Continua il dibattito sulla gestione dei beni culturali della città che si è attivato tra Barbabella, Bizzarri e Pasquale Marin0, di cui pubblichiamo un nuovo intervento.
di Pasquale Marino
La cortese e franca risposta con cui il sig. Franco Raimondo Barbabella ha dato al mio intervento, dimostra che esiste la consapevolezza di una grave problematicità nella “gestione” dei Beni Culturali ad Orvieto come nel resto d’Italia. Non dubitavo peraltro di tale consapevolezza del sig. Barbabella, però il mio cruccio è portare tale consapevolezza ad un livello più allargato; Più ampio nella cittadinanza, la quale sul tema cultura è abituata, rassegnata, costretta da sempre, a farsi da parte. Niente è più politico della gestione della cultura. Nessuna politica è concretamente efficace se non fondata su un apporto realmente democratico della società che la esprime.
Apriamo dunque il dibattito in questa Città! Per converso, anche nel suo ampio circondario.
Vediamo che cosa esce fuori, senza timori e senza reticenze.
Il tema è: I Beni Culturali ad Orvieto e nel suo circondario. Analisi della situazione e proposte per il futuro.
Come agire: in prima istanza si individueranno persone volontarie (non necessariamente solo addette ai lavori, ma che sappiano di cosa si parla), le quali si mettano a disposizione per realizzare una serie di incontri pubblici, finalizzati ad ottenere un confronto aperto a tutti, in cui si discuta di Beni Culturali della Città e del circondario.
Si potrebbero fissare delle date, in un luogo pubblico di incontro, in cui si possano raccogliere le proposte dei cittadini, i quali a qualsiasi titolo vogliano dare un loro apporto.
In questi incontri si analizza la situazione (si fanno valutazioni e si danno anche giudizi, questo è ovvio ed essenziale). In un secondo momento questa sorta di commissione, raccoglie informazioni per proprio conto sentendo i responsabili a qualsiasi titolo dei “luoghi della cultura” di Orvieto. Almeno quelli che vorranno essere sentiti!
Chi seleziona o sceglie le persone volontarie?
1- La testata che ci ospita, se vuole! Sul modello dell’iniziative del Sole240re per il convegno sui Beni Culturali in Italia. Che tra l’atro ha portato alla redazione di un “Manifesto della Cultura”.
2- Noi proponenti l’iniziativa, perché no. Io personalmente mi sento in grado di dare il mio apporto in questo senso. Anche a fare da componente della commissione.
3- Il sindaco di Orvieto e/o l’assessore alla Cultura se lo ritengono opportuno.
4- Oppure, come spesso accade in simili iniziative, si potrebbe pensare a tutti e tre i soggetti indicati come i selezionatori di questa “speciale commissione”. Una “commissione cittadina”. Anzi non esito a dire che mi auguro esista un consenso in tal senso.
In seconda istanza, la “commissione” formula le proprie conclusioni e proposte. E le stende su un documento. Questo documento sarà messo a disposizione di chiunque (cittadinanza, amministrazione, organi di tutela, operatori privati, ecc.). Esso non sarà vincolante, per forza di cose. Ma sarà una base di partenza per le future discussioni e gli organi amministrativi potranno tenerne conto e recepire degli indirizzi formulati.
Chiariamo subito: nessuno riceverà compensi per l’attività svolta e finalizzata alla selezione della cosiddetta “commissione” e per l’attività della “commissione” stessa. Sottolineo nessuno. Il Comune, se vorrà, pubblicherà le conclusioni su cartaceo oppure su DVD. Altrimenti internet è un ottimo luogo, a cui far accedere la cittadinanza per reperire tutti i dati raccolti e prodotti.
Credo che oltre che un utile servizio alla Città, una tale iniziativa abbia anche un alto livello culturale e democratico. Una iniziativa tentata raramente che potrebbe costituire un modello per altri centri nella regione ed oltre. Andrebbe a mio parere anche adeguatamente presentata e potrebbe costituire motivo di richiamo e di interesse di per se stessa.
Proviamo per una volta a discutere di Beni Culturali in modo serio, democratico, moderno. Affinché proprio quel clima da me segnalato e che lo stesso sig. Barbabella ha definito anormale, di silenzio e di reticenza, possa essere scardinato.
Credo, concordiamo anche su questo col sig. Barbabella, la pubblicità del dibattito sui Beni Culturali, non debba essere attività una tantum, ma strutturalmente connessa alla comunità civica. Questa iniziativa potrebbe rendere finalmente strutturale nella città di Orvieto, questa esigenza.