Riceviamo dal Pd di Orvieto, a firma del segretario Andrea Scopetti, e pubblichiamo. Il titolo del comunicato è Contratto di Fiume e Parco Urbano del Paglia risorse per il territorio che non possono essere strumentalizzate. Ce n’è un po’ per tutti. Scopetti è all’attacco.
L’articolo appena apparso su Parco Urbano del Paglia e Contratto di Fiume a firma di Enrico Petrangeli è veramente un’ottima occasione per fare un po’ di chiarezza su tutte le questioni sollevate. Proviamo quindi ad inquadrare meglio le cose.
L’iniziativa “Contratto di Fiume” nacque subito dopo che il PD Orvietano avviò una serie di consultazioni con Associazioni ed Amministratori locali della Toscana e del Lazio per attivare un Contratto di Fiume interregionale. Sbaglia quindi Concina quando annovera i Contratti di Fiume fra le iniziative della sua Giunta andate “a buon fine” con il Sindaco Germani.
Alla presentazione della proposta di Contratto di Fiume ad Orvieto ad opera del Partito Democratico fece seguito il suo inserimento, in modo integrato, all’interno dell’altra importante iniziativa di sviluppo comprensoriale quella delle ” Aree Interne”, il vero “brand elettorale” del candidato Sindaco Germani.
A quel punto – strategicamente – la Giunta Concina tirò fuori il “Parco urbano del Paglia” da realizzare esattamente sui principi del Contratto di Fiume e cioè con la partecipazione dal basso di Associazioni e quant’altro. Si giunse così alla firma di quel protocollo sul parco Urbano del Paglia a cui fa riferimento Petrangeli nel suo articolo.
Ora in fase preelettorale è fin troppo evidente che si cerchi di prevenire o contrastare le iniziative delle controparti ma dopo, quando le cose si sono definite e bene (diciamo noi!), non c’è alcun motivo per continuare a rivendicare posizioni che sono oggettivamente mutate. Il Parco Urbano del Paglia non può e non deve essere una cosa diversa dal Contratto di Fiume. Sarebbe assurdo mantenere un doppio binario quando il fiume è uno solo ed inoltre è nello “spirito democratico” del Contratto di Fiume far partecipare per dare il proprio contributo di idee D’Altro canto non sempre le idee partorite in ambiti ristretti sono le migliori!. È recente infatti l’iniziativa dell’Associazione Val di Paglia Bene Comune, presieduta dal Petrangeli, volta a promuovere un convegno sulla deforestazione del Fiume Paglia e, ancora più inspiegabilmente, anche di alcuni suoi affluenti al fine di impedire il trascinamento di materiale ligneo durante le piene. L’abbattimento dei due terzi degli alberi per ben 35 chilometri lungo le sponde del Paglia, appunto per prevenire l’eventuale intasamento di tronchi durante le piene, appartiene a quella logica distruttiva che vorrebbe un mondo sterile per prevenire il fastidio di mosche e zanzare !. Senza tener conto che tutto questo legname (parliamo di migliaia di quintali) possa finire per produrre energia elettrica in un impianto di un privato che non avrebbe neanche l’onere di acquistare la materia prima stessa necessaria. Credo che trattandosi di un “interesse pubblico” la cosa dovrebbe essere degna di approfondimenti.
Per la predisposizione del progetto per il “Parco Urbano del Paglia” l’attuale maggioranza, convinta che la partecipazione dei cittadini ai processi decisionali favorisce la trasparenza, migliora la qualità di vita degli abitanti e produce inclusione sociale, ha da subito ricercato il coinvolgimento più ampio possibile. Ha istituito un tavolo partecipativo dove si è discusso su tutto. Il processo partecipativo non è stato quindi inteso come un’occasione per confermare decisioni già prese o acquisire consenso attorno alle proprie scelte !.
I fondi per realizzare le opere del “Parco Urbano del Paglia” giungono dal P.R.U.S.S.T. – Programma di riqualificazione urbana e di sviluppo sostenibile del territorio “Patrimonio di San Pietro in Tuscia ovvero il Territorio degli Etruschi”.
Grazie al lavoro degli uffici comunali di questi giorni si è arrivati alla predisposizione dei progetti preliminari che hanno consentito di non perdere i finanziamenti.
La partecipazione non può essere utilizzata come deterrente per raggiungere i propri obiettivi!
Gli incarichi e le competenze sono stabilite dal TUEL sui contratti e prescrive chi può svolgere alcuni ruoli e come dare gli incarichi!
Se l’Amministrazione avesse perso i finanziamenti chi avrebbe risarcito i cittadini orvietani? E in quel caso sì che i cittadini avrebbero dovuto rinunciare al loro parco !
Per quello che riguarda i Contratti di Fiume nascono e si sviluppano (ce ne sono ormai decine in tutta Italia) proprio per dare la possibilità alla cittadinanza di esprimersi sul futuro dei propri comprensori in una maniera condivisa e trasparente. Certo, per un Paese quale il nostro, avvezzo ai maneggi della politica che nei casi migliori praticava ampiamente lo sport di trasformare i terreni agricoli in edificabili (è così che si è edificato nell’area golenale del Paglia che va “sotto” con le piene), facciamo fatica ad aver fiducia ed a partecipare in maniera diretta alle scelte che ci riguardano. E’ un’occasione però a cui questa volta, come per gli interventi sul progetto Aree Interne già approvate per Orvieto, la “politica” – quella vera – chiede condivisione nelle assemblee a cui periodicamente le associazioni sono chiamate a partecipare e ad esprimersi.
E’ nell’Assemblea del Contratto di Fiume che si decide cosa fare del nostro territorio, poi la Cabina di Regia, costituita da Enti (soprattutto pubblici come i Comuni) è impegnata a realizzare quanto deciso in assemblea. Per questo è assolutamente improprio, come purtroppo vuole il Sindaco Germani, anche contro il parere della nostra Regione, che due associazioni stiano nella cabina di regia. A che titolo? Per fare cosa, visto che non hanno strumenti per farlo?
Ci rendiamo conto della generale impreparazione di noi tutti su tematiche dall’approccio così originale ma il mondo sta cambiando, noi tutti dobbiamo cambiare ed oggi ben vengano anche i proclami dell’antipolitica, ma quando si vuole veramente fare qualcosa di condiviso, qualcosa che permetta a tutti di esprimersi e partecipare alcuni non sono preparati a farlo. Specie poi se si è appartenuti ad un passato governato soprattutto da logiche che inseguivano interessanti “rendite di posizione”.