Ricevimo da ITW-LKW Geotermia Italia S.p.A. e pubblichiamo. L’intervento si riferisce a precedenti dichiarazioni del sindaco Bambini. contrarie all’installazione degli impianti geotremici sull’Alfina.
Ci fa piacere che il sindaco di Acquapendete voglia rappresentare le venticinque persone presenti all’incontro citato nel suo comunicato stampa, ma come già richiesto da imprese e cittadini del territorio sarà importante su questo progetto che il sindaco porti la voce anche degli altri 5550 abitanti.
Vogliamo così fare seguito alle dichiarazioni del sindaco di Acquapendente Alberto Bambini avvenute nel corso dell’ultima assemblea pubblica presso la biblioteca della sua stessa città. Vogliamo in particolare modo ricordargli che, quale rappresentante e tutore dello Stato egli ha tra i suoi precisi doveri quello di rappresentarlo e pertanto di difendere l’incolumità pubblica almeno dai reati palesi. Egli per primo dovrebbe denunciare tutti coloro che con affermazioni prive di un qualsiasi fondamento innescano e generano nella pubblica opinione condizioni di “procurato allarme”, lo stesso, per come ci è stato riferito da testimoni, che è stato palesemente annunciato da parte del signor Minervini.
Perché il primo cittadino Alberto Bambini non si preoccupa di far rispettare la legge? Perché senza competenze tecniche contesta i pareri ambientali positivi su falde acquifere e micro-sismicità, mentre rappresenta la voce di persone non qualificate? È il sindaco di tutti o di una sola parte minoritaria?
Per essere con lui ancora più precisi gli riportiamo che:
“Per procurato allarme si intende il compimento di atti che fanno scattare le procedure di emergenza senza che vi sia la presenza di un reale pericolo, da casi di piccola rilevanza (ad esempio: l’utilizzo di un segnalatore di incendio in una scuola, senza la presenza di un incendio) a fatti di maggiore impatto sociale. Si tratta di un reato contravvenzionale.”
Codice penale italiano Art. 658 – Procurato allarme presso l’Autorità –
Chiunque, annunziando disastri, infortuni o pericoli inesistenti, suscita allarme presso l’autorità, o presso enti o persone che esercitano un pubblico servizio, è punito con l’arresto fino a sei mesi o con l’ammenda da euro 10 a euro 516.