piena duecentennale – ha aggiunto l’imprenditore – della quale non si hanno riscontri storici, ma solo studi effettuati dopo il 12 novembre 2012 sul fiume Paglia. Inoltre, nel caso in cui si dovesse verificare un’esondazione che raggiunga la quota di 3,20m, si verrebbe a creare un vero e proprio invaso d’acqua mettendo a repentaglio il centro abitato”.
E’ stata inoltre lamentata la mancata pulizia delle arcate del ponte una delle quali risulterebbe totalmente occlusa. “Altro argomento – rincara la dose Corradini – riguarda i lavori già eseguiti in cemento armato lungo la sponda del fiume costretto a deviare il proprio corso causando così, sia l’erosione del pilastro del ponte che il danneggiamento alla strada verso Monterubiaglio”.
Durante l’incontro è intervenuto anche il consulente dei cittadini, l’ingegnere Roberto Franceschetti che ha cercato di spiegare le caratteristiche ed i movimenti del fiume Paglia nel corso degli anni grazie anche alla documentazione fotografica prodotta da Giovan Battista Tomassini. “L’ingegnere – spiegano dal comitato – ha condiviso le nostre preoccupazioni, spiegando che attualmente metà del nostro paese è in zona R4 (rischio idraulico molto alto) e che con la costruzione del muro la zona verrebbe classificata in R2 ( rischio idraulico medio), e che quindi l’opera non è risolutiva”.
Tra gli interventi alternativi al muro in costruzione di basso impatto ambientale, meno costosi e più efficaci proposti dal tecnico: la realizzazione di pennelli (cestoni) più a monte, in diagonale rispetto al fiume e la costruzione di un muro più alto a ridosso del corso d’acqua e più basso verso il centro abitato. Alla fine dell’incontro sono state raccolte le adesioni del costituendo Comitato del cui statuto è stata data lettura dall’avvocato Roncella.
Al termine della riunione il portavoce Sergio Corradini, ha comunicato che verrà aperto un conto corrente a nome del Comitato Salvaguardia Allerona Scalo presso la BCC del paese, dove si potranno devolvere contributi volontari a sostegno dell’iniziativa.
Per concretizzare i suggerimenti dell’ingegnere è stato deciso che il Comitato spedirà, entro questa settimana, una lettera a tutti gli enti preposti, per primo il Comune, corredata dalle firme raccolte, dove verrà richiesto, a seguito di tutte queste perplessità, di valutare le proposte progettuali a salvaguardia del centro abitato di Allerona scalo. A tutt’oggi è ancora possibile firmare la petizione ed aderire al Comitato. (Sa.Si)