di Valentino Saccà
ORVIETO – In occasione dell’ultima pubblicazione del professor Paolo Savona, la sala di palazzo Coelli (fondazione cassa di risparmio) viene illuminata dall’illustre presenza di grandi relatori attivi nello studio del settore economico.
Nella mattinata di venerdì 8 aprile, presieduta e moderata da Toni Concina, si è potuto assistere ad una capziosa disamina del volume del professor Savona “Dalla fine del Laissez-faire alla fine della liberal-democrazia” da parte dei diversi relatori, ognuno dei quali ha analizzato uno snodo ben preciso del lavoro analitico e storico di Paolo Savona, il quale ha chiuso la conferenza.
Tra rimandi ad Habermas e Mommsen l’economista Elvio Dal Bosco è partito da una sottolineatura di carattere storico. “Nel testo di Savona c’è una grande ricerca storica sui problemi del liberalismo che parte dall’antica Grecia e arriva fino alla contemporaneità. L’attrazione fatale per la giustizia sociale è uno snodo per me interessante da ripensare in base al periodo storico, e se democrazia, stato e mercato sono i tre pilastri che costituiscono il liberalismo, questa attrazione fatale per la giustizia sociale ha creato degli scompensi nel liberalismo stesso, creando un problema di carattere storico “.
La parola è poi toccata al professor Antonio Maria Fusco, docente di economia politica. ” Il vero protagonista dell’interessante volume di Savona è proprio il liberalismo, dottrina che riflette una concezione spesso associata a forme di individualismo esasperato. C’è un’esigenza nel saper mettere in relazione la libertà al singolare con la libertà al plurale, e la prima non esiste se non c’è la seconda, questo è un punto ben sottolineato da Savona.
Nelle pagine che richiamano al problema di libertà in cerca di giustizia sociale, i liberali non appaiono come un’accolita di conservatori, ma c’è una consapevolezza che va a loro riconosciuta. Uguaglianza è un termine per dare senso alla giustizia sociale, che altrimenti scatena la già citata attrazione fatale, abilmente paragonata da Savona ad una mantide religiosa“.
Interessante anche l’apporto teorico fornito da Gustavo Visentini, professore in diritto commerciale e membro della fondazione Bruno Visentini, fondazione che festeggia il centenario della propria nascita. ” Il libro di Paolo Savona è scritto in bella lingua ed è un testo che porta a fare una riflessione con sé stessi. Una lettura che stimola una sorta di autoriflessione sull’argomento, in cui è fondamentale comprendere durante la lettura che non ci stiamo occupando del liberalismo radicale di Robespierre ma di un liberalismo moderato basato sulla tolleranza reciproca “.